Capitolo XI - Lotta Selvaggia

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Arretravo nella nebbia, tappando la voce strillante di Claire che aveva visto tutto, purtroppo. Le dissi sussurrando che se non li avessi attaccati in quel modo loro avrebbero fatto la stessa cosa con noi, infischiandosene di uccidere un uomo o una bambina, perché di fronte al Peccato siamo tutti uguali.

Cercai di attaccare le redini di Hug ad un alto albero di pino, pregando Claire di stare il più lontano possibile da me e da quel gruppo di cavalieri. Le dissi inoltre che se l'avessero trovata di dire che l'avevo rapita per avere un riscatto. Ora avevo dei conti da sistemare. Quel ragazzo era stato più diligente di quanto mi aspettassi portandomi alle costole un intero reparto dell'Ordine completo di generale.

Mi muovevo furtivamente tra la nebbia, cercando di capire dove sarebbe stato meglio attaccare il nemico, ma sapevo benissimo che se fossi uscito allo scoperto avrebbero preso il sopravvento su di me. Così nel mentre li osservavo da lontano, cercavo di trovare una soluzione che potesse fami uscire vincitore da questo scontro.

Erano in formazione, si proteggevano l'un l'altro. Era più difficile di quanto potessi credere. L'unica cosa che potevo fare era ingaggiare uno scontro con il generale, nel tentativo di eliminarlo e di mandare il suo manipolo di soldati allo sbaraglio. Nel frattempo, i soldati si guardavano attorno spaesati, cercando di carpire qualche movimento attorno alla loro posizione.

In lontananza si sentì Hug nitrire, così il generale indicò ai suoi uomini di dirigersi verso il punto in cui avevo lasciato Claire. Non potevo permettere che ciò accadesse, però questa forse sarebbe stata la mia unica occasione per provare un attacco a sorpresa nei confronti dei soldati nelle retrovie, che ora erano tutti orientati verso la direzione di Claire. Cercai di tenermi il più vicino possibile, senza però essere scoperto. I soldati ormai erano molto vicini alla ragazzina. Dovevo agire ora o mai più.

Mi avvicinai silenziosamente alle spalle di uno dei soldati al centro dell'ultima fila, estraendo lentamente la spada dal fodero e il pugnale dato in dotazione all'esercito inglese nel caso in cui si fosse persa la spada durante la frenesia della guerra. Presi un bel respiro, senza fare rumore, continuando ad avanzare alle spalle dell'ignaro soldato. Saltai. Mi aggrappai a lui con la mano destra che impugnava la spada e con la sinistra lo pugnalai dritto alla gola, sotto il mento, estraendo subito la lama dopo aver colpito. Mi staccai dalla presa del mio avversario, che cadeva quasi esamine, toccandosi la ferita inferta. Lanciai il coltello in aria, riprendendolo in posizione reversa, con la lama uscente dal palmo e dal mignolo della mano. Colpì il secondo soldato all'altezza della spalla con la spada, fermandomi probabilmente all'altezza dell'osso, troppo duro per essere tranciato, mentre con il coltello trafissi un altro uomo all'altezza del costato, proprio dove mancava la copertura della corazza, dove invece si intrecciavano le maglie di lamina di ferro. I due si inginocchiarono a terra, ma dovevo passare a colpirne altri, dato che ormai si erano tutti accorti della mia presenza. Quelli già feriti li avrei finiti in un secondo momento. Un soldato tentò di attaccarmi proprio mentre stavo estraendo la spada dal corpo del suo compagno, ma lo anticipai colpendolo con una spallata, prendendo comunque il colpo della sua spada sulla gamba, ferendomi leggermente. Eravamo entrambi caduti a terra, ma ero riuscito a colpirlo con l'arma dritto allo stomaco. Mi rialzai, facendo presa sul terreno grazie alla base offerta dal suo corpo, senza badare troppo alla ferita che mi ero procurato, ansimando leggermente. Lasciai cadere il coltello, non mi serviva più ormai. Alzai lo sguardo. Avevo ormai tutti i soldati schierati davanti a me con il generale avanti a tutti che mi guardava dritto negli occhi. Ci scambiavamo degli sguardi che parlavano di odio. Odio per essere un ribelle, odio per avermi tolto ciò che avevo di più caro.

-Ti sei mosso veramente bene attaccando i miei uomini di sorpresa, veramente vile da parte tua. – applaudiva il generale cominciando a camminare verso me.

L'anima del DannatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora