Prologo

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Nella vita bisogna cambiare, non importa se un taglio di capelli o la propria routine quotidiana, bisogna cambiare.
Ma a volte puó succedere che non sei tu a cambiare, ma sono gli altri a cambiare te.

Tutto ebbe inizio una mattina d'autunno, precisamente il 20 novembre.
Da poco avevo compiuto i miei 19 anni e terminati gli studi decisi di prendermi un po di tempo lontana da tutto ció che mi aveva circondata fino ad allora.
I miei nonni paterni abitavano in un piccolo paese in provincia di Napoli, Somma Vesuviana, e accettai la loro proposta di andare ad abitare da loro per un pó di tempo.
Quella mattina faceva particolarmente freddo, così decisi di indossare la mia enorme felpa nera, un cappellino grigio, jeans neri e le mie amate all star.
Il nero mi rispecchiava molto, infatti era il mio colore preferito, lo stesso del mio cuore, nero corvino.

Dopo aver salutato i miei nonni uscì di casa indossando le cuffie e feci partire una canzone a caso, iniziando a camminare diretta ad un bar non molto distante.
Mentre camminavo picchiettavo le dita sul ventre da sopra la felpa e mimavo con le labbra il testo della canzone.
In una decina di minuti arrivai al bar, appena entrata mi sedetti ad un tavolo vicino alla parete in vetro, concentrata a guardare le persone camminare avanti e indietro per le strade.
Arrivó quasi subito un cameriere a prendere la mia ordinazione: un semplice cappuccino, che arrivó dopo poco.

Avevo ancora la musica accessa, per aiutare il mio cervello a mantenere la concentrazione, tenendo conto delle mie scarse ore di sonno.
Iniziai a bere il mio cappuccino ma una coppia dall'altra parte della strada attiró la mia attenzione: stavano litigando.
Lei aveva dei capelli lisci biondo cenere e sembrava veramente infuriata mentre lui era più alto, con dei capelli scuri e cercava in ogni modo di farla calmare provando ad abbracciarla e a spirgarle qualcosa.
Ad un certo punto lei urló qualcosa e si giró di scatto andandosene, lasciando lui lì da solo con un'espressione addolorata in viso.
Non só il perché ma mi ricordó una scena di un libro che mi piaceva molto: L'Attimo Perfetto.
Comunque sia, il ragazzo si passó la mano fra i capelli, provando a richiamarla ma lei non si voltó.
Allora si giró, e dopo aver attraversato la strada entró nel bar, andando a sedersi accanto ad un ragazzo posto su uno sgabello girato di schiena e lo richiamó.
Il ragazzo in questione si porse verso di lui, battendo una mano sulla sua schiena per consolarlo.
Iniziarono a parlare, quindi capì che si conoscevano, e della loro conversazione capì solo "Io e Alice abbiamo litigato" detto con una voce spezzata.
Decisi che era il momento di farmi i fatti miei, quindi presi il telefono e iniziai a vagare un pó su Wattpad alla ricerca di un nuovo libro da leggere, ma al momento nessun titolo mi ispirava.
Riposi il telefono in tasca, non prima di aver scelto una canzone, per poi prendere un paio di monete dalla tasca sinistra per pagare il cappuccino.
Mi alzai prendendo la tazza ormai vuota portandola al bancone, accanto a dove era seduto il ragazzo girato di spalle, che appena mi notó si ammutolì.
Lasciai i soldi sul bancone e prima che riuscissi ad andare via una voce mi bloccó.
"Ciao" disse lui
Mi girai nella sua direzione e sorrisi debolmente ricambiando il saluto.
La prima cosa che notai furono i suoi occhi, di un azzurro quasi raro, contornati da due occhiaie più marcate delle mie, segno che anche lui non dormisse molto.
Poi le sue labbra, molto carnose, quasi impossibili da non notare.
Prima che potesse aggiungere altro, mi avviai verso la porta e uscì dal bar.


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Salve!
Allora, questo é solo il prologo, e spero che vi piaccia.
Sono giorni che lavoro a questa storia, e sono abbastanza soddisfatta.
Comunque sia, se avete consiglia da darmi per migliorare qualcosa (non scrivo perfettamente, ne sono consapevole) ditemelo pure :)
Bene.. se volete votare la storia mi farebbe piacere, e vedró quando aggiornare ;)
Un bacio, Lisa.

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