Capitolo 16

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La situazione si fece più seria, carica di tensione; velocemente mi accucciai ancora di più dietro la parete per timore di essere scoperta. Quell'uomo, che sicuramente faceva parte di una banda rivale, poteva essere molto più pericoloso di Arturo, e sinceramente non volevo provarlo sulla mia pelle.
-Non siete voi quelli pedinati dalla polizia?- continuò a stuzzicarlo mantenendo un tono provocatorio. Fossi stata io nella sua situazione, non mi sarei mai permessa di fare qualcosa del genere, per il semplice fatto che ero in territorio nemico.
Mi sporsi leggermente di più per ascoltare meglio, ma fu decisamente una pessima idea.
-E quella chi è?- un ragazzo che fino a quel momento era rimasto in silenzio allungò il collo per guardare verso la mia direzione.
-Cazzo!- imprecai a bassa voce. Il tentativo di nascondermi tra le scale fu piuttosto inutile, ormai avevo attirato l'attenzione di tutti. Sentii Arturo mandare al diavolo qualcuno e velocemente mi raggiunse sulla scalinata.
-Nicole, potrei ucciderti-
Rabbrividii per il semplice motivo di aver sentito Arturo veramente preoccupato, oltre che arrabbiato; mi aggrappai alla sua spalla e scesi lentamente raggiungendo i due clan nell'ingresso. Àlvaro mi fulminò con lo sguardo, ma lasciai perdere, c'erano problemi ben più gravi.
-Lei è mia, lasciatela fuori- intimò Arturo -in ogni caso, fareste meglio ad andare via-
-State lontani dal nostro territorio, e noi non ci avvicineremo più al vostro- senza dare il tempo di rispondere l'intera banda uscì dalla porta, tranne quel ragazzo che mi aveva "scoperta". Continuò a fissarmi in modo penetrante, con i suoi occhi chiari e freddi.
-Sparisci Dybala!- ringhiò Àlvaro.
Quel ragazzo sorride divertito e finalmente andò via lasciandoci nuovamente da soli.
-Che cazzo ci facevi sulle scale?- sussurro arrabbiato Arturo. Non avevo il coraggio di rispondere, sapevo di aver sbagliato.
-Amico, lascia perdere- la voce di Àlvaro sembro calmarlo -l'importante è che nessuno si sia fatto male-
Nel frattempo tutto gli altri ritornato in sala, e nel corridoio rimanemmo solo noi tre.
-Ma non hai visto Paulo? Se solo avesse potuto, avrebbe...-
-Per..per favore, non dirlo- balbettai. Guardavo in basso per non incontrare i suoi occhi, ma mi avvicinai lo stesso al suo petto muscoloso in cerca di un abbraccio che non tardò ad arrivare.
-Piccola, tranquilla, finché sarò vivo lui non ti sfiorerà-

arturo vidal || your love is my drugDove le storie prendono vita. Scoprilo ora