CAPITOLO 9

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Questa mattina mi sono alzata contro voglia dal letto e non ho la testa per andare a lezione. Sto studiando tantissimo in questi giorni, quindi credo che per una volta mi concederò una giornata di riposo. Laura è già in doccia e sono le 7.30 del mattino.
"Laura io rimango a casa oggi! Tu va pure! Preferisco studiare tutta la mattinata che ascoltare ore e ore di spiegazione!" Credo che sia stupita dalla mia confessione perché ha aperto la porta del bagno violentemente e mi guarda perplessa.
"Ho detto qualcosa di sbagliato?" Domando incredula.
"Non vuoi andare, sul serio? Waoh, non credevo che fossi il tipo di ragazza che salta le lezioni! Beh, se non ci vai tu, non ci vado nemmeno io e poi... Non ho voglia di vedere quel bastardo di Justin. Non immagini cosa ha combinato!" Si siede sul letto e si infila il pigiama, intanto parla ma non la sto ascoltando.
"Aspetta aspetta prima di continuare... Sei sicura di non volerci andare? Non sei obbligata a restare con me!"
"Tranquilla, non ho quasi mai saltato lezione e oggi è venerdì, quindi ci facciamo un bel fine settimana! Comunque dicevo..." E ricomincia a parlare. In poche parole si è arrabbiata perché Justin non vuole portarla con sé ad una cena con i suoi vecchi amici di Pisa per caso in città questa sera, ma lei insiste e crede che lui abbia un'altra. Mi fa ridere questa sua insensata gelosia: capisco il ragazzo, vuole solo passare una serata tra amici maschi e non vedo quale sia il problema se per una sera stanno separati. Ricordo queste idee folli d'amore, le abbiamo passate tutti quindi non posso sfotterla o rassicurarla perché non servirà a niente.
"Sai che ti dico? Questa sera ci divertiremo noi due sole, senza ragazzi. Basteranno film d'amore, bottiglie di vodka e qualche pazza scommessa!" Mi guarda con aria divertita, ma non posso che essere terrorizzata. Laura non regge bene l'alcol, direi che non lo regge e basta. L'idea che si ubriachi senza che abbia la supervisione di un adulto mi lascia perplessa: io non sono minimamente capace di gestire queste situazioni.
"Non so Laura, non mi convinci molto! Comunque abbiamo tutto il pomeriggio per pensarci, ora se non ti dispiace esci dalla mia stanza, devo studiare!" La prendo delicatamente per la mano e la conduco fuori.
"Va bene studia pure! Ma non credere che cambierò idea: questa sera ci divertiamo, punto!" La sento allontanarsi dalla porta e mi sento sollevata. So perfettamente che è testarda, quindi dovrei già prepararmi psicologicamente alle stronzate che mi obbligherà a fare stasera.

Ore 22.15
Laura non smette di ridere, ed è il quarto bicchiere di vetro che fa cadere a terra senza che se ne accorga. Siamo completamente ubriache cazzo, lo testimoniano le 3 bottiglie di vodka vuote. Non so cosa mi sia preso, ma un bicchiere ha tirato l'altro. La testa mi scoppia, credo che vomiterò tra qualche istante, ma non m'importa.
"Ti ssfido a duelllo!" Ridiamo insieme ad ogni frase che pronunciamo, lei è completamente fatta, non riesce a completare una frase di senso compiuto!
"Accommodati anche pure!" Però io di certo non sto meglio di lei.
"Obbliggo o verità?" Mi chiede sorseggiando questa volta una birra.
"Obbbligo!" No no no, che cazzo ho detto, perché! Provo ad alzare un dito per rimangiarmi ciò che ho detto, ma capisco che è troppo tardi. Non prevedo nulla di buono. Laura sfodera un sorriso minaccioso e divertito, immagino cosa potrà pensare in quella testa fatta...
"Allora..." Un mega rutto appena uscito dalla sua bocca la fa divertire, ma poi espone la sua idea.
