Ero fuggito come un cerbiatto alla vista del cacciatore. Silenzioso, furtivo, con l'oscurità come alleata. Non avevo voglia di parlare, fare conoscenza, fingere entusiasmo. Non quella sera, con tutta la stanchezza data dalle poche ore di sonno. Mi ero limitato a guardarla, a vedere fino a che punto avrebbe retto col mio sguardo puntato addosso, per ben due volte. La seconda era stata più soft, però. Va bene così, mai mettere troppa soggezione tutta insieme. Ancora una volta avevo saputo usare magistralmente i miei occhi, mi complimentai con me stesso. Mi scappò un sorriso beffardo a ripensare alla sua reazione al primo sguardo, era visibilmente andata nel panico, poveretta. Chissà come riuscissi ad avere una così strana influenza sulle persone, mi ci divertivo anche. Pensando queste cose, camminavo per il giardino, osservando i palloncini appesi agli alberi e alla siepe, il festone con scritto "Buon Compleanno" e tante altre cose molto infantili, per ragazzi di 18-22 anni. Ma in fondo, cosa importava? Eravamo tutti amici -quasi tutti-, e fra amici non c'è bisogno di fare i seri. Fra amici non c'è bisogno di mentire. Se vogliamo essere infantili lo siamo, si basa su questo l'amicizia. Non ero così sicuro di essere davvero amico di qualcuno. Girellando fra i ragazzi e le ragazze ubriachi, che cantavano, ballavano e saltavano nel giardino a ritmo di musica, mi imbattei in un'insolita coppietta: Evelyn e Jake, le braccia l'uno sulle spalle dell'altra, ridevano come due pazzi, visibilmente ubriachi. Appena mi vide, lei si separò da Jake e corse verso di me, urlandomi che quella era la festa di compleanno più bella che avesse mai avuto. Abbozzai un sorriso e le risposi che ne ero felice, ma non feci in tempo a finire la frase che Jake le era saltato addosso e aveva iniziato a baciarla con trasporto. Quello fu il loro primo bacio, io sospettavo già da tempo che ci fosse qualcosa fra i due, ma come sempre avevo preferito stare a guardare come sarebbero andate le cose. Erano innamorati, si capiva da come si guardavano, da come avevano sempre un occhio di riguardo l'uno per l'altra. Erano innamorati e lo sapevano, era bastato loro solamente un po' di alcol per sbloccarsi, e adesso chissà per quanto tempo sarebbe durato il loro amore. L'amore. Lo avevo provato, una volta. Lei era una ragazza bellissima, con un cervello immenso, una voglia di vivere inesauribile. Era solo troppo timida, e molto probabilmente non ricambiava il mio amore. Così, quando mi dichiarai a lei davanti a molti altri ragazzi, divenni lo zimbello della scuola. Dopo qualche mese le acque si calmarono, ma io avevo già iniziato a cambiare il mio modo di approcciarmi alle altre persone, e rimasi segretamente innamorato di lei, finché non ci separammo per sempre, con il suo trasferimento in Australia. Non ho mai più provato quel sentimento, ne uccidevo ogni accenno sul nascere per paura di essere respinto.
E invece, quei due, avevano appena trovato la felicità.