Capitolo XIV

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Dopo poco che sono nella mia gabbia arriva il signor Kurokawa.

- Ecco qui il nostro diamante malaticcio. Stiamo meglio stasera? -

Lo guardo male senza fiatare.

- Direi di sì. Hai un colorito molto migliore. -

Si avvicina e arrivato al bordo mi lancia un secchio contenente delle alghe.

Non sono viziata, capiamoci, ma...

Dove sono i miei panini?

È una punizione perché non ho voluto lavorare oggi?

Guardo il secchio incerta prima d'iniziare a mangiare.

Faccio una smorfia di disgusto.

Questo tipo di alghe non è il massimo.

Mamma le usa per piatti particolari che hanno bisogno di un tocco di amaro, ma da sole così fanno davvero schifo.

- Vedi di comportarti bene domani e farmi guadagnare molti soldi. Vedi anche di non far la preziosa solo perché ti rimetto il ragazzino ad occuparsi di te. -

- Come scusi? - lo guardo avendo captato un'informazione per me molto bella.

- Domani ho da fare e sarà il ragazzino dai capelli corvini a stare con te. Comportati bene. -

Annuisco e dopo di ciò se ne va.

Domani vedrò Kai.

Sono così felice.

Poi però mi viene in mente quanto si arrabbierà e mi attraversa un brivido di timore.

Mi metto a fissare il cielo che si sta scurendo.

Mi spiace aver lasciato così i miei.

Spero che papà abbia capito che non potevo far altrimenti.

E chissà come la prenderà Modra quando leggerà la lettera.

Prego di mettergli il cuore almeno un po' in pace.

Presa come sono dai miei pensieri non mi accorgo che sta arrivando qualcuno fino a quando non sento sbattere la porta.

Mi volto e mi cresce spontaneamente un sorriso alla vista del moretto.

Lui però mi sta guardando con occhi di fuoco e la mia felicità viene sostituita da grande timore.

A grandi falcate raggiunge il bordo della vasca.

- Vieni immediatamente qui! - quasi urla.

Scendo dallo scoglio e nuoto fino al bordo, ma decido di mantenere una distanza di sicurezza.

- Ciao Kai... - sussurro.

- Ciao? CIAO?! - ringhia.

- Kai, posso... posso spiegare. -

- Spiegare cosa?! Come ti abbia ripetuto mille volte di andare, ma tu non abbia ascoltato un cazzo decidendo di tornare?! -

- Sono stata a casa. Ho spiegato ai miei genitori cosa era successo e ho scritto una lettera per Modra. È tutto apposto ora, ho fatto capire loro che dovevo tornare. -

Fa un verso strozzato tra l'ilare e l'ira.

- Dovevi... dovevi tornare?! Tu sei fuori di testa! Tu DOVEVI stare a casa tua, coi tuoi genitori e il tuo bel principino! Non devi stare qui! Perché sei qui? Come hai fatto a tornare con quella poi?! - indica la mia coda.

- Kai per favore... calmati. Ti spiego tutto. -

Solo alla sua espressione ancor più arrabbiata capisco di aver assolutamente sbagliato a dirgli di calmarsi.

Tra Te E Il MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora