Mi risvegliai sul letto della mia camera. Ma come c'ero arrivata? Era tutto buio, e faceva freddo. Troppo freddo.
Mi alzai per chiudere la finestra, che fosse stato tutto un sogno? Ma proprio quando stavo per convincermi di essermi immaginata tutto, notai nella penombra una figura incappucciata.
Il suo viso era nascosto dal buio e dai lunghi capelli neri.
"Non hai urlato. Non hai paura di me, Alice?"
Non ero stupita sapesse il mio nome, ma non trovai la forza di proferire parola. Tanto che senso avrebbe avuto?
"Ti ho fatto una domanda. Dovresti rispondere."
A quel punto diventai tutta rossa e sbottai con non so quale coraggio:
"Trovo molto maleducato da parte tua entrare nella mia camera in questo modo!"
Ci fu un attimo di silenzio, poi cominciò a ridere, prima piano, poi sempre più forte.
"Ma insomma! Cos'hai da ridere?!"
Tutto tacque. Sentivo i suoi occhi fissi su di me. Poi si alzò e si avvicinò lentamente a me. Abbassandosi in modo da avere il viso alla stessa altezza del mio, si tirò giù il cappuccio, rivelando la pelle tumefatta dalla candeggina e incrostata di sangue secco.
"Sono un assassino, un crudele assassino. E tu mi sgridi perché sono entrato senza avvisare?"
Beh, aveva ragione ovviamente... ma non lo avrei mai ammesso, così come non avrei mai ammesso di essere terrorizzata.