CAPITOLO 12

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"Vorrei tanto menargli un cazzotto nelle palle! È uno stronzo!" Laura è sull'orlo di una crisi isterica e i timpani delle mie orecchie chiedono aiuto.
"Calmati adesso. È uno stronzo di sicuro, ma non ti servirà gridarlo ai quattro venti. E comunque non hai la minima idea sul perché ti ha lasciata?" Non me la cavo con le consolazioni, ma se si tratta della mia migliore amica faccio una sforzo.
"Io non lo so Jasmine, proprio non lo so!" Mi abbraccia stringendosi forte al mio petto e mi sussurra:" Grazie di essere qui! Tu sì che sei un'amica!"
A quel punto era chiaro cosa avrei dovuto fare. Sto per chiamare Jim per annullare l'uscita quando lo vedo entrare preoccupato dalla porta aperta. Ci guarda imbarazzato.
"Che è successo? È morto qualcuno?" I ragazzi e la loro insensibilità...
"Jim smettila! Justin ehm, insomma si sono lasciati. Tutto qui. Laura ha bisogno di me in questo momento quindi scusa ma sarà per un'altra volta. E poi... Non avevo nemmeno il costume!" Gli faccio un occhiolino per consolarlo dalla notizia.
"Perché il costume? Non dovevate andare a cena?" Laura mi guarda confusa e con gli occhi ancora lucidi.
"Cena? Ma no! Ti avevo già detto che era un'uscita tra amici... Quindi volevamo andare ad una festa in piscina, ma adesso non m'importa più. Tranquilla, starò con te!" Le sorrido amichevolmente. Sento il suo abbraccio sempre più forte. Jim non dice niente, si limita a sorridermi e ad annuire. Ha capito.
Dopo qualche minuto di silenzio, colpo di scena Laura si alza dal divano alzando le spalle e asciugandosi le lacrime con la mano, qualcosa sta per dire di sicuro. "Sai che vi dico? È sabato sera, io ho voglia di divertirmi e di certo non starò qui a piangere per quel coglione mangiando gelato. Quindi adesso Jasmine alza quel culo, prendi il paio di mutande più sexy che hai e muoviamoci ad andare. Questa sera ci divertiamo ragazzi!" Sfoggia un gran sorriso e si dirige verso la sua camera probabilmente per prendere il costume.
Io e Jim ci guardiamo senza parole. "Ma che è successo?" Mi domanda divertito.
"Io non ne ho la minima idea!" Rido pensando a che tipetta sia diventata Laura.
"Bè, almeno non starò qui tutta la sera a consolarla! Okay allora vado a cambiarmi! Ci vediamo giù tra quindici minuti!" Jim si avvisa verso l'ascensore ed io nella mia camera.

Dopo aver fatto le presentazioni e scambiato dei commenti dispettosi con Laura sugli amici di Jim, ci avviamo in macchina per andare alla festa. Venti minuti di strada e arriviamo. La casa con la piscina è davvero enorme e ci saranno minimo cinquanta persone solo nel giardino. Jim apre il mio sportello della macchina per farmi scendere e lo guardo divertita. L'immagine di gentiluomo non gli si addice. Luca, Marco, Andrea, Anna e Lucia ci raggiungono e ci avviamo verso le casa.
"Questa sera niente limiti e niente regole per favore!" Laura mi bisbiglia all'orecchio aggiustandosi il push-up e sistemando i capelli. È normale questo comportamento dopo una storia d'amore andata male, quindi non obbietto.
Jim ci presenta subito il padrone di casa, si chiama Rick e non ha proprio la nostra stessa età, avrà minimo trent'anni. È davvero un bel ragazzo, anche se un po' basso.
"Ragazzi, finalmente siete arrivati!" Rick si avvicina vittorioso salutando Jim e i suoi amici.
"Piacere di conoscervi ragazze!"  Io e Laura ricambiamo il saluto e ci avviamo verso l'ingresso della casa. Dentro è ancora più grande e ci sono una marea di ragazzi. Senza motivo Jim mi prende la mano vedendomi persa, ma non la sottraggo e non so nemmeno il perché. Tutti sembrano divertirsi soprattutto le ragazze che si fanno palpare il sedere dal proprio ragazzo contente. Alcuni bevono, altri ballano. Alcuni limonano, altri scopano. Alcuni fanno i bravi, altri giocano al "cattivo ragazzo".
Laura è appena scomparsa dal mio fianco e vedo che si sta ambientando molto facilmente grazie ad un gruppo di ragazzi muscolosi e all'apparenza senza cervello. Jim mi stringe la mano.
"Te lo ripeto per l'ultima volta: se vuoi andartene, dimmelo capito? Vedo dalla tua espressione che non ti piacciono questo tipo di feste."
Devo sforzarmi di non farlo sentire in colpa, è già stato carino ad invitarmi ad uscire, non voglio offenderlo.
"Jim parlo sul serio! Sì, è vero che non sono abituata a queste... cose!" Guardo una ragazza seduta sopra le ginocchia di un ragazzo, stanno facendo di tutto e vorrei tanto gridare Un po' di contegno per favore.
"Ma fare cose nuove ogni tanto è divertente! Quindi spassiamocela!" Credo che sia soddisfatto della risposta e mi trascina verso il bancone dei drink. È tutto così grande che sembra un bar.
"Aspettami qui! Arrivo tra due minuti!" Mi dice allontanandosi.
"Okay!" Non mi ha sentito. Mi guardo intorno un po' smarrita cercando di vedere che cosa stia facendo Laura ma niente tracce. Aggiustandomi il vestitino che alla fine non ho più cambiato, vedo un ragazzo brillo avvicinarsi verso me. Ha un sorrisino che mi spaventa.
"Ehi bellezza! Sei sola?" È a pochi centimetri da me e non so se sia il caso di rispondergli.
"No sono con alcuni amici!" Cerco di non prendere confidenza con ragazzi ubriachi dalla volta in cui mi hanno violentata, quindi ho giusti motivi.
"Posso prenderti almeno qualcosa da bere?"
"Eh va bene!" Mi arrendo.
"Mike dacci due Angeli Azzurri amico!" Fa per ordinare da bere quando comincia a guardarmi le gambe e chiedermi l'età.
"18." Rispondo con esagerata freddezza.
"Ehi 'sta tranquilla! Non ti ho mica chiesto di venire a letto con me! Anche se l'idea mi eccita!" Sorride da pedofilo e questo mi spaventa. Sto per alzarmi e andarmene via quando vedo fortunatamente arrivare Jim.
"Vattene bastardo!" Jim sembra infuriato mentre si avvicina al ragazzo e questo non mi piace, ma devo dire che le sue parole hanno fatto effetto perché il tizio si sta allontanando sconfitto. E adesso dovrei ringraziarlo? Mh forse.
"Grazie, ma non ce n'era bisogno!" Non mi sono mai piaciute le scenate di gelosia, queste cose con Richard non sono mai esistite.
"Certo, così ti ritrovavo di nuovo a terra mentre ti stuprava! Dai vieni!" Ridiamo insieme a quella sua battuta, anche se non c'era poi tanto da ridere. Mi prende la mano e mi trascina tra la folla e la musica ad alto volume.
"Dove andiamo?" Gli chiedo impaziente.
"Ora vedrai!"

Io non ho avuto il mio lieto fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora