Kevin

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Ho scritto questo racconto per un contest qui su wattpad. Attendendo il verdetto, lo pubblico anche sul mio "libro".
Baci,
Cate❤

Ciao Lessi,
finalmente sei tornata. No, non andartene, so che posso metterti in imbarazzo... Non avere paura di me, piccola Lessi. Non sono pericoloso come dicono. Lessi, oggi ero un po' triste. Sai, hanno chiamato i miei genitori, come ogni mese, come ogni mese non hanno risposto, come ogni mese non verranno. Ma sai, Lessi, adesso sono un po' più felice, perché sai, Lessi, mi fai tornare il sorriso. Mi chiedi perché? Ma perché hai i suoi stessi occhi. Lucidi allo stesso modo. Non puoi immaginare, Lessi, in che modo riesca sempre a perdermi dentro di questi, tanto ero abituato a specchiarmi dentro i suoi. Erano così misteriosi, ma in tanti anni sono riuscito a capirli, sai Lessi. Non era facile capire Kevin, ma quando ci riuscivi dovevi essere estremamente delicato, dovevi essere vigile e capace di cogliere le sfumature più scure nei sui occhi, le venature sulle sue mani che si tendevano, la schiena che impercettibilmente si tirava. Sai Lessi, nei suoi occhi capivo certe cose a cui neanche lui era in grado di dare un nome. Lessi, io capivo i suoi bisogni prima che lui si rendesse conto di esigere aiuto.
Non formulava neanche il contorno del disagio, che già io gli proponevo una soluzione. Non velare i tuoi occhi di tristezza, come ha fatto lui. Non abbandonarmi. Lessi, sei speciale perché hai le sue stesse movenze, il suo stesso carattere taciturno, le stesse ciglia lunghe e fluttuose. Lessi, non abbandonarmi perché sei il mio unico legame con lui. Sei l'unica corda che può collegarci. Tra vita e morte sei lo spazio che ci separa. Lessi, non abbandonarmi perché sei l'unica energia che mi rimane per tentare di arrivare a Kevin. L'unica energia che mi permette di restare in vita, per me e per lui. Lessi, mi hanno costretto qui proprio perché non accettano che io viva per due. Non accettano che io non lo dimentichi. Ma sai, Lessi, non metteranno a tacere la mia bocca. Continuerò ad urlare il suo nome. Sempre. Ogni notte, con le vene che scoppiano, la gola che esplode, con le lacrime che bruciano le guance. Lessi io non abbandonerò il suo nome nell'ombra. Lessi, io mi rifiuto di perdere questa guerra. Lessi, loro non mi fermeranno. Mai.

