Entrai in camera, grazie a dio papà non era ancora tornato da lavoro, o si sarebbe preoccupato non trovandomi a casa. Jeff mi ha lasciata in quella casa, da sola...per tornare mi ci sono volute ore, ma ce l'ho fatta.
Per tutto il tempo ho pensato a quando ero piccola, a com'era mio padre...menomale che è cambiato. Anche se è stato solo per il mio tentativo di suicidio.
Ma non voglio pensarci ora, basta Alice!
Mi guardai allo specchio..."Dio, in che stato orrendo sono? Tutta piena di sporco, gli occhi rossi e i capelli arruffati.. Qui ci vuole una bella doccia calda!"
Aprii l'acqua e la lasciai scorrere, mi tolsi piano i vestiti e osservai il mio corpo... Mi accarezzo le vecchie cicatrici...il motivo per cui non vado mai al mare, il motivo per cui non mi faccio mai vedere nuda da nessuno, il motivo delle mie felpe a maniche lunghe...
Entrai nella doccia e lasciai che l'acqua scorresse sul mio viso.
"Ahh, ci voleva proprio"
Esclamai insaponandomi i capelli, poi comincianciai a canticchiare una canzone a caso. Passai più di mezz'ora sotto l'acqua calda prima di decidermi ad uscire.
"Cazzo, l'accappatoio..."
L'aria fredda mi fece venire la pelle d'oca. Corsi a prenderlo, lasciando orme e gocce d'acqua ovunque.
Lo presi, e finalmente ero tutta avvolta dallo strato morbidoso rosa che mi ha regalò Maura l'anno scorso. È stata l'ultima volta che l'ho vista...spero stia bene, ora che vive con i suoi nipoti nella sua terra natia.
"Carino, l'accappatoio"
Sentii una risata dietro di me e quella voce, che avrei riconosciuto tra mille.
Subito un pensiero mi attraversò la mente e diventai tutta rossa di rabbia."Jeff! Da quanto tempo sei lì?!"
Urlai girandomi.
Dio, non pensavo fosse così vicino."D...da quanto?!"
Era troppo vicino, sentii lo stomaco chiudersi e il rossore aumentare, non più per rabbia però...
Mi sorrise sghembo e mi sfiorò la guancia con una mano, freddissima a contatto con la mia pelle calda.
"Abbastanza da godermi lo spettacolo, gattina. Che c'è, hai perso la lingua?"
Sussurrò facendosi sempre più vicino. I nostri nasi si sfiorarono e sentii il respiro farsi affannoso. Le ginocchia molli...
*bum*
caddi a terra. Ma almeno la botta mi risvegliò e subito lo guardai malissimo.
"Pervertito! Non puoi entrare e fare ciò che ti pare!"
Lui si abbassò fino ad avere la faccia al livello della mia. Fece una faccia dispiaciuta da cane bastonato e..
"Oh...beh...sennò che fai? Mi picchi?"
Rimasi un attimo senza parole.
Lui fece uno sguardo...malizioso e mi sussurrò:"Chiudi la bocca, prima che mi vengano strane idee... e se ti dà fastidio che godi dello spettacolo del tuo corpo, faresti meglio a chiudere anche l'accappatoio"
Mi fece l'occhiolino e si allontanò mentre io chiusi di scatto la bocca e mi affrettai a coprirmi. * Quanto sono stupida?!*
Si buttò sul mio letto, osservandomi.
Io mi rialzai e lo fissai male, con l'intento di farlo sentire in colpa...ma lui cominciò a ridere sempre più forte, questa però era una risata diversa, sembrava...sincera. E piacevole..."Insomma, cos'hai da ridere?!"
Gridai mettendo il muso.
Lui smise e mi fissò mordendosi il labbro."Sai, sei proprio irresistibile col broncio. Mi fa venire una voglia matta di farti capire chi comanda qui. Magari con qualche sculacciata. Eh?"
Rimasi ad occhi spalancati e deglutii a fatica. *L'ha detto davvero?*
Si alzò e cominciò ad avvicinarsi lentamente...
Chiusi gli occhi, aspettandomi la sculacciata. Ma lui si fermò proprio davanti a me.
Li aprii...i suoi occhi, così freddi, così distanti...Mi prense un braccio, alzò la manica e cominciò ad accarezzare le cicatrici col pollice. Sussulto...era il primo a vederle...
Abbassai la testa *ora mi dirà che sono una stupida, lo so.*
Ma no, non lo fece...
Alzò il mio polso verso il viso e cominciò a dare piccoli baci sulla pelle...ogni bacio bruciava, come se fosse fuoco."Basta! Non mi toccare!"
Mi allontanai, aprii la porta e corsi in cucina. Il petto scosso da affanni che non riescivo a controllare.
"Non puoi scappare!"
Mi urlò contro. Io non mi mossi. Chiusi gli occhi e mi portai le mani alle orecchie. Ma sentii le sue braccia che me le tolsero e mi spinsero contro un muro.
"Apri gli occhi! Guardami!"
Ringhiò.
"ALICE! GUARDAMI"
Mi sbatté contro il muro causando una fitta di dolore alla schiena
Li aprii lentamente...il suo viso era una smorfia di rabbia e i suoi occhi bruciavano.
Lo osservai affascinata, era terribile...ma non avevo paura...Pian piano sembrò rilassarsi, la presa sui miei polsi si allentò ma non accennava a mollarmi. I suoi occhi si addolcirono per un attimo. Prima di diventare freddi e distanti.
"Tu sei mia."
La voce bassa, ma forte. Con fermezza, come un ordine.
"Tu sei mia! Fai ciò che dico io!"
Annuii, piano.
"Brava, vedo che ci siamo capiti..."
Mi lasciò, non curandosi degli enormi lividi tutto intorno ai miei polsi.
"Tuo padre sta arrivando, non dirgli niente o sai cosa potrei fare."
Disse freddo andandosene.
"Sì...lo so..."
Si girò un attimo prima di scomparire dalla finestra.
"Ci vediamo domani, questo è solo l'inizio."