"Ti obbligo ad andare vestita così in pigiama al supermercato qui affianco e stare dentro per almeno quindici minuti. Io ti osserverò da fuori. Ovviamente se hai le palle, altrimenti puoi tornare in camera a dormire o magari a studiare!" È pazza, completamente! Non so cosa mi sia passato per la testa in quel momento e mi vergogno tanto di essere stata così stupida.
"Cosa ci facciamo ancora qui? Andiamo!" Mi sono fatta prendere dall'adrenalina, dal gioco... Ma più che altro dall'alcol.
Prendiamo l'ascensore barcollando e aggrappandoci alla ringhiera interna. Laura batte le mani e non so perché. Appena arriviamo all'ingresso del palazzo due signori ci guardano con la bocca aperta, stanno farfugliando qualcosa, ma non riesco a capire visto che sto aiutando Laura ad alzarsi da terra, è appena caduta come fosse... una ragazza ubriaca.
"Laura alzati, forza!" Rido così tanto che mi fa male la pancia e sento sempre di più risalire tutto ciò che ho bevuto. La mia amica ha le lacrime agli occhi per le risate e credo che non si sia divertita mai così tanto.
Siamo a pochi metri dal supermercato e non vedo l'ora di fare questa grande figura di merda, non so proprio perché mi passano idee stravaganti dalla testa.
"Eccoci! Allora, pronta?" Avrei dovuto dire no, lo so, avrei dovuto dire che è una cazzata e che dovevamo ritornare nell'appartamento, lo so lo so, è invece...
"Mai stata più pronta! Okay, vado! Tu goditi il panorama!" Le sfoggio uno dei miei sorrisi più sinceri.
"Senza un minimo dubbio amica!" La cosa ancora più assurda è che Laura non si è cambiata prima di uscire: indossa il pigiama anche lei e dubito che se ne sia accorta, ubriaca com'é. Alla fine forse non sarò solo io la ragazza più ridicola di Roma questa sera: ho trovato una consolazione.
Appena entro nel negozio lo sguardo di tutte le persone presenti cade su di me e sul mio adorabile pigiama. Alcune ridono, altre non capiscono se sia uno scherzo, altre fanno finta di niente.
"Buonasera a tutti!" Grido un po' troppo e sento addirittura fuori il supermercato Laura in preda ad una risata isterica. Cammino tra i corridoi anche se faccio fatica a stare in piedi, incontrando facce di sconosciuti che mi avrebbero ricordato a vita. Tutti mi osservano senza farsi problemi e non posso biasimarli. In realtà non provo alcun sentimento: né ansia, né imbarazzo, solo divertimento e questo è un punto a favore dell'alcol. Mentre rido senza motivazione, un ragazzo a qualche metro distante da me si avvicina quasi correndo, sembra preoccupato e adesso che i suoi occhi sono abbastanza vicino ai miei ho capito chi è.
"Jasmine, che cazzo stai facendo? Sei completamente ubriaca!" Jim mi prende il polso e mi cinge i fianchi.
"Ubriaca io? Ma chè!" Rido di nuovo così tanto che tutto mi viene su e provo un po' di imbarazzo quando vedo le scarpe di Jim completamente sporche di vomito. Gli ho sboccato addosso, non ci credo. Vorrei dire qualcosa, ma l'alcol me lo impedisce e comincio a sentirmi male. Rido e poi mi scuso.
"Se non fossi ubriaca ti ucciderei in questo momento! Cazzo, Jasmine!" Si guarda le scarpe schifato e dopo mi conduce verso l'uscita.
"Mi scusi, non succederà più!" Jim si rivolge al commesso senza parole e dopo mi trascina fuori. Laura è ancora con le lacrime agli occhi e fa ridere anche me.
"Jasmine, o mio dio... Muoio!" La mia amica mette le mani sulla pancia e intanto si sbellica di risate.
