Capitolo IV

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Per il resto del giorno il moro non mi parla se non per avvisarmi dell'arrivo del pranzo.

Perché fa così?

Verso sera sono talmente annoiata.

Senza accorgermene inizio a cantare mentre guardo calare il sole e apparire le prime stelle.

Finita la canzone abbasso il capo e nella semi oscurità vedo spiccare due occhi verissimi.

Avanza il moro con una busta in mano.

Mi sta fissando strano e non capisco perché.

- Non dicevi che non avresti mai cambiato idea? -

- Non l'ho cambiata, mi annoiavo. Non c'è nulla da fare qui. -

Intanto si accendono le luci intorno alla vasca e riesco a vederlo perfettamente.

- Che facevi di solito nel tuo bel mondo acquatico? -

- Nuotavo... cercavo conchiglie... o perle... andavo a scuola... leggevo... e altro... -

- Scuola?! Avete una scuola? E come fate ad avere pure dei libri da leggere? -

È visibilmente confuso e curioso.

Oh, quindi gli è passato il muso?!

- Sì... andavo a scuola. Prima che mi rapissero... beh, tecnicamente ho finito l'ultimo anno, ma in ogni caso ci andavo. E non so che libri abbiate voi, ma i nostri si possono benissimo leggere in acqua. -

- Che cose strane... -

- Per me sono strane le vostre. -

Si avvicina al bordo.

- Come scrivete? Avete il nostro stesso linguaggio o usate quello dei pesci? -

- Ti ricordo che io capisco te e tu me. Presumo sia quindi la stessa scrittura. -

Alza la mano facendomi segno di aspettare e scappa via.

Quando torna ha in mano uno strano libro.

Certo che è molto diverso dai nostri fatti con foglie d'alghe.

Mi avvicino al bordo e lui mi porge il libro aperto.

- Riesci a leggere? -

Lo guardo e... oh!

È totalmente diversa dalla nostra scrittura.

Quindi... perché riusciamo a capirci?

- No... che c'è scritto? -

Mi indica una parola in particolare.

- Donna. -

- Solitamente come scrivete? -

- Sulla carta con delle penne, perché? -

- Potresti darmi un po' di questa carta e penne? -

Sparisce di nuovo tornando col necessario.

Dopo che il moro mi spiega come funzionano scrivo la parola donna su questa carta.

- Qui sono io a non capire nulla, hai scritto donna? -

Annuisco.

- Che strano... due modi totalmente diversi per scrivere la stessa cosa. -

- Sì, ma la fonetica è la stessa pur essendo diversi. -

- Che cosa buffa. - ridacchia.

Lo guardo curiosa.

- Senti... che dici se... io t'insegno la nostra scrittura e tu la vostra? -

Tra Te E Il MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora