la resa dei conti

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 Finimmo di piazzare le bombe nei corpi dei missili con grande velocità, non sapendo quanto tempo ci mancava, uscimmo dalla zona vedendo il campo di battaglia...morti, corpi ancora vivi, urla. Quel ricordo entrò nella mia testa e rimasi fermo finche arrivò un carro armato -CARRO ARMATO! state giù- urlò e ci riparammo dal carro armato che sparando creò

 un' onda d'urto -dobbiamo raggiungere la squadra- disse Mauro urlando -dobbiamo eliminare quel carro armato- disse Emiliano, dietro il riparo presi dallo zainetto di Emi una granata -cosa vuoi fare?- domandò con un po' di paura negli occhi Emi -il carro armato ci mette dieci secondi per ricaricare, abbiamo dieci secondi per arrivare sopra il carro armato e farlo saltare in aria- dissi attaccando la granata sul lato dei pantaloni e impugnai il fucile, il carro armato sparò di nuovo -ORA- urlai e corremmo verso il carro uccidendo i soldati mentre correvamo. Tra spari e accoltellate eliminammo i soldati, arrivammo sopra il carro armato, presi dal mio fianco la granata e staccai il gancio aprii lo sportellino gettando la granata dentro -correte via- urlò Elena dall'altro lato sparando con Sergio e Peppe, saltammo per terra e corremmo prima che il carro armato esplose insieme a noi, corremmo via e il carro esplose.                                                                 Emiliano e Mauro arrivarono nell'altro lato ma io fui buttato a terra dal colonnello, Emi e Mauro girarono e io li vidi -voi andate, ci penso io- dissi urlando a loro due -si bravo- disse il colonnello dandomi un calcio in faccia -ci pensi tu a me- disse con un altro calcio ma gli parai il colpo buttandolo a terra e mi alzai, si rialzò pure lui e uscii il coltello ma la  gettai a terra. -scelta saggia caporale- disse il colonnello buttando pure lui la pistola a terra e ci corremmo incontro. Parai i colpi e gli diedi qualche destro ma non cadeva a terra, avevamo la faccia grondante si sangue, gli diedi un gancio destro ma mi parò prendendomi il polso cosi usai quello sinistro ma mi prese pure l'altro polso cosi gli diedi la testa rompendogli il naso e mi lasciò e gli corsi contro andando insieme a lui a rompere una porta ed entrammo dentro.

Entrammo con forza dentro una casetta, il reparto sicurezza e vidi nello schermo di una telecamera che la squadra che mi aspettava all'uscita del cancello  -e tardi caporale- disse tossendo sangue a terra mentre vedevo tutte le riprese -i missili verranno lanciati- disse e mi voltai ma mi diede un gancio cadendo a terra con lui che si mise sopra di me dandomi tanti cazzotti e mi mise le mani al collo  -stia tranquillo caporale- disse vedendomi che cercavo di liberarmi -raggiungerà sua moglie in un batter d'occhio- dopo quelle parole vidi che aveva un coltello attaccato in un fodero dei pantaloni e gli diedi un forte cazzotto al fianco rompendogli una costola facendolo rigirare buttandolo a terra con me sopra, gli sfilai il coltello e gli trafissi la tempia con il sangue che iniziava a uscire -si chiamava Jesse.- dissi, lui fece un piccolo sorriso, prese dai pantaloni un piccolo aggeggio e lo premette avviando il timer del lancio dei missili e vidi il contatore, trenta secondi al lancio. Mi alzai subito e corsi via andando dalla squadra, con grande velocità arrivai da loro -dobbiamo andarcene, abbiamo venti minuti prima che i missili  vengano lanciati in aria- un soldato straniero era a terra e mi mirava a me Emiliano se ne accorse, si mise dietro di me, l'islamico gli sparò allo stomaco il rumore mi fece girare e vidi Emiliano a terra, mi gettai su di lui premendo sulla ferita, Peppe sparò in testa dal terrorista a terra morendo all'istante -No emi, no ,no no- dissi alzandolo -andatevene non avete molto tempo- disse sussurrando, -no, io non ti lascio qui- senza esitare lo montai sopra la mia schiena e corremmo verso l'elicottero.                                                                                                                                                                     

Corremmo verso l'elicottero con Emi sulla mia schiena, arrivati misi Emi sdraiato dentro l'elicottero con Elena che lo bendò per bene, Matt accese il motore ma un fortissimo rumore ci fece girare verso la base nemica e vedendo i missili che partirono -coraggio, coraggio- dissi sperando che l'esplosivo facesse effetto, i missili esplosero con gli altri che urlarono per la felicità. Sergio, Peppe e Mauro si abbracciarono ridendo con Matteo che fece un sorriso io rimasi in silenzio preoccupato per Emiliano. Finito di festeggiare per la missione compiuta entrammo dentro l'elicottero e partimmo verso casa, Rimasi davanti facendo compagnia a Matt che guidava -c'è l'abbiamo fatta- disse Matt con le mani alla guida-si...ma ogni missione ha una sua conseguenza- dissi con tono triste vedendo Elena che si prendeva cura di Emiliano  -speriamo che si riprenda- disse Matt, andai dietro facendo compagnia a Emi con accanto Elena che gli cambiava le bende -è grave?- domandai a Elena con faccia preoccupata -non lo so..so solo che il proiettile non ha passato nessun'organo vitale- disse mettendo da parte le bende sporche di sangue, dopo un po' Emi si svegliò con un piccolo spavento -Alex- disse sussurrando  toccandosi la pancia sentendo le bende -sei uno stupido- dissi ridendo accanto a lui -perché lo hai fatto?- gli domandai un po' serio -a volte in una squadra bisogna sacrificarsi - disse erano, parole toccanti -siamo rimasti sempre amici, noi siamo soldati- continuò -non siamo più soldati- interruppi Emi, tutti si girarono verso di me tranne Matt -la nostra missione è finita, ognuno di noi ora tornerà a casa, ora riposati arrivati a casa ti portiamo all'ospedale- dissi, Emi si riaddormentò.           Rimanemmo per ore dentro, aprii lo sportello dell'elicottero e mi sedetti agganciandomi a guardare il panorama, Mauro si sedette accanto a me -era da tanto tempo che non vedevo un panorama del genere- disse con un sorriso -ti ricordi quando andavamo a provare in sala?- domandai ridendo -come potrei non ricordarmelo la sala e te che facevi sempre ritardo- quello che disse mi fece ridere -mi mancano quei giorni- disse con un espressione -ritornati a Roma cosa farai?- domandai a Mauro con espressione simpatica -penso che aprirò un conservatorio di musica- disse, io e Mauro prima di tutto ciò provavamo in sala con la nostra Band,tra musica e risate aveva quel desiderio di aprire una scuola di musica.

Mi mancano quei bei tempi..

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