"Ma che avete voi due stasera? Forza, torniamo a casa!" Jim prende anche il polso di Laura e ci conduce verso l'appartamento. Lui non sembra per niente divertito, anzi è molto serio e forse anche arrabbiato.
"Va bene papà!" Rispondo ironica. A quel punto riesco a strappargli un sorrisino.
Una volta preso l'ascensore e arrivate all'appartamento Laura va dritta in camera senza dire una parola ed io rimango in soggiorno con Jim.
La mia mente comincia ad essere un po' più lucida.
"Ma che vi è preso?"
"Ma niente! Stavamo giocando a obbligo o verità! Forse abbiamo bevuto un po' troppo, sì..." Guardo le bottiglie di vodka vuote e i bicchieri di vetro rotti sul pavimento.
"Non credi che siete un po' cresciute per questi giochi? Non so cosa sarebbe successo se non ci fossi stato io." Continua a fissarmi, ma si sta calmando e forse adesso comincia ad essere divertito.
"Bèh, non credere che adesso ti ringrazierò a vita, mio caro. Ci sarebbe stato qualcun'altro che mi avrebbe portata a casa!" Lo guardo mentre si toglie le scarpe sporche di vomito.
"E credi che se fosse stato un pervertito, non ti avrebbe scopata nelle condizioni in cui sei? Forza Jasmine, pensavo fossi più intelligente. L'ultima volta che ti ho lasciata sola con un vestito sexy, sei stata praticamente violentata!" Ride e mi fissa. Arrossisco a quelle parole, ma dall'altra parte provo un senso di disgusto pensando alle mani di quel tizio su di me.
"Si certo Jim! Chi non vorrebbe scopare una ragazza uscita da casa col pigiama? Già, proprio sexy!" Sono in ansia pensando a ciò che dirà.
"Bèh, io lo farei piccola!"
Lo fisso minacciosa.
"Ovviamente se non si fosse trattato di te e fosse stata una puttana!" Non so se essere arrabbiata o sollevata, ma cerco di non farci caso.
"Okay, direi che te ne dovresti andare! Sono le 11 e vorrei andare a dormire!" Lui è ancora seduto comodamente sul divano. Io raccolgo i pezzi di vetro con la paletta.
"Ti ho appena salvata da un possibile disastro, sono senza scarpe a causa tua, è venerdì sera e non ho un cazzo da fare; quindi credo che resterò."
Cerco di ribattere, ma non voglio essere maleducata e cacciarlo da casa.
"Inoltre non sei del tutto sobria ancora e non voglio ritrovarti in farmacia questa volta con indosso un costumino da bagno, anche se... non sarebbe male!" Ha uno sguardo da maniaco mentre osserva le mie gambe.
"Jim!" Dico cercando di fargli rimangiare ciò che ha detto e arrossisco di nuovo, non so perché.
"Scusa piccola, ma non è colpa mia se... sei... Niente! Allora, guardiamo un film?" Sembra nervoso, sposta lo sguardo sulla Tv e afferra il telecomando.
Sono ancora indecisa se farlo restare o cacciarlo via, ma pensandoci bene non credo ci sia nulla di male a guardare un film con un amico. Allora mi arrendo, lascio tutto il casino promettendo di ripulire domani mattina.
"D'accordo, ma appena finisce il film te ne vai, okay?" Mi siedo sul divano cercando di lasciare spazio tra i nostri corpi ed evitare momenti imbarazzanti.
"Va bene va bene, te lo prometto!"
Dopo qualche minuto di dibattito, scegliamo un film d'azione.
Con la punta dell'occhio guardavo Jim che si girava verso me ogni minuto e per un momento ho creduto che volesse baciarmi, ma grazie al cielo mi sbagliavo.
Mancava circa una mezz'ora alla fine del film quando la stanchezza ha preso il sopravvento e mi sono addormentata senza che me ne accorgessi.

Io non ho avuto il mio lieto fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora