"ehy passerotto, che ci fai ancora sveglia?"
Una voce calda e forte. Poi due braccia pelose che mi stringono forte da sollevarmi.
"Papà, mettimi giù!" esclamai ridendo.
Mi fissò dolcemente con i suoi occhi marroni e accarezzandomi la guancia.
"Sei proprio come la tua mamma..."
Un velo di tristezza e nostalgia...
"Com'è andata al lavoro, oggi? Vuoi che ti preparo qualcosa da mangiare?"
chiesi cercando di sviare l'argomento è dirigendomi verso il frigo.
"Tranquilla passerotto, ho preso una pizza mentre tornavo dell'officina...il lavoro non è un granché, ma basta per mantenere questa baracca ahah"
Già...non è di certo il lavoro che sognava, ma dopo tutti quegli anni di alcolismo e depressione, non c'era nulla di meglio in giro...
"Cosa hai fatto ai polsi?"
oddio, i lividi ...
"Mi sono fatta male per sbaglio!"
Mi girai ed incontrai il suo sguardo inquisitore e preoccupato.
"Papà...è stato un incidente, non faccio più quelle cose."
Dissi cercando di apparire il più convinta possibile.
Dopo un attimo di esitazione il suo viso si rilassò e tornò all'espressione mite e pacata di sempre."Ora però ho molto sonno, vado a dormire, buonanotte..."
gli diedi un bacio sulla guancia e mi chiusi in camera mia.
La finestra era aperta, un vento freddo e il cielo senza stelle mi accolsero.
Chissà lui dov'è, se sta sporcando le sue mani ancora una volta del sangue di persone innocenti...
Mi stesi sul letto con mille domande e pensieri per la testa. Ascoltando il rumore della TV accesa in salotto (non ho mai capito l'amore di mio padre per le partite di calcio) e le macchine che passano per strada.