1 ( Alice )

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La sveglia è appena suonata . Un nuovo monotono giorno è arrivato .

Apro gli occhi . 

La stanza è uguale a quando ieri notte mi sono addormentata .

Le tende bianche di seta ,  che richiamano perfettamente le lenzuola limpide del mio letto , fanno passare la luce del sole insistentemente . Davanti a me la scrivania di legno è ingombra di romanzi classici che sto leggendo .

Mi alzo dal mio comodo letto singolo per avvicinarmi allo specchio accanto alla scrivania .

Ho ancora la guancia arrossata dalla sberla di mio padre ieri sera .

Non voglio sposare Johnson ; non che io abbia qualcosa contro di lui , anzi credo che sia una persona intelligente e dolce , ma semplicemente non lo amo .

In realtà , oltre a non amarlo non voglio che il mio matrimonio , la mia felicità condivisa con una persona , debbano dipendere da un ridicolo affare di famiglia .

Mio padre mi convince , ogni volta che mi ribello che lo faccio per la famiglia e per mantenere i beni economici della dinastia famigliare che si è succeduta sino a noi .

Chissà se i miei antenati abbiamo dovuto subire situazioni simili a quella che io sto vivendo ora .

D'altronde siamo agli inizi del '900 e noi donne , di qualsiasi ceto sociale , siamo ancora screditate .

Ieri sera sedevamo tutti e tre a tavola quando mio padre aprì il famigerato discorso che mi porta ormai da mesi a una furibonda crisi interiore .

- I preparativi per le tue nozze sono quasi terminati - disse noncurante del mio sguardo triste e nostalgico . 

Prima che lui aprisse bocca per dire qualcosa di così ripugnante , stavo pensando a quanto il tempo ci porti a non essere padroni della nostra vita e soprattutto delle nostre azioni . Con l'anzianità , ad esempio , arrivano molti mali fisici che mettono all'individuo una barriera tra il volere e il potere .

- Mancano solo due settimane e i nostri affari si coalizzeranno con quelli della famiglia Clowford - continuò insistentemente .

Odio i suoi toni pacati , specie quando parla di questo schifoso matrimonio combinato .

Solo lui potrebbe essere capace di credere che imparerò ad amare Johnson  con gli anni .

Da quelle parole che mi infastidirono , lasciai che la forchetta cadesse sul piatto echeggiando per la sala da pranzo un rumore metallico .

- Padre , - tentai di usare un tono pacato per non sembrare  infastidita - sapete molto bene quanto detesti che paragoniate questa sorta di sposalizio in un affare di famiglia e sapete molto bene che contesterò le vostre decisioni fino all'ultimo momento - .

Alle ultime parole il mio tono cambiò da pacato e timoroso a forte e arrabbiato .

Mio padre mi guardò attonito , mentre mia madre mangiava la sua dose come se nulla stesse succedendo .

- Alice ti ho già detto che a comandare sono io e che  con o senza amore tu sposerai Johnson Clowford- ringhiò come se avesse mandato un editto per il suo popolo .

- Sai molto bene che lo fai per la tua famiglia , per la nostra dinastia e soprattutto per gli affari che non vanno così a gonfie vele - il suo tono è sempre rigido e irritante per le mie orecchie .

Il mio subconscio mi suggeriva ripetutamente di urlargli contro e di strattonarlo fino a fargli cambiare idea , ma sapevo quant'era inutile . Mio padre , François Remillet è sempre stato ufficialmente l'uomo più testardo e feroce di tutta la storia dell'umanità .

- Padre , sapete molte cose voi, - gli intimai dolcemente - ma è evidente come il sole che non sapete che l'amore non è un affare di famiglia , che l'amore non si comanda !- cominciai a urlare ferocemente , proprio come mi diceva di fare il mio subconscio .

Mio padre divenne paonazzo dalla rabbia . Aprì la bocca per poi richiuderla con una forza impressionante , come se stesse per dire qualcosa .

Ad un tratto mi sferrò uno schiaffo forte sulla guancia sinistra . 

Mia madre , finalmente staccò lo sguardo dal piatto e ci degnò di uno sguardo accattivante .

Nei suoi occhi vedevo rabbia quasi quanta ne vedessi negli occhi di mio padre .

- Come osi usare questo tono ribelle a tuo padre , signorina! - mi urlò contro .

Se avessi o no ragione , mia madre si schiererebbe comunque dalla parte di mio padre .

Mi tenni la guancia arrossata con la mano  . Lo schiaffo era stato piuttosto forte ed ora sento un bruciore insopportabile sulla guancia .

Sento gli occhi bruciarmi e poco dopo una lacrima scendere dal mio viso .

Corsi subito in camera mia singhiozzando e piangendo .

Non appena ero sul letto presi tra le mani il mio libro preferito e cominciai a sfogliarlo senza leggere nulla .

L'odore vecchio delle pagine mi tranquillizza , mi fa scordare cosa ne è del mio futuro triste che non ho voglia di immaginare .

Mi addormentai con l'odore del mio romanzo preferito sotto al naso .

Ora sono ancora qui , che mi guardo allo specchio e cerco di capire qualcosa della mia vita .

Quand'ero bambina e leggevo le fiabe  credevo che ci fosse stato un lieto fine anche per me , che avessi trovato il principe azzurro .

Invece eccomi qui , all'età di diciannove anni , a due settimane al matrimonio con una persona che non amo .

Non troverò mai l'uomo che amerò per sempre , ne sono sicura . 





Romanziere 1 (Un amore perduto)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora