6 (Alice )

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La cena prosegue nel più noioso dei modi .

Non parlano altro che d'affari e io mi sento un pesce fuor d' acqua .

Mi ritrovo in un angolo buio e sconosciuto della mia coscienza a pensare cosa staremmo facendo io e Jacopo se ora stessimo insieme .

Immagino i suoi occhi color nocciola che mi osservano mentre io parlo dei miei aspetti su Decameron - che è decisamente il mio romanzo preferito - e ad un tratto le mie labbra unite alle sue ...

Il pensiero svanisce subito . 

Perché penso queste cose ? Perché proprio Jacopo !? 

Lui per me è solo un amico ... anzi forse una persona con cui condivido degli interessi .

Non immaginavo nemmeno che la mente umana potesse prendersi così tanto gioco di una persona producendo pensieri simili .

"Forse è perché desideri ciò che pensi " mi suggerisce il mio subconscio .

Ammetto che Jacopo mi ha praticamente messa in soggezione , ma non credo di amarlo . 

Forse .

-Come vanno gli studi ? - interrompe il flusso della mia immaginazione la voce quasi meccanica del signor Clowford .

Ho capito che la domanda era rivolta a me solo quando tutti gli occhi erano puntati su di me e per qualche secondo è calato nella stanza un silenzio imbarazzante .

- Abbastanza bene - ho risposto convinta - d'altronde studio ciò che mi piace . La letteratura italiana mi ha sempre suscitato una passione indicibile -.

Tento di mostrarmi felice sorridendo .

Eppure non dovrebbe essere così difficile muovere dei muscoli facciali , ma per me lo è tanto da far sembrare la mia faccia paralizzata .

In realtà , ad essere paralizzate sono le mie emozioni , i miei sentimenti : soprattutto la libertà .

- E così sei appassionata di letteratura italiana ? - interviene la signora Clowford .

- Ebbene sì - la informo tentando di restare radiosa - sin da età infantile , signora - .

-Anche a me piace la letteratura italiana - mi spiega la signora Clowford - però preferisco la letteratura inglese - .

- Non si può negare l'eleganza delle parole di Jane Austen , o le impeccabili descrizioni di Dickens , ma non riescono a colpirmi fino al cuore come fanno i testi di Dante - ribatto subito sulla difensiva .

La tensione comincia a farsi strada in ognuno di noi . Riesco a vederlo dai loro occhi imbarazzati , dal colore paonazzo in cui è il volto di mio padre .

Pronta a sdrammatizzare , mia madre torna al discorso precedente .

La serata è passata così per tutto il tempo , finché gli ospiti - da me indesiderati - sono andati via .

Scappo subito in camera mia , quasi correndo su per le scale .

Subito dopo essermi chiusa la porta alle spalle mi spoglio riponendo l'abito di seta bianco nell'armadio e indossando il pigiama .

Non appena sono tra le coperte del mio letto , mi viene in mente che è stata una giornata piuttosto lunga .

E' iniziata con l'incontro inatteso quanto bello con Jacopo - che non riesco a non pensare - ed è terminata con una noiosa cena d'affari con i Clowford .

Con l'uomo che avrà la chiave della gabbia in cui resterò rinchiusa a vita . 

Stranamente , durante la cena , mio padre non ha fatto nessun riferimento di me e Johnson . Purtroppo gliene sono grata .

Mi addormento lasciando questi pensieri a fluttuare nel buio della Terra , portando con me gli occhi color nocciola di Jacopo .

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                                                                     Jacopo

"Sogno, dove sei ora?

Tanto tempo è trascorso

Da quando la luce svanì

Dalla tua fronte d'angelo

Ohimè, ohimè

Eri così lucente e bello!

Non avrei mai creduto che

Il ricordo tuo portasse solo dolore!

La tempesta e i raggi del sole

Il divino crepuscolo estivo

La notte, immobile in un silenzio solenne,

La luna, piena e scintillante e senza nubi,

Una volta tutto si legava a te,

E ora solo una pena indicibile.

Visione perduta! Basta ...

Non puoi più splendere ormai " . 

 Mi ritrovo a riflettere sulle parole di Emily Brontë  nel  terrazzo del mio appartamento .

La maniera violenta in cui un sogno svanisce è tremenda , ed ancora più tale è quando realizzi che era solo un sogno , nulla di vero .

L'altra notte ho sognato il cielo stellato di Manchester , dove si trovano i miei genitori . 

Io ero li , steso sui prati di campagna poco distanti da casa mia ed ammiravo le stelle cadenti . 

Il sogno era così piacevole che credevo fosse realtà , ma proprio quando mi sono chiesto se fosse tutto vero , la visione è scomparsa portandomi alla realtà . 

Anche adesso , che mi ritrovo con una tazza di te ormai freddo davanti , con il foglio di una poesia tra le mani , mi chiedo se davvero stamane ho conosciuto una ragazza così bella .

Finalmente una persona che non mi abbia ancora sgobbato al primo minuto e che ha tentato di instaurare un dialogo .

Mi chiedo se è vero che mi abbia chiesto di incontrarci nuovamente giovedì  . Mi chiedo se è tutto un sogno . Se quella ragazza dai capelli d'oro e gli occhi azzurri esista .


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Romanziere 1 (Un amore perduto)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora