Capitolo XVII

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Mi appoggio sulla porta e mi accascio a terra respirando a fondo.

Che diavolo le è preso?

Quel suo strano comportamento mi ha messo decisamente in confusione.

Prima mi prende per mano, poi mi accarezza la testa come a sfottermi, passa a fare la persa nel suo mondo e in fine la pudica.

All'inizio pensavo scherzasse con la storia del cambiarsi, ma quando è arrossita mi ha mandato nel pallone.

Dire che mi sono davvero sentito un pervertito è poco!

Sospiro premendomi i palmi sulle guance per poi schiaffeggiarmi da solo.

Mi alzo.

Bene! Sono tornato in me!

Più o meno...

Scuoto la testa autoconvincendomi.

Devo fare un bel po' di lavoro se domattina voglio portarla a far compere.

Chi l'avrebbe mai detto che avrebbe accettato, secondo me nemmeno ci ha pensato seriamente tanto era impegnata ad eludere il discorso casa.

Lei almeno ha un posto che può chiamare così, mentre io... io vorrei solo vivere normalmente.

O almeno mi basterebbe non dover sopportare continuamente gli sbalzi d'umore dello stronzo.

Come prima cosa mi introduco di nascosto nel suo ufficio.

Sono fortunato che non ci siano telecamere.

Non si fida molto della tecnologia.

È paranoico e crede che i concorrenti potrebbero intercettare le registrazioni e fregarlo.

Solitamente ci sono comunque due guardie fuori, ma ora sono al cambio turno il che vuol dire dieci minuti per trovare l'agenda.

So dov'è quindi non ci metto molto.

Vado alla data di domani e devo contenermi dall'esultare.

Domani ha una riunione piuttosto lontano con i dirigenti.

Perché sì, lui non è capo a tutti gli effetti.

Dopotutto è solo in sostituzione di mamma perciò ogni tot deve portare un resoconto ai dirigenti.

Esco dall'ufficio felice.

Domani sarà fuori dai piedi e non rischiamo nulla visto che non manca mai a nessuna riunione.

Sarebbe deleterio per la sua immagine impeccabile.

Corro quindi al resto dei miei lavori.

Il giorno dopo mi sveglio a fatica.

Ho finito tutto alle tre di notte e ora sono solo le otto e mezza.

Sbadigliando mi dirigo al bagno per una doccia fredda.

Non è la prima volta che dormo poco e almeno stavolta è stato per un motivo piacevole.

O meglio, per un obbiettivo piacevole.

Quando esco dal bagno sono molto più sveglio.

Mi vesto di fretta per avviarmi alla "gabbia", come la definisce lei.

Appena arrivo sta guardando ancora il cielo.

L'affascina davvero molto, più di una volta mi ha chiesto di parlare di aerei, aquiloni, elicotteri, di chi fa deltaplano... insomma tutto ciò che sta in cielo e non è un volatile.

Chissà se le piacerà la sorpresa che ho in serbo per lei.

Spero di sì.

Magari la prossima volta potrei portarla a visitare qualche museo.

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