Sesto capitolo

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Ero distrutta, la volevo, la volevo e la volevo ancora. Che Debora vada all'inferno! Dovrò conquistare Sara, non avevo altra scelta, e se non ci fossi riuscita l'avrei dovuta far soffrire. Non esiste amore senza odio, almeno questo ho imparato dalla vita. Era già mia, lo sentivo, ma lei non lo sapeva ancora, l' avrebbe scoperto presto.
Erano le tre e mezza del pomeriggio quando mi squilló il cellulare, non conoscevo il numero, ma risposi. Una voce conosciuta parlò: "Sei Ale?" ", tu chi sei?" " Sono Debora!" rispose. Ma che voleva da me? Aggiunse:" Ho notato come guardi Sara, non mi fai fessa con il tuo fare da fighettina, ti piace, eh?" " Di che parli?" mentii. "Non fare la stupida e non metterti contro di me, ti dico solo questo." Attaccò. É psicopatica, non aggiungo altro. Il mio amore per Sara era ben nascosto e anche le mie tendenze lesbo, ma lei aveva capito tutto. E ora? Dovevo agire, non mi restava niente altro da fare. Mandai un messaggio a Sara. "Teso devo parlarti, ci vediamo stasera alle 20.00, magari mangiamo qualcosa insieme." Era un appuntamento, ma non se ne sarebbe accorta. Non sono una ragazza che prende iniziativa, ma questa volta il mondo mi aveva detto di svegliarmi. Credo molto nei messaggi del cosmo, nnei segnali divini, non rimango indifferente a nulla, sono ansiosa e insicura, ma le circostanze richiedono il mio coraggio.
Rispose:" Teso? Signorina dove ti è uscito tutto questo affetto? Comunque , ti vengo a prendere alle 20.00" " No, vengo io a prendere te madame!" Risposi.
Quando si fece ora di prepararmi, cercai di farmi bella, mi misi una camicetta bianca con il colletto nero e una gonna a vita alta nera, le calze nere, i tacchi. Poi misi la matita nera, il mascara e il lucidalabbra.
Alle 19.45 mi avviai verso casa sua, alle 19.58 ero sotto da lei, bussai, mi aprì, era bellissima, stupenda, magnifica. Mi salutò con i soliti baci a destra e sinistra poi ci incamminammo. La portai in un ristorante non molto lontano da lì. Ci sedemmo: "Cosa desideri?" "Ale, mi spaventi, una pizza mi va bene!" "Ti porto a cena fuori e tu hai paura?" chiesi. Lei avvicinò la sua gamba alla mia sotto al tavolo, la strisciò sulla mia, la sentii e mi lasciò con il fiato sospeso. "Ho paura, ma non della cena." aggiunse. "E di cosa?" dissi avvicinando la mia mano alla sua. "Cosa dovevi dirmi?" cambiò il discorso. "Mi ha chiamata Debora, mi ha detto di starti lontana." "Non ascoltarla." rispose. "Non lo sto facendo da come puoi vedere!"
Ci servirono le pizze, mangiammo, pagai io, poi mi disse: " Vuoi venire da me?Non c'è nessuno a casa." Oddio mi aveva invitata a casa sua.. Non sa cosa le aspetta. "Sì, con piacere!"

_________________________________________Buon Natale lettori!<3 -D.

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