Depressione

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Mi avevi chiesto di osservarti attentamente, anche per qualche ora.
Non ti importava quanto tempo avessi bisogno, ma volevi che ti dipingessi. Avevi bisogno di guardare il tuo riflesso su una tela per ritrovare la tua essenza.
Ma non l'ho fatto.
I tuoi occhioni verdi mi guardano increduli ora. Sei così deliziosamente fragile. Vorrei che tu chiudessi quei pozzi di paura e lasciassi che io sfiorassi il tuo viso. Vorrei poterti accarezzare le guance che mille volte sono state solcate da fiumi in piena di tristezza. Ti stringerei in un abbraccio e ti lascerei nascondere il tuo viso nell'incavo del mio collo. Inspirerei il tuo profumo e bacerei la tua fronte. Ti stringerei così forte che potrei persino aggiustare tutti i pezzi del tuo corpo. Ti stringerei così forte da toglierti il fiato e ti donerei il mio se fosse necessario.

Mi avevi chiesto di osservarti attentamente, non importava quanto a lungo.
Ma quello che tu non sai e io non dirò mai è che io ti sapevo a memoria. I miei occhi avevano scorso ogni singolo tuo movimento. Erano avidi di te, lo ammetto. Ma non hanno colpa, guardati. Guarda la tua pelle soffice e chiara come la porcellana. Dimmi, come avrei potuto donare alla tela il leggero rossore che le tue goti hanno quando fisso per qualche secondo di più il tuo viso? Come potrei trasmettere la voglia di morderti delicatamente le labbra quando abbassi lo sguardo e le inumidisci distrattamente con la lingua? Come potrei dipingere ogni singola sfumatura dei tuoi capelli castani?
Dimmelo, ti supplico. Trova una risposta e giuro che non chiuderò occhio finché non avrò colto la tua essenza e non l'avrò immortalata in questa tela sbiadita.

Mi avevi chiesto di osservarti attentamente e di intrappolarti in un tela.
Ma penso che tu sia già intrappolata da troppe persone e cose. Dimmi, lui non ti basta? Scorgo ogni notte la luce della candela che tieni accesa finché non si consuma completamente. Lo aspetti ogni maledetta sera mentre piangi ininterrottamente. Il tuo corpo è scosso da violenti ricordi e promesse rotte. Le tue labbra sanguinano l'amore che non ti ha mai dato e i tuoi occhi piangono lacrime di terrore. Terrore che lui non scelga te, terrore che lui non ritorni da te. Ma non vedi? Lui non ti ha mai scelta. Forse, però, il fatto che tornasse da te era sufficiente. Beh, fammi dire che tu meriti di meglio.
In queste notti ho imparato a distinguere i tuoi sospiri dai tuoi singhiozzi. Le tue grida taciute dai pugni contro il cuscino. Lo sai quante volte ho voluto attraversare quel maledetto corridoio, recarmi da te, spegnere quella candela e prenderti tra le braccia? Avrei cucito le tue ferite e avrei posato un tenero bacio su ognuna de esse affinché facessero meno male. Ti avrei cullata tra le mie braccia e sussurrato che ti amo fino a farti addormentare. Ma non l'ho mai fatto. E questi sospiri che ora escono dalla mia bocca muoiono in una stanza buia e fredda, proprio come la tua.

Perché avrei dovuto dipingerti?
Io non voglio intrappolarti. Io voglio liberarti da tutto quello che ti ha reso così vulnerabile e fragile. Se avessi un paio di ali, ne taglierei una e te la darei, ti cingerei il fianco e ti convincerei a spiccare in volo con me.
Ancora sento le grida e gli applausi di apprezzamento della sera scorsa. Amano i miei quadri, ma mai quanto io ami te. Dicono che sia bravo a fare i ritratti, che colgo l'anima delle persone e la ricreo in una semplice tela. Ma ora dimmi, come potrei ricreare tutte queste parole e migliaia d'altre in una tela? Dimmi come posso farlo? Mi rifiuto.

Ho imparato ad osservarti e ad amarti senza alcuna riserva. E se loro vorranno che io ti dipinga, dirò loro che si specchino nei miei occhi perché solo lì potranno trovare la tua copia più fedele. Lì troveranno te e il mio amore.

Come ho già detto in precedenza, il nome di ogni capitolo corrisponde al titolo originale del quadro in questione. In questo caso non rispecchia il contenuto della storia.

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