Arrivato davanti al grande portone in legno che legava le mura di cinta di Cambridge, le guardie della città sbarrarono la mia entrata incrociando le lunghe lance.-Non ti abbiamo mai visto da queste parti, cosa ci fai qui? – mi chiese uno dei due. Era un uomo sulla quarantina, con una vistosa cicatrice sulla guancia e una folta barba che si univa ai suoi capelli castani chiari, tendenti al rosso. Il secondo stava a fissarmi, come per scrutare il mio sguardo qualora avessi parlato, per notare qualche piccola smorfia sul mio viso che tradisse le mie parole. Mi era capitato centinaia di volte durante l'addestramento di essere messo così sotto pressione, quando dovevano insegnarci a non cedere alle torture del nemico, seppur estremamente brutali. La Corona va difesa fino all'ultimo istante di vita dicevano.
-Sono solo venuto a far visita alla proprietaria della locanda in piazza per conto di un amico. – risposi, senza lasciar trapelare nessun tipo di emozione dal tono della mia voce, risultando quasi apatico. La seconda guardia, più bassa dell'omone con la cicatrice, con un viso che avrebbe fatto ridere qualsiasi ragazzino in quanto molto simile ad un cinghiale, mi rispose –Noto che indossi l'armatura della Corona inglese, come noi. E dimmi, qual buon vento porta qui un soldato che invece di difendere sua Santità la Regina, va a zonzo per il regno a fare il ragazzo delle consegne per gli amici? Non sarai mica uno di quei viandanti che cercano problemi giù in città spero! - ridendo sotto i compatti baffi.
-Sono in congedo per delle ferite riportate durante la battaglia d'Orleans. Ora se non vi dispiace vorrei entrare in città per potermi godere un pasto caldo e un buon bicchiere di vino- il mio voltò mutò, inarcando le sopracciglia verso il basso e aprendo le narici. Quei due zotici mi davano sui nervi.
-Hai combattuto durante la battaglia ad Orleans? – disse il primo esterrefatto. –Scusa il mio collega, alle volte è proprio maleducato. Le do il benvenuto a Cambridge, spero possa godersi questo soggiorno e che trovi la pace che desidera! – Disse schiarendosi la voce e sollevò la lancia, esortando con lo sguardo il compagno a fare la stessa cosa. Mentre passavo il secondo mi disse all'orecchio –Ti tengo d'occhio, spero che non ci costringerai ad intervenire nell'eventualità succedesse qualcosa alla locanda. –
Lo osservai per qualche secondo. Aveva la tipica faccia di chi parla a sproposito avendo le spalle coperte dai compagni. La peggior specie di persone che possa esistere. Sputai accanto al suo piede destro, e continuai a camminare, tenendo ben stretta la corda che legava la martingala di Hug, che sembrava quasi spazientito.
Il grande portone venne aperto lentamente, segno che era pesante e ben costruito. Si sollevò qualche piede di polvere, e finalmente la cittadina fu ben visibile davanti a miei occhi. C'era un gran via vai di gente: chi stava da poco mettendo in bella mostra la propria mercanzia, chi invece stava aprendo la propria bottega. Alcuni ragazzi molto giovani erano indaffarati a portare oggetti e materiali di diverso tipo ai loro artigiani, mentre, proseguendo in linea retta, in lontananza si poteva osservare la vista del castello, con i suoi drappi blu maestosi in cima alle quattro torri di vedetta, mentre una seconda schiera di mura lo circondava. Le guardie avevano da poco messo giù il ponte levatoio, in quanto stavano cominciando a fare il consueto giro in città per controllare che tutto procedesse per il verso giusto, senza intoppi. Alla Chiesa, un ciarlatano gridava le sue preghiere alla folla che lo ascoltava. Povere quelle persone che si fanno abbindolare così dai discorsi. Un soldato fissava al tronco di un albero i resoconti di guerra durante l'assedio di Orleans. Diedi una breve occhiata, e lessi:
"La tenace resistenza dell'esercito francese mette in seria difficoltà i nostri fratelli che strenuamente continuano la loro avanzata per onorare la nostra Corona. Lodate nostro Signore e pregate affinché i vostri mariti o figli tornino sani e salvi a festeggiare la gloriosa vittoria."
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L'anima del Dannato
FantasyInghilterra, 1428, guerra dei cent'anni. Aaron Parson, di ritorno dalla guerra, vede davanti ai suoi occhi quello che nessun uomo si augurerebbe mai di vedere: sua moglie è stata uccisa brutalmente dall'Ordine dei Cavalieri Assassini, un gruppo di u...