Capitolo XXII

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Quando finalmente raggiungo la mia camera mi getto sul letto sprofondando la faccia sul cuscino.

Che giornata... boh...

Quella strana lite, il pomeriggio nella mia casa di famiglia, l'arrampicata sull'albero, la caduta, le mie cicatrici e le sue lacrime.

E non dimentichiamo quella specie di... dichiarazione?

No perché io l'ho interpretata così.

Che giornata!!

Chi si aspettava che si mettesse a piangere per la mia schiena.

E quando mi ha baciato le cicatrici?

Mi si è totalmente disconnesso il cervello.

Quella ragazza è pazza, testarda, stupida e imprevedibile.

E io sono dannatamente innamorato di lei.

Per questo so di non essere giusto, il suo mondo non è qui.

È già troppo che sia rimasta per proteggermi dalle angherie dello stronzo.

Tanto peggio di quella volta non avrebbe potuto andare.

Era una giornata soleggiata e Kurokawa era più che di ottimo umore.

Almeno... all'inizio.

Dopotutto come non esserlo?

Il giorno prima era riuscito ad ottenere una sirena e non una qualunque.

Una sirenetta, piccola.

Quando l'ho vista per la prima volta ho capito che doveva avere più o meno la mia età.

Ma sembrava molto più piccola messa in una posizione con la schiena curva e gli occhi gonfi dal pianto.

Appena mi sono avvicinato mi ha guardato con puro terrore e sono rimasto sconvolto da ciò.

Non era giusto.

Già ero sfruttato come uno schiavo per salvare mia madre, non avrei permesso a quello stronzo di sfruttare anche lei.

Era così indifesa, sola e triste.

Avvicinandomi ancora avevo parlato a voce bassa e dolce.

- Non... non voglio farti del male.. posso... posso avvicinarmi? -

Lei seppur timorosa aveva annuito.

Da li iniziai a riflettere su un piano per farla uscire che misi in atto quella sera stessa.

All'epoca Kurokawa non era paranoico come ora, anzi forse lo diventò proprio a causa di quel fatto.

In ogni caso non essendo paranoico l'acquario non aveva tutti i controlli di adesso e la sera c'erano intere ore di spazio tra i turni delle guardie.

In più visto che già a quel tempo mi occupavo delle vasche dei delfini e degli squali ero abituato a dover spostare animali pesanti su vasche mobili.

Certamente lei sarebbe stata più leggera di un delfino o uno squalo.

Quindi quella sera andai a prenderla appena finì il turno delle guardie.

Era spaventata e non si fidava, ma quando ero arrivato a fatica all'imbocco del mare si era illuminata.

I suoi molteplici ringraziamenti mi avevano reso molto felice perché sapevo sarebbe stata bene da quel momento in poi.

Ancora ricordo perfettamente il rosso dei suoi capelli illuminato dalla luna mentre tornava al suo mondo.

Il giorno dopo lo stronzo aveva in programma di incontrarla per la prima volta visto che nel giorno precedente non aveva potuto a causa di una riunione improvvisa.

Tra Te E Il MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora