Annuii silenziosamente e raggiungemmo la camera da letto sotto lo sguardo attento di Àlvaro, che osservava l'intera scena con uno sguardo misto tra preoccupazione è rabbia.
Le parole di Arturo si ripetevano nella mente in modo incessante. Sapevo che molto probabilmente sarebbero state le prime e le ultime parole "dolci" che avrei sentito uscire dalle labbra di Arturo.
Chiuse la porta a chiave e si girò lentamente verso di me.
-Hai una punizione da scontare-
Deglutii e incrociai le braccia al petto nervosamente. Sapevo che porre resistenza non avrebbe portato a niente, così mi sedetti sul letto e socchiusi gli occhi mentre mi raggiungeva velocemente.
-Spogliati- ordinò.
Sfilai la cintura dei pantaloni velocemente, prima mi sarei sbrigata prima avremmo finito, ma Arturo mi bloccò le mani e negò col capo, indicando la mia maglia.
-Non..non vuoi..-
-No, non sarà la stessa punizione dell'altra volta-
Da una parte, in realtà, fui contenta di non dover subire un'altra umiliazione come quella di qualche giorno prima, ma d'altro canto avevo paura di quello che mi avrebbe potuto fare.
Mi aiutò a disfarmi della maglia e del reggiseno e dolcemente mi fece adagiare sul materasso morbido.
Chiusi gli occhi. Sentii il suo corpo muscoloso salire cavalcioni su di me creando una leggera pressione sul mio ventre. Baciò lentamente l'angolo destro delle mia labbra scendendo lungo il collo. Una scarica di brividi percorse il mio corpo interamente e inarcai la schiena per cercare più contatto. Se questa era una punizione, volevo decisamente essere punita più spesso.
Gemetti nel suo incavo del collo e graffiai leggermente la schiena.
Sfiorò la mia intimità sopra i vestiti e premette sul mio punto più sensibile.
-Dillo... Dì che vuoi essere toccata- sussurro mordicchiando il seno. Strinsi tra i pugni le coperte, stavo impazzendo.
-Voglio che mi tocchi, per favore..-
Sorrise compiaciuto e si allontanò velocemente dal mio corpo, stendendosi dall'altra parte del materasso.
Respirai faticosamente e guardai stranita Arturo, che aveva un'aria del tutto divertita.
-La prossima volta mi ubbidirai sempre, chiaro?- intimò.
Annuii nell'imbarazzo più totale e nascosi il viso rosso tra i cuscini, non degnando Arturo di uno sguardo. Con quella punizione mi aveva umiliata più dell'altra volta e io, stupida, ci ero cascata. Ridendo mi porse i vestiti e subito dopo si vestì anche lui.
-Andiamo, ti porto a casa-