Capitolo 3

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-Ci conosciamo?- feci finta di non riconoscerlo, e lo guardai impassibile mentre lanciava un'occhiataccia ai ragazzi di fianco a noi, che non la smettevano di parlare di noi due.
-Avanti, non fare la difficile. Ti ricordi esattamente di me-
Sbuffai.
-Oh giusto- ironizzai -sei quel ragazzo che voleva vendermi la droga, come ho fatto a dimenticarmene-
Subito mi mise una mano sulla mia bocca, e sentii la puzza del tabacco entrare nella mia testa.
-Sta zitta, stronza, o vuoi farmi finire dentro?-
Scossi la testa da destra a sinistra terrorizzata e lui levò la sua mano dal mio viso.
Mi guardò quasi con astio, ma in un secondo momento cambiò totalmente espressione del viso: sembrava tranquillo.
Ok, forse era bipolare.
-Ripresa dalla sbronza?- mi prese in giro mentre si stendeva accanto a me.
-Accomodati, prego- sbuffai ancora -comunque si, del tutto-
Guardai verso Roberta, ma lei sembrava essersi scordata di avere un'amica.
-Qual è il tuo nome, dolcezza?-
-Siamo passati da "stronza" a "dolcezza"?-
-Non ripeto le cose due volte, rispondimi- disse con tono autoritario, e mi si gelò il sangue nelle vene.
-Nicole, mi chiamo Nicole- sussurrai abbassando il viso.
-Sono Arturo- mi guardò con i suoi occhi penetranti e mi sentii in imbarazzo.
Cercai di coprirmi il più possibile con le braccia, ma non feci che peggiorare le cose, mostrando la sua "opera d'arte" sul mio braccio.
-Quello cos'è?- si alzò di scatto ed esaminò il mio braccio, premendo sul livido.
-Mi fai male! E poi è stata opera tua, non ricordi?-
Guardò pensieroso la pelle violacea e successivamente guardò me.
Non rispose alla mia domanda, e si allontanò dal mio ombrellone più veloce di come era arrivato.
Decisi di non seguirlo, non era nè mio amico nè un mio parente, e non volevo avere a che fare con lui e i suoi giri.
Per non rischiare di essere raggiunta da altre persone indesiderate andai nella piscina, dove un sacco di ragazzi e ragazze giocavano a palla, facevano tuffi o semplicemente si rilassavano a bordo piscina.
Decisi di seguire il comportamento di questi ultimi, e buttai il collo all'indietro mentre appoggiavo la mia schiena alle piastrelle tiepide della piscina.
A volte mi capitava di lanciare uno sguardo verso Arturo, che aveva raggiunto il suo amico, e ora parlavano con foga.
La curiosità quasi mi spinse ad uscire dalla piscina e origliare la loro conversazione, ma come avevo ricordato prima a me stessa, lui non faceva parte della mia vita.
Finalmente Roberta mi raggiunse in acqua, e si scusò una decina di volte per avermi lasciata sola.
-A proposito, chi era quel bel fusto seduto accanto a te poco fa?- scherzò lei ridendo.
-Non farti strane idee, è la prima e l'ultima volta che lo vedrai accanto a me-
-Cosa ti ha fatto?- chiese allarmata.
-Niente, solo che...non è il mio tipo-
Rise, e si bagnò i capelli biondi.
-Pensavo ti avesse fatto qualcosa.. Claudio invece sembra essere proprio il mio tipo! A proposito, tra poco faranno un torneo di calcetto al campo del residence, andiamo a vederlo?-
Annuii e seguii Roberta fuori dall'acqua, per avere il tempo di asciugarci e vedere le partite del suo "ragazzo".
Diedi un'altra occhiata fugace ad Arturo e notai che non stava più parlando con quel ragazzo, probabilmente suo amico, ma osservava ogni mio minimo moventi con gli occhi.
Mi sentii a disagio e coprii il mio corpo bagnato con l'asciugamano, lasciando che i miei piedi lasciassero le loro impronte di cloro sul basamento del cortile.
Dopo pochi minuti ero con Roberta ai lati del campo, in prima fila, e mi toccava trattenere la mia amica dal fare commenti non esattamente casti su Claudio che faceva riscaldamento a petto nudo mostrandole tutti i suoi muscoli perfetti che si contraevano.
-Nicole, se non ti ripeto ancora quanto è straordinario Claudio, mi spieghi perché quel tizio di prima ti sta fissando?- mi voltai e lo vidi poco lontano da me con gli occhiali da sole tirati sulla testa e gli occhi fissi sul mio volto.
-Secondo me gli piaci- ma ormai la voce della mia amica era coperta dai cori dei ragazzi. Presi a camminare verso quell'Arturo, ma mi fermai poco distante e mi voltai a guardare la partita appena cominciata. Riuscii a sentire il suo corpo avanzare, e il suo respiro caldo sfiorava dolcemente la mia spalla. Sentii qualcosa sul braccio, ma prima che riuscissi a scostarmi lui pronunciò una parola, una sola, ma riuscì a farmi sorridere.
-Scusami-

arturo vidal || your love is my drugDove le storie prendono vita. Scoprilo ora