Dove sei?
Lo aspettai per un pò fuori dalla scuola, c'era così poca gente in giro quel giorno, forse per tutti quegli attentati di cui si parlava tanto nei telegiornali...
*Mh, però comincia a far buio, è meglio che torni a casa, magari prendo la strada lunga.* pensai, non sapevo a cosa stessi andando incontro...Mentre pensavo, ascoltando una bella canzone, non mi accorsi che avevo preso una brutta via, dove mi aspettavano... loro.
Non li vidi, all'inizio.
Poi però improvvisamente qualcuno tirò la mia cuffietta."ehy belescia, non vuoi venire a fare un giro con noi?"
Odore di alcol, occhi rossi... rimasi bloccata lì, ad occhi spalancati.
Quanti sono? Come scappo? Che faccio?
Troppe domande, il panico."Me lo dai un bascetto?"
rise avvicinandosi pericolosamente. Un conato di disgusto mi assalì e lo spinsi via.
"Lasciatemi stare!"
cercai di correre via, ma mi afferrò il braccio. I suoi compagni ridevano con ancora le bottiglie in mano.
"Dai, non ti vvuoi divvertire un pò con noi, eh?"
"Aiuto! Qualcuno! Vi prego!"
Ma l'uomo mi mise una mano sulla bocca, io cominciai a dimenarmi cercando di fargli male, ma niente da fare...
"Aiutatemi ragazi, questa qui è un caratterino eheh, ma tranquilla babe, presto ti facciamo calmare noi"
Un brivido freddo mi percorse tutta la schiena.
Mi presero di peso e mi trascinarono nella viuzza accanto.
All'improvviso il pavimento, dolore alla testa e alla schiena. Qualcuno mi teneva per le braccia, qualcuno per le gambe.L'uomo di prima mi alzò la maglia e cominciò a stringermi forte il seno, facendomi male. Delle lacrime scensero dai miei occhi, cominciai a vedere tutto sfocato. Io urlavo, inutilmente, chiedevo aiuto ma...chi mai avrebbe potuto sentirmi?
Si alzò, si tirò giù i pantaloni e lo tirò fuori. Io girai la testa, disgustata.
Poi, dolore, mi prese dai capelli e me lo agitò davanti al viso.
Risate generali. Perché a me?
Mi aprì la bocca a forza e me lo ficcò in gola.
Non riuscivo a respirare.Poi, d'improvviso. Urla. Smisero di reggermi, così caddi a terra, rannicchiandomi. Non capii più nulla, i singhiozzi scossero il mio corpo.
Rumori vari per minuti, magari anche ore, per me non avrebbe fatto differenza. Poi, silenzio di tomba..Aprii gli occhi. Sangue.
Qualcuno mi tirò su di peso e cominciò a camminare. Vidi la sua felpa rovinata e appoggiando la testa al suo petto, chiusi gli occhi, lasciandomi andare.
Camminò per un pò, finché sentii che si fermò e mi sussurrò:
"Puoi scendere ora, sei al sicuro.."
Mi mise delicatamente in piedi, ma io mi aggrappai a lui. Avevo la testa che bruciava, il pavimento roteava e le gambe minacciavano di cedere. Cercai di biascicare una frase di senso compiuto, ma uscirono solo mormorii confusi.
"Ehy, ehy, non importa. Ci sono qua io. Tranquilla che quelli là non potranno mai più far male a nessuno!"
disse serio, con lo sguardo perso verso un punto lontano. Lo osservai e piano piano mi tranquilizzai, facendogli un sorriso debole.
"Okay...io...sono così stanca..."
I suoi occhi cominciarono a brillare in modo strano. Mi guardò un attimo e poi fece quel sorriso sghembo e malizioso, fissandomi intensamente.
"Certo! Vieni piccola, ti porto a letto io."
Subito sgranai gli occhi e gli tirai un colpo sulla spalla.
"Cazzo, nemmeno ora riesci ad essere serio! Pervertito!"
Lui fece una risata, ma una diversa da quelle sue solite, sadiche risatine.
Poi incatenò gli occhi ai miei e mi si avvicinò.
Sentii il rossore aumentare e delle strane sensazioni mi invasero il corpo, come ogni volta che ero con lui."Perché? Non ti piacerebbe forse?"
Provai ad allontanarmi ma sentii le ginocchia che stavano per cedere.
Lui mi premette un braccio sulla schiena, reggendomi e sorridendo lievemente spinse il mio corpo contro il suo...