Non so bene cosa provavo quando presi quella decisione. Ero completamente piena di te e così vuota di me che credetti fosse la scelta giusta. Per me, per il mio corpo, per la mia pelle.
Queste mie parole non ti sarebbero mai piaciute e io le ho taciute per così tanto tempo, che ho perso il conto.Respira. Inspira ed espira.
Sento le tue mani percorrere il mio viso piano in modo gentile. Accarezzi il mento, le labbra, le guance e arrivi al mio collo. La tua mano destra lo percorre tutto e poi lo stringe appena più forte. Lo tiri indietro e io non oppongo resistenza. Mi piace il tuo tocco un po' dolce e un po' rude.
Ti sorrido mentre ti guardo dritto negli occhi. Ti è sempre piaciuto il mio sguardo e io l'ho sempre saputo, anche se fingevo il contrario.
Sento le mie guance calde e le mie labbra sono in fiamme. Il tuo respiro è diventato affannoso sull'incavo del mio collo e questo mi fa sfuggire una tenue risata compiaciuta.
Vorrei averti più vicino. Vorrei poter sentire meglio il tuo corpo. Ti stringo a me, ma la tua mano libera mi ferma e stringe entrambe le mie braccia dietro la mia schiena. Le stringe forte con fare possessivo e con l'altra mano scuoti il mio capo.
-Non provarci neanche. Si fa a modo mio qui- sussurra mentre un ghigno incomincia ad oscurare il suo viso.Me ne sono andata perché ero così vicina, che non potevo mettere a fuoco ciò che c'era attorno a me. Sono partita perché avevo bisogno che le mie mani fossero libere per ridarmi la vita che mi hai tolto. I tuoi occhi erano così vicini a me, che non vedevo altro. Mi rispecchiavo in essi, ma non vedevo me. Vedevo solo te.
Respira. Inspira ed espira.
La tua impazienza sembra essere più importante del vestito che hai appena rotto nel tentativo di sfilarmelo. Era da tanto che non me ne compravi uno e adesso giace strappato sul pavimento. Dubito che potrò utilizzarlo ancora. Forse sono ingrata, dovrei ringraziarti per avermelo comprato anche se non lo meritavo.
Mi prendi per la vita e con fare brusco mi getti sul letto. Il mio corpo rimbalza sul materasso e tu sghignazzi.
Sento la puzza di alcool invadere ogni tessuto del mio corpo e mi lascio sfuggire una smorfia di disgusto.
-Cosa c'è che non va ora?- grida lui notandola.
L'ha vista.
-Ti ho chiesto cosa diavolo ti disturba così tanto?-
Non ho le forze per rispondere e lo guardo mentre prego che incominci a ridere e riprenda quello che stava facendo.
-Non vuoi rispondere? Bene! Allora mi costringi a farlo! Non dire che poi non lo meriti.-
Fece qualche passo indietro e si tolse la cintura. Traballò a causa della sua sbronza, ma in pochi minuti stringeva in mano la sua cintura.
-Ora farò in modo che tu capisca dove hai sbagliato. Ci siamo intesi?- disse lui senza togliere lo sguardo dal mio viso. Si mosse in modo incerto e alzò quello strumento per poi farlo scoccare sul mio corpo.Come posso spiegarti che spezzi gli angoli del mio corpo? Sono diventata cenere tra le tue mani e mi hai fatto perdere la ragione. Ma tutto sembrava così perfetto con te attorno a me. Le tue braccia sapevano come stringermi per ricongiungere i resti del mio corpo che avevi frantumato poco prima.
Aprivo piano piano gli occhi per paura di trovarti vicino.
Il mio corpo non ne poteva più, capisci? Ecco perché sono andata via. Perché quando tu non sei con me, nessuno raccoglie la mia anima calpestata. E tu non ci sei quasi mai.Stesa sul letto con la testa appoggiata sul suo petto nudo. Inerme, nuda e indifesa.
Lui giocherella con una ciocca dei miei capelli e io non oso né dire né fare niente. Cerco di controllare la mia respirazione, non voglio che scorga qualcosa di strano in me. Non anche questa volta.
-Adoro il tuo corpo, sei così bella- dice mentre con la sua mano accarezza il mio fianco sinistro per poi passare all'ombelico e arrivare al mio petto. -La tua pelle è la mia tela- afferma ridendo e sfiorando i lividi che lui stesso mi provocava. Alzo lo sguardo e lo guardo. È così spensierato, così felice e quelle parole sono sembrate così normali da fare male. Il mio corpo si contorce involontariamente sentendo dolore. Guardo "la sua tela" e noto grandi macchie viola, verdi e blu intenso. Cosa sono diventata? La mia vista si offusca a causa delle lacrime che impediscono la mia vista. Chiudo gli occhi per qualche secondo.
Respira. Inspira ed espira. Controllati.
Li riapro e lui è sparito dalla stanza lasciandomi completamente sola, nuda e dolorante in quel letto così pieno di passione, ossessione, delirio, tormento, dolore e rimpianti.Sto lasciando cadere la mia pelle disidratata a causa dell'assenza del tuo amore, della tua delicatezza, della tua umidità. Cade la mia pelle rotta e lascia spazio a quella nuova. Ho bisogno di respirare ossigeno, di respirare la mia assenza per tramutarla nella mia essenza. Voglio respirare e voglio farlo lontano da te. Perché io sono una donna e non una tela che puoi macchiare con la tua ira e violenza.
E ora sono stesa in questa terra. Le lascio tutta la tua aridità e aspetto che la pioggia risani la mia anima e le mie ferite. E quando laverà via tutto da me, mi rialzerò e inizierò a far crescere le radici che hai sempre tagliato e gettato via.
Lo farò per me.
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Riflessi
General Fiction"Il lavoro del pittore non finisce col suo quadro: finisce negli occhi di chi lo guarda." Alberto Sughi Vi siete mai domandati cosa si celi dietro un quadro? Quali e quante interpretazioni possa avere un dipinto? Vi offro una serie di quadri famos...