Toccata e fuga, sul pianoforte

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Il respiro si liberava nell'aria per il gelo
ma a scaldarci c'era quel pianoforte.
Che dico, era l'invidia
l'anima per cui ardevo
Che è madre di chi sa
Che merita di piu dalla sorte.

Se solo le tue mani
che sembrano scottarsi sui tasti
danzassero sul mio volto
allo stesso modo, e dico
senza preferire queste note
che, si concedono a tutti come libertine
forse, penso, forse, dico
questa madre trovata si placherebbe.

Sono dita che corrono
occhi, che seguono
e il mio corpo, qui è un fremito
che sfugge alla ragione.

Fuggono come Bach
e io le rincorro, anche nel buio.
Se fossi cieco, sarei gia abituato
e sicchè non lo sono,brucia.
Soffro se inciampo.

Però il suono mi raggiunge
ciò che provo è come il sole
il cui splendore non può essere visto
ma aperti gli occhi vedo lei.

Lei che splende.
Lei, che sorride ad ogni tasto
e anche se fa freddo, è per me che suona.

Ora mia madre non ha motivo di restare.



I Petali (dei fiori del male)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora