Corro perché ho paura che mi prenda. Sulla strada ci sono tantissime pietricelle; rischierei pure di cadare e farmi male. Supero una, due, tre case giro a destra e mi manca poco per arrivare a casa; apro il cancello in fretta, ma non faccio in tempo a chiuderlo e vedo che si sta avvicinando. Cado nel fango, mi sporco il vestitino rosa regalato dalla mamma per il mio compleanno. Arriva, si avvicina con rapidità ed io... grido! Sono sudata, e ho il respiro pesante, non sento bene... però vedo a lui. Il ragazzo che avevo visto per ultimo, quello che stranamente mi stava venendo incontro correndo. Mi rendo conto che siamo in ospedale. Lui è seduto sulla sedia vicino al letto e mi guarda con uno sguardo dolce.
-Ehi, stai calma, è stato solo un sogno... come va? Ti gira la testa?-
-Penso di...sì. - Smettila di fissarlo così; però è figo da morire: la luce del sole si riflette nei suoi occhi azzurri come il mare durante la primavera. Ha i capelli leggermente bagnati, sicuramente è andato prima a casa a farsi la doccia, non è mica rimasto con te tutta la notte. Taci, taci, taci. La mia vocina interiore si è svegliata. Ridacchia. -Pensi? Dovresti bere il tè caldo che ti ho portato, ti farà bene, Pich.-
Pich, ti ha chiamata Pich e tu lo stai fissando in continuazione? Riprenditi, per favore. Reagisci, fai qualcosa. Non ha il diritto di chiamarti così, tu sei Kat, non Pinch. Pfff... non sa nemmeno come ti chiami.
Prendo la tazza che mi porge, ti tremano le mani, no. Gli sorrido in senso di ringraziamento. Mi alza il cuscino per poter stare comoda e mi accomodo per bene. Mi guarda e mi sorride. Mi fissa e io sento che le guance mi vanno a fuoco. Mi allungo per prendere il cellulare - Devo chiamare... -
- Tranquilla, ho già chiamato la tua amica verso le 4 del mattino quando non ti ha trovato a casa. Le ho raccontato tutto, in più mi ha detto che non potrà venire a prenderti, perciò ti devo accompagnare io -
- Non c'è bisogno! - esclamo affrettandomi, - ci vado da sola, tanto non è lontano da qui -
Comincia a ridere. Sta ridendo di te, vedi? Non sai dire mai un cosa buona.
-Mi sa che ti sei fatta proprio male alla testa. Per nessun motivo ti lascerò andare da sola a casa, specialmente in queste condizioni. In più non so cosa mi farebbe Susan se lo venisse a scoprire; cioè penso che mi prenderebbe a fucilate. Quella ragazza c'ha le palle. - . Infatti, ha ragione, Susan non è il tipo di ragazza che si fa calpestare dalla gente. Dice le cose in faccia e quando l'arrabbiano, nessuno esce vivo dalle sue mani. È una ragazza matura e sa quello che vuole dalla vita, anche se è un tipo troppo ribelle e lunatico. Come fa a conoscere Susan, idiota! Non mi dire che anche lui fa parte dei 100 amori di Susan! - Come fai a conoscere Susan? -
- Oh lei.. Ci conosciamo da una vita; addirittura eravamo migliori amici, ma abbiamo finito tutto dopo che... beh... dopo che suo padre è morto. Non ha più voluto incontrarmi, ed io sinceramente non sapevo come aiutarla, io la volevo...- lui la voleva cosa? Tutti i momenti vengono rovinati da idioti. Si apre la porta ed entra un'infermiera, sorridente, vestita di bianco con i capelli raccolti dietro la nuca - Buongiorno ragazzi. Signorina, spero che vada meglio. Puoi uscire, ti abbiamo prescritto dei medicinali a base di ferro e vitamine. Prendine una al giorno e andrà tutto bene. Potete andare.-
-La ringraziamo- risponde subito il ragazzo, di cui non so nemmeno il nome. Me ne frego e comincio a guardare intorno: è tutto bianco. Le pareti sono bianche e riesco a notare l'umidità che c'è, si è formata la muffa. C'è una porta che sicuramente porta nel bagno, e sinceramente non voglio nemmeno provare ad andarci nonostante mi scoppi la vescica. Il bagno è peggio di questa stanza. L'unica cosa bella è la finestra. È grande ed entra tantissima luce. Giro lo sguardo analizzando ogni angolo della stanza e mi fermo sugli occhi di lui. Mi sta guardando negli occhi. Sorride - Che facciamo? Andiamo? Non penso che tu vorrai stare ancora qui, no?-
Annuisco e abbasso lo sguardo sui miei vestiti.
-Giusto ti devi vestire. Dai forza, ti siedi e ti aiuto a vestirti-
-Cosa?! No, puoi uscire che mi vesto da sola! Non ho bisogno di aiuto!- calmati Kat...il ragazzo vuole solo aiutarti. La mia vocina non vuole tacere e mi salgono i nervi.
-Calmati... voglio solo aiutarti, ti gira ancora la testa e rischieresti di farti male - ride, comincio ad odiarlo. Taci. - Pich, voglio solo aiutarti-; mentre mi prende dal gomito tira le mie gambe sotto e riesco a toccare con i piedi il pavimento freddo. Mi mette a sedere e con calma e molta raffinatezza mi aiuta a togliermi la canottiera. Meno male che ho il reggiseno addosso. Arrossisco e abbasso lo sguardo. Lui sembra molto indifferente, come se questo l'abbia fatto già 50mila volte. Non è la prima volta che toglie ad una ragazza la maglietta. Dovresti essere contenta del fatto che è la prima volta che ti succede. La mia vocina interiore ride e salta di qua e di là tutta contenta. Non va bene. Il cuore comincia a battermi forte. Lui prende il maglioncino e me lo infila sfiorando con le dita il fianco destro. Mi sale un brivido lungo la schiena. Un brivido intenso, come una scossa. Qualcosa di indescrivibile.
- Ecco fatto, non penso che avrai freddo fino a casa dopo che metterai anche il giubbotto, ovviamente - mi alzo piano piano e lui mi aspetta davanti la porta per mettermi il giubbotto. Infilo con difficoltà entrambe le braccia. Mi sento già stanca e la testa mi fa male. Improvvisamente mi prende dal fianco e mi accompagna uscendo dalla porta. Attraversiamo il corridoio e sento degli odori che diventano insopportabili. Camminiamo piano, cercando di farci spazio per non andare contro qualcuno, però comincio a sentirmi male, mi gira tutto intorno, vedo di nuovo sfocato, sento le labbra e le orecchie fredde.
-Pich, stai bene? Dio mio, sei pallidissima dobbiamo ferm..Katrine!!!-
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Un terribile disastro (SOSPESA)
ChickLitKatrine Smith ha solo 17 anni e solo Dio sa quante ne ha vissute. Trasferita a Jacksonville per motivi scolastici e soprattutto perché non sopportava più stare a casa, incontra una ragazza che le diventa amica, ma il problema appare quando, ad una f...