The Architect (Camren)

Capitolo 8: Caffè

Lauren si ritrovò nella casa in costruzione alle 3 a.m., aveva comprato una bottiglia di Vodka e si era seduta alla scrivania. "Che cosa diamine sto facendo?" chiese a se stessa mentre si riempì un buon bicchiere.

Tutto quello che aveva in testa era la commedia alla quale aveva dovuto partecipare con Shawn. Lo odiava, come quella stronza di Becky. A metà strada Lauren prese una penna e incominciò a scrivere tutti i pensieri che aveva in testa in una lettera per Camila. Aveva bisogno di far uscire i suoi sentimenti in un modo o nell'altro.

Cara, Fottuta Camila,

Fottiti Camila. Fottiti. Perché mi hai fatto questo? Ti odio perché mi stai facendo diventare pazza per te. Una fottuta persona su 7 miliardi mi sta facendo perdere la testa e non posso farci nulla. Dio, sei fottutamente adorabile, fantastica e quei tuo occhi marroni che mi fanno dimenticare di avere aria nei polmoni. Non riesco a smettere di pensarti. Spero di poter avere una pausa dal pensarti ma onestamente non so se lo farei se ne avessi la possibilità. So che dovevo essere professionale ma mi sono innamorata di te, tanto. Come ci si sente a perdere la testa per una donna meravigliosa quando non lo pensavi assolutamente? Sei la persona più amabile che ho mai conosciuto e non potrò mai essere tua perché sei innamorata di un ragazzo che non sa di essere il ragazzo più fortunato su questo fottuto mondo. Odio il fatto che si svegli vicino a te. Non ti merita. Nessuno, ma lui in particolare. Spero che esista un pianeta o una dimensione dove posso avere un'occasione con te.

Per sempre mai tua, Lauren.

Una Lauren ubriaca sistemò la lettera dentro l'involucro e la sigillò. Scrisse Camila Cabelo dietro e la baciò, dopo la nascose sulla scrivania. Si alzò e camminò verso il divano dove si sdraiò completamente.

Camila camminò dentro la camera da letto, il suo viso era avvolto da un'espressione preoccupata. Si sedette e lentamente appoggiò le sue cose, tirando dietro le coperte. Accarezzò le coperte ed emersero capelli scuri, neri. guardò vicino al cuscino e ne trovò altri. Milioni di pensieri le vennero in mente. Qualche giorno fa Camila aveva trovato una palla di capelli in bagno ma sapeva che l'unico maschio che veniva nella casa era Shawn. Le lenzuola odoravano di lui, ma anche di qualcun altro. Qualcuno che non era lei. Cadde nel pavimento tenendosi la faccia tra le ginocchia e pianse. Rabbia, confusione, paura, rifiuto, erano solo un paio di emozioni che sentiva. Sapeva che doveva calmarsi. Non c'era altra scelta. Camila era qualcuna che si poteva sostituire. Camminò vero la cucina e prese bottiglie e bottiglie di liquore e dopo aver bevuto continuava a fare mare. Quando le bottiglie furono completamente vuote la gola di Camila bruciava e il cuore affogava.

"Lauren!!! Lauren!!" urlò Dinah scuotendo la sua amica violentemente.

"C-Cosa?" disse Lauren alzando di poco la testa.

"Oh mio dio, pensavo fossi morta!" disse Dinah con gli occhi bagnati.

"Non sono morta ho solo bevuto parecchio." disse l'architetto strofinandosi le tempie.

"Lo vedo!" disse Dinah colpendo l'amica.

"Quale parte di postumi della sbornia non hai capito?" rise Lauren

"Oh l'ho capito, non capisco perché t sei ubriacata a lavoro."

"Che?" disse Lauren guardandosi intorno e realizzando così di non avere la minima idea su cosa ci facesse lì.

"Vai dentro, lavati e prendi de caffè," ordinò la donna.

Lauren si alzò a fatica e si trascinò per la casa. Faceva caldo, molto caldo, tanto che sentiva la bola bruciare per quanto alta fosse la temperatura dentro la casa.

"Camila! Oh mio dio! Mi hai spaventata a morte!" strillò.

"Non pensavi fossi qui vero?" biascicò Camila.

"No. Non lo pensavo. Sei ubriaca?" chiese l'architetto.

"Stavi cercando Shawn?" chiese innocentemente.

"Cosa? No? Stavo andando a fare il caffè."

"Certo. Adesso è così che funziona? Tu vieni qui....cechi il caffè" delle grandi risate si fecero largo in stanza.

"Cos." Lauren incominciò ma Camila la interruppe.

"Aspetta non ho finito... tu ti fai la doccia. Lui sta proprio qui così può guardarti camminare nuda."

"Camila." Lauren incominciò ancora, completamente confusa.

"No! Lasciami parlare!" urlò Camila più forte spaventando Lauren. "Lo hai sedotto, ci sei andata a letto e mi hai tradita."

Lauren realizzò quello che l'altra donna le stava dicendo. Camila credeva che fosse Lauren a dormire con Shawn.

"Camila, io.. Cam, te l'ho detto che sono les-"

"LESBICA?!" Camila rise "Sei una fottuta bugiarda."

"Cam, sei ubriaca. Non sai quello che stai dicendo." tremò la brunetta.

"Non mancarmi di rispetto in questo fottuto modo!" pianse lanciando la bottiglia di Vodka dall'altra parte della stanza. Lauren sussultò quando la sentì frantumarsi in mille pezzi. "Lunghi, scuri capelli neri, sei sempre così dolce con lui, e ultimamente siete stati così imbarazzati quando eravate vicini."

"Camila, questo non ha senso!"

"Oh, ma è così! Le cose sono davvero davvero così!"

"Ti prego, Cam, ti prego calmati."

Si alzò e afferrò una cartella da sopra la sua scrivania.

"Sei fottutamente licenziata." disse strappando quello che aveva le sembianze di un contratto.

"Camila..."

"Sparisci dalla mia vista!" schernì

"Te ne pentirai di questo, perché nel momento in cui io uscirò dalla porta, Camila non tornerò e on importa quanto sobria e dispiaciuta sarai." pianse Lauren. Le lacrime scendevano dal suo viso in un misto di rabbia e tristezza.

"Sono sobria abbastanza da sapere che tipo di persona sei, adesso fuori."

Lauren uscì fuori precipitandosi in macchina e se ne andò, lasciando il segno della sgommata nell'asfalto del parcheggio.

Camila aprì un altro scomparto da dove tirò fuori una tequila e pianse ubriaca. Il mal di testa ebbe la meglio e si addormentò.

Lauren andò nell'unico posto dove poteva e che conosceva. Si piazzò vicino all'appartamento di Ally dove la ragazza stava guardando qualche puntata di serie tv che loro due erano solite guardare. La brunetta su precipitò tra le sue braccia e pianse come non aveva fatto più da molto tempo.

"Lauren?" sussurrò Ally.