Comincio a correre ricordando il motivo per cui sto scappando dalle monotone discussioni ad alta , altissima voce dei miei genitori .
Sono decisa ad andare in biblioteca : lì trovo sempre conforto .
L'odore vecchio delle pagine ingiallite mi fa star bene e ancor di più leggere la saggezza di un autore .
Mentre m'incammino , vedo per le strade , la falsa bontà della borghesia . So che questo non m'appartiene . Io sono diversa , l'unica cosa che ho in comune con questa gente è la cultura di cui sono dotata .
Non posso sopportare quest'ipocrisia . Le persone continuano a passarmi di fianco . Finalmente arrivo nel mio rifugio .
Potrei dire che sia questa la mia vera casa : l'irrefrenabile tentazione di avvicinarmi ai libri , il silenzio tombale che solo in una biblioteca può esserci mi trascina ad amare questo luogo .
Eccomi dentro . Vedo ancora Smittie che nonostante tutto è ancora qui .
L'ultima volta che sono venuta si lamentava di quanto possano essere antipatici i ricchi .
Ricordo che mi ha raccontato di un episodio in cui un uomo di una notevole borghesia la insultava per quanto fosse degradante quella biblioteca , tenendole un comizio su quanto le persone si stessero distaccando dalla lettura di classici .
Mi avvicino agli scaffali di legno .
Cerco ancora tra i libri qualcuno che susciti gioia nel mio cuore , mi sforzo di sembrare felice alle persone che mi sono vicine .
Cammino , cammino ... ho finalmente trovato qualcosa che mi può piacere : un romanzo di Dickens .
Adoro Dickens è per me il più grande scrittore inglese .
Mentre mi ritrovavo estraniata dal mondo mentre leggevo le prime pagine di quel romanzo , sento un corpo caldo scontrarsi contro il mio sino a farmi cadere a terra .
"Ahia " sussurro in un filo di voce che attira comunque l'attenzione di tutti facendo partire una sfilza di "shhh " .
"Oh scusa " mi intima il ragazzo sussurrando " ti ho fatto male ? "
" No , non preoccuparti sto bene " lo tranquillizzo .
Adesso lo guardo meglio .
E' alto , ha un corpo esile quanto il mio , ha i capelli neri e gli occhi color nocciola protetti da un paio di occhiali . Mi sento persa nel suo sguardo . E'carino .
" Non volevo stavo sfogliando un romanzo e ... ops ! Ti ho colpito " dice in tono sarcastico " Davvero , ti ho fatto male ? " .
" No , tranquillo sto bene " gli replico " ehm... io sono Alice Remillet e tu ? "
" Io sono Jacopo , piacere di conoscerti " .
Rimango imbambolata davanti alla sua presentazione . Adoro questo nome , ho sempre sognato di chiamare mio figlio così .
Mi guarda attonito , come se si stesse chiedendo perché lo sto fissando .
*SE VI PIACE LA STORIA VOTATE E COMMENTATE SOTTO ! MI INTERESSA IL VOSTRO PARERE !
PS : UN GRAZIE SPECIALE VA A mario190203 CHE MI HA ISPIRATO PER LA STESURA DI QUESTO CAPITOLO.
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Romanziere 1 (Un amore perduto)
RomanceLa vita di Alice non è una di quelle più felici . Vive in una famiglia aristocratica ove non le è concesso di esprimere il proprio parere tanto meno di ribellarsi alle assurde scelte di vita che suo padre fa prepotentemente al suo posto . E' costret...