Afferro Jeff per la spalla. Sta di nuovo parlando da solo. Ogni giorno, da anni. Sempre lo ritrovi a guardare una sedia proprio come si guarderebbe una persona. Ma lui parla con l'aria, con la luce inconsistente che entra dalla finestra, con la polvere leggera che, dopo aver danzato, si appoggia sulla seduta. "Jeff, alzati. "
"Oh, Chrissy, hai mandato via Lessi. " sospiro e mi mordo l'interno della guancia con tanta tenacia da sentire lo strappo sotto ai denti e il sangue che si sparge sulla lingua. "Jeff, alzati. Andiamo a mangiare. " gli accarezzo il viso, come posso forzare un allantono che costa così caro a questo povero ragazzo?
"Sai, Lessi mi piace un po'... Non nel senso che vorrei sposarla. Uh no, sarebbe come sposarmi con Kevin, e io gli voglio bene, ma sarebbe un po' strano. Come quando prendi un piatto di minestra, ma ti scotta le mani, ma tu lo tieni lo stesso. Che poi a me non piace molto la minestra. È più buona la pasta. È fatta a fili, come il maglione che ho nell'armadio. Sai, Chrissy "e volge lo sguardo su di me "quell'armadio non mi piace proprio." Devo interromperlo prima che la sua bocca raggiunga un ritmo più veloce dei suoi stessi pensieri. "Hai ragione Jeff, dovrei cambiarlo" "Chrissy perché non sono venuti i miei genitori oggi? " Mentre rifletto su cosa poter rispondere al ragazzo dai capelli ricci, abbiamo raggiunto la mensa dove si sono distribuite molte famiglie per il tanto atteso" Sabato delle visite". Jeff non ha mai ricevuto una visita dai genitori da quando è stato chiuso qui. "Hanno detto che è il compleanno di tua nonna, te la ricordi?" Sembra perso. Si specchia nel brodo chiaro e la pastina sembra creare delle lacrime sul sul viso sbiadito. "Kevin era felice con me" "Molto " E lo gli faccio impugnare il cucchiaio." E perché se n'è andato? " La stretta al cuore mi sorprende ogni volta. La sua sincerità che sembra crudele, ma lui non può odiare, Jeff non potrebbe mai fare un commento simile, se avesse la consapevolezza di poter recare sofferenza a qualcuno. "Perché non era felice con me" "Ma tu sei sua madre" Trattengo un singhiozzo e socchiudo gli occhi, mentre provo la fatica più grande nel dover affrontare i miei fantasmi. Jeff ha la capacità e l'energia necessaria a farmi tornare in mente sempre mio figlio, e ogni volta rimango distrutta e schiacciata dal peso che la sua spontaneità mi provoca. "Oh Jeff, lo ero."
~
Una forza mi tocca la spalla e lascio tuffare il cucchiaio nella ciotola. Mi volto e trovo Lessi, dagli occhi chiari e dal viso spento. Porto il mio indice alle labbra e soffio un po' d'aria a farle cogliere l'inadeguatezza della sua apparizione. Chrissy mi rivolge un'occhiata perplessa e le sue spesse sopracciglia nere si incurvano. "Scotta" mi giustifico, ma noto dall'aria stanca che non crederà alla mia menzogna. Pesca il cucchiaio e lo asciuga prima di porgermelo di nuovo. Ma quando tento di afferrarlo, la mano sottile di Lessi mi precede. "No!" mi scappa un'esclamazione dalle labbra e noto la speranza della donna diventare più pallida, cedendo il posto all'esasperazione. "Lessi, smettila. " bisbiglio, ma lei non mi risponde e ammicca un sorriso divertito. Comincia ad accarezzarmi i ricci, a toccarmi le mani. "Lessi smettila." Ma in realtà rido, perché è la prima volta che la vedo sorridere. E penso che il suo sorriso sia bellissimo. Radioso e luminoso, perde di lucentezza su un viso pallido. I suoi occhi diventano fessure, i capelli tirati indietro e posso solo ammirare la bellezza della sua aria selvaggia.
"Basta! " Lessi affievolisce, come un sogno, come un'apparizione, come Kevin, che prima c'è e poi scompare.
È Chrissy che l'ha pronunciato." Jeff, smettila... Mi dispiace, ma non c'è nessuna Lessi... " E guardo la sedia vuota vicino a me. Sfiora il mio braccio con la punta delle dita. "Non è Lessi, è solo il ricordo di Kevin. Il ricordo che non riesci ad abbandonare. " Le parole muoiono nella sua gola, è tangibile lo sforzo e la tenacia impiegata dalla donna nel pronunciare poche parole." Jeff? " E guardo la polvere sulle mie scarpe, come se fosse il sogno di Lessi che si frantuma su di me. "Chrissy...? " sussurro con una voce flebile. La donna si avvicina di più a me. Ma io mi allontano, ferito, umiliato, deriso. E ora capisco gli innumerevoli impegni dei miei genitori. Ora capisco il loro fronte legame con i parenti. Ora capisco il forte distacco con me. Lessi. Lessi come frutto della mia disperazione. Originata dalla mia mente accecata dal dolore, ma anche dalla confusione. Lessi come prova della mia debolezza. Lessi come conforto per una perdita incolmabile. Lessi come dimostrazione della mia stupidità. Voglio solo sprofondare nella vergogna, nel disagio. Vorrei solo non aver perso la mia vita dietro a una finzione, gli anni migliori dietro a un sogno. E poi sento un dito sfiorarmi le labbra con dolcezza. Alzo lo sguardo e mi specchio in un paio di occhi. I suoi. "Ciao Kevin."

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