Il respiro si liberava nell'aria per il gelo
ma a scaldarci c'era quel pianoforte.
Che dico, era l'invidia
l'anima per cui ardevo
Che è madre di chi sa
Che merita di piu dalla sorte.Se solo le tue mani
che sembrano scottarsi sui tasti
danzassero sul mio volto
allo stesso modo, e dico
senza preferire queste note
che, si concedono a tutti come libertine
forse, penso, forse, dico
questa madre trovata si placherebbe.Sono dita che corrono
occhi, che seguono
e il mio corpo, qui è un fremito
che sfugge alla ragione.Fuggono come Bach
e io le rincorro, anche nel buio.
Se fossi cieco, sarei gia abituato
e sicchè non lo sono,brucia.
Soffro se inciampo.Però il suono mi raggiunge
ciò che provo è come il sole
il cui splendore non può essere visto
ma aperti gli occhi vedo lei.Lei che splende.
Lei, che sorride ad ogni tasto
e anche se fa freddo, è per me che suona.Ora mia madre non ha motivo di restare.
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I Petali (dei fiori del male)
PoetryTempo fa mi lasciai prendere da Charles Baudelaire, un "maledetto", un uomo la cui poesia ruvidamente cruda è stata capace di catturarmi proprio per il modo in cui sapeva coinvolgere. Il lettore si ritrova catapultato nel cuore e nella mente di Baud...