Settimo capitolo

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Arrivammo a casa sua, era davvero grande, la sua camera si trovata su un piano più alto, raggiungibile mediante scale a chiocciole.
"Prego, accomodati" mi disse. "Vuoi un bicchiere d'acqua o qualcos'altro?" "No, grazie Sara, sto bene così!" risposi. "Allora vieni di sopra, ti mostro la mia camera." Mi prese per la mano e la seguii. Immaginavo la sua stanza molto diversamente, lei è uan tipa tosta, ma non c'era nessun poster, nulla di questo tipo. Era sobria, le pareti erano tinte di bianco e in alto vi era una striscia lavorata grigia. Il suo letto aveva le sbarre di ferro intrecciate a formare alcuni disegni. Ma la cosa più bella era che tutta la stanza profumava di lei.
"Siediti Ale!" disse. Lo feci. Iniziammo a parlare, ma non ascoltavo ciò che diceva, la fissavo, ero estasiata dalla sua persona. Ad un tratto mise la sua mano sulla mia, fu un tocco leggero, delicato, un brivido mi pervase la schiena. Mi avvicinai lentamente a lei, lei rimase immobile, guardava in basso, mi avvicina i ancora e lo fece anche lei. La baciai, ricambiò, mi morse il labbro inferiore poi le nostre lingue iniziarono una dolce danza. Avvertivo un dolore sul basso ventre, la volevo tutta per me, ma ero titubante, correvo troppo?
Le misi una mano intorno ai fianchi, lei come risposta mi coronò il collo con le sue, poi si avvicinò con il bacino a me. Mi alzai lentamente, lo fece anche lei. Le sue mani iniziarono a scendere dal collo, alle scapole, da esse al seno. Era un segnale, scesi dai suoi fianchi e le sfiorai distrattamente l'intimità, emanò un gridolino trattenendosi. Avevo la strada spianata. La getta i sul letto, le alzai la maglia e cominciai a baciarle la pancia, poi il fianchi, poi più giù, sempre più giù, ma nel momento migliore mi fermai. Lei mi guardò con aria di disappunto e di vendetta. Mi tirò per un braccio con violenza, poi mi sfilò la gonna e le calze, mi guardò negli occhi, rise piano, avvicinò le sue labbra alla mia intimità sempre più piano. Morivo. Spostò gli slip dall' interno coscia e appoggiò le dita muovendole con delicatezza. "Ti piace?" disse sussurrando e mordendosi le labbra. "Non saprei." dissi sfidandola. Sfilò completamente gli slip, e iniziò ad assaporare la mia nudità. Andava piano poi veloce poi ancora piano. Trattenevo le grida. Passò al clitoride, prima con la bocca poi con movimenti circolari. Assecondavo i suoi movimenti. Stavo venendo, ma poi smise. "Che troia!" "Ale, se te lo guadagni, te lo finisco!"
Non me lo feci ripetere, mi fiondai su di lei, la bagnai bene con la mia saliva, al momento giusto infilai due dita muovendole e con l'altra mano il clitoride. Si dimenava fino a che venne. "Me lo sono meritata?" ", dai." Finì il mio servizietto, le squirtai il faccia, mi sculacciò. Poi ci baciammo, ci rivestimmo.
"Sara so che non è forse il momento più opportuno, ma mi piaci molto e provo forti sentimenti per te." "Ti amo anche io Ale!" Ero senza fiato, l'amavo davvero.

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