Mi svegliai. I miei occhi sbattevano più e più volte, ma non riuscivano a vedere cosa ci fosse davanti a me. Buio, buio totale. Sentivo il mio corpo stranamente leggero, come se stesse fluttuando in aria. Per quanto provassi ad avvicinare le mani per stropicciarmi gli occhi non ci riuscivo. Qualcosa me lo impediva, anche sforzandomi di contrastare questa forza misteriosa. Improvvisamente si accese una fiamma in lontananza, di un rosso intenso, ma che non riusciva comunque ad illuminare l'area attorno ad essa. Cercai sforzandomi di andare verso essa, e mano a mano che avanzavo sentivo una strana sensazione dentro me, una piacevole ma alquanto terrificante sensazione di benessere in quell'ambiente così inospitale. Vedevo ancora sfocato, non riuscivo a camminare in linea retta, sembrava di essere ubriachi. Improvvisamente dietro di me sentì un sospiro, come se qualcuno mi stesse osservando. Provai a girarmi, ma il mio corpo non rispondeva alla perfezione ai miei comandi. Facevo fatica a mantenermi su due piedi, ma quando il mio sguardo fu nella direzione del sospiro tutto era svanito. –Sarà stata solo la mia immaginazione- Queste parole dette tra me e me riecheggiarono in tutta la stanza, come se avessi gridato a squarciagola. Ancora buio. Guardando attentamente la fiamma si poteva intravedere qualcosa al suo interno, un qualcosa di materiale. Sembrava essere il carburante di queste fiamme che, seppur bruciassero, non emettevano i tipici scoppiettii della legna secca che arde, o i tipici e sensuali movimenti delle lingue di fuoco, che assomigliano a delle ballerine di una compagnia che danzano per i loro spettatori. Il colore delle fiamme era di uno strano rosso intenso e, ad uno sguardo più attento (ci vedevo nuovamente!) erano amaranto. Alte circa due metri e immobili, erano il mio unico punto di riferimento in questa terra desolata. Mi avvicinai sempre di più, ora il mio corpo rispondeva efficacemente, e cominciai a notare che ciò che ardeva era una persona. Mi appropinquai a tirare fuori quell'individuo da lì, ma quando mi avvicinai, le fiamme si spensero e il buio torno a essere attorno a me. Ero riuscito a prendere in braccio l'individuo che, al tatto, capii che era una donna. Improvvisamente ebbi una strana sensazione, un dolce ricordo attraversò la mia mente.Era l'estate ed ero con lei, mi guardava, ma non vedevo il suo sguardo. Faceva male non vederla, ma già la sola sensazione di sapere che lei fosse accanto a me era un sollievo. Era coricata sul letto. La brezza estiva entrava dalla finestra leggermente socchiusa e i suoi capelli corvini si muovevano lentamente. Stava dormendo. Questa scena era la sera prima della partenza per la Francia. Ma perché la mia mente mi stava facendo vedere tutto ciò? Non c'era una spiegazione logica, ma non pretendevo neanche di trovarla. Il mio pensiero era proiettato a lei, e al suo modo sensuale che aveva anche di dormire. Il braccio teso che sorreggeva la testa, l'altro poggiato sui fianchi sinuosi.
Era tutto così reale....
Accarezzai i suoi capelli, sfiorandole leggermente il viso, per non svegliarla. I capelli mossi giacevano ora verso la parte esterna del letto, cadendo giù da quest'ultimo. La sentivo così viva, sentivo il suo calore sulla mia mano, sentivo il suo respiro, il suo cuore battere.
Improvvisamente aprì gli occhi, non erano i suoi, erano completamente neri, sembravano quelli di un demone. Si mise a sedere sul letto allontanandosi dalla mia mano. Da quello sguardo scesero delle lacrime di sangue, e mi gridò contro –PERCHE' TE NE SEI ANDATO! PERCHE' HAI LASCIATO CHE MI PRENDESSERO E MI UCCIDESSERO! – saltandomi addosso.
La mia mente si destò da quella visione, e avevo nuovamente la sensazione di sentirmi frastornato.
Improvvisamente si sentì un cuore battere, dapprima piano, poi sempre più forte, fino a spaccare i timpani.
Il corpo giaceva ancora sulle mie ginocchia. Portai le mie mani alle orecchie e provai a gridare, ma non usciva un filo di voce anche sforzandomi. Quel cuore continuava a battere all'impazzata, sempre più forte, sempre più rumorosamente, e anche avendo le orecchie tappate lo sentivo dappertutto. Ad un tratto le fiamme si accesero tutt'intorno, e rivelarono il corpo che avevo con me, completamente carbonizzato e ancora fumante. Era lei.
STAI LEGGENDO
L'anima del Dannato
FantasyInghilterra, 1428, guerra dei cent'anni. Aaron Parson, di ritorno dalla guerra, vede davanti ai suoi occhi quello che nessun uomo si augurerebbe mai di vedere: sua moglie è stata uccisa brutalmente dall'Ordine dei Cavalieri Assassini, un gruppo di u...