Corro subito verso l'armadio, prendo un paio di jeans scuri strappati alle ginocchia e un maglioncino grigio scuro, raccolgo i capelli in una treccia, vado in bagno metto un pò di fard e il mascara, giusto per un ritocco, esco dal bagno e metto gli stivali. Prendo il giubbotto ed esco. Lui è rimasto fuori così come aveva detto. Ha le cuffie ed è molto concentrato sul cellulare. È appoggiato al muro con addosso una giacca nera che gli da un aria aggressiva, da ribelle... Lo guardo, ma inutile: non si è accorto che sono uscita. Il ciuffo gli rimbalza a ritmo di musica. Alza lo sguardo, poi subito lo riabbassa, lo rialza e rimane fermo a guardarmi. Si toglie le cuffie e con uno dei miei migliori sorrisi gli dico con entusiasmo che possiamo andare. Ian e Susan sono ancora nel soggiorno e ci guardano come se fossimo degli estranei. Ci dirigiamo verso la porta ed usciamo. Appena esco, un'oda d'aria fredda mi colpisce il viso. Beh, il freddo è tremendo.
Fuori non c'è un'anima viva. Il cielo è di un blu scuro e le stelle spledenti si notano benissimo. Rimango ferma mentre guardo il cielo.
-Che c'è? Hai visto qualche alieno? ridacchia Christopher.
-Sì, un alieno con una testa gigante come la tua, che cammina come un cinese grasso e soprattutto nervoso che sta per cominciare un combattimento di Sumo.-
-E io dovrei essere quell'alieno?- sbuffa sarcastico.
-Non so, vedi qualcun altro in giro a parte te?- faccio una pausa e lo guardo -No, non c'è nessun altro quindi tu sei quello!-
-Beh, grazie. Gentilissima- mi indica il marciapiede bagnato per farmi avanzare, e non so cosa ma calpesto qualcosa di molle. Pensando fosse solo l'erba, avanzo vicino a lui. Si gira verso di me con uno sguardo sospettoso:
-Io sicuramente non sono stato! E' colpa tua e sono sicurissimo di questo.- dice alzando le mani e allontanandosi da me.
-Non so di cosa stai parlando- aggrotto le ciglia -sul serio!- e faccio anche io un passo indientro.
-Allora signorina, visto che sai tutto, mi puoi spiegare da dove proviene questo sofisticato profumo. Non penso che tu abbia un profumo del genere, no?!- mette le mani davanti al viso e continua a ridere. Ha una risata contagiosa e mi metto pure io a ridere.
-Oddio!-
-Eh lo so Pich che sei stata tu!- Non smette di ridere finché non affoga. Mi affretto verso di lui e gli tiro dietro alla schiena due schiaffi e... continua a ridere.
-Smettila di ridere- tra una risata e l'altra riesco a malapena a parlare -l'ho calpestata mentre stavamo camminando, non è colpa mia!-
-Okay Pich, non voglio vedere, ti credo- indica verso le mie scarpe -toglile.-
-E poi come farò a camminare?- chiedo con sarcasmo, mentre mi tolgo una scarpa alla volta cercando di restare in equilibrio, perché l'erba è bagnata.
-Non ti preoccupare, ti porto io....- si ferma e mi prende in braccio di sorpresa ed io lancio un grido -alla macchina. Ehi Pich, piano! Sveglierai tutto il quartiere!-. Mi porta alla macchina parcheggiata in fondo alla strada e rimango stupita dal fatto che sia una Land Rover SUV di un nero cristallizzato, con un design contemporaneo e con una bellissima silhouette, che sicuramente non lo fa passara mai inosservato. Apre la portiera sulla parte destra e mi fa salire. Un pò intimidita gli ringrazio e gli dico che sono rimasta senza scarpe. Lui annuisce, come al solito divertito, e va dentro casa a prenderne altre; mentre aspetto schiaccio per sbaglio con il gomito un tasto è parte la musica. Il volume è altissimo e premo su tutti i tasti per poter almeno abbassarlo: è veramente assordante.
Christopher apre la portiera, entra e chiude quell'orribile suono che usciva dal MP3. Con uno sguardo scherzoso si rivolge verso di me
-Hai intenzioni di rompermi anche la macchina?-
-No, semplicemente si è...non so. Ho premuto per sbaglio.- sorrido. -Tranquilla, non ti mangio. Ti ho portato queste scarpe.- mi mostra le Convers rosse che metto quasi sempre perché mi piacciono da morire. -Ho trovato solo queste, spero non ti faccia freddo; sennò possiamo fermarci da qualche parte e comprarti altri stivali.-
-Altri stivali? Perché? Cosa hai fatto con quelli?- rimango a bocca aperta solo immaginando quello che dirà tra pochi secondi.
-Hanno fatto amicizia con la spazzatura.-
-No, spero che stai scherzando.-
-Assolutamente no.- alza le mani, pur essendo consapevole di essere colpevole. - Metti la cintura!- e partiamo.
-Inutile che cambi argomento- faccio finta di essere offesa.
-Ho solo detto di metterti la cintura. Non vorrei prendermi una multa per colpa tua, sai.- arrossico e sto in silenzio, perché so che ha ragione. Meno male che è buio e non si vede nulla.
-Sai dove andiamo?- mi da un'occhiata.
-Stai attento alla strada!-
Si posiziona meglio sul sedile, raddrizza la schiena e mette anche l'altra mano sul volante. -Ora va meglio professoressa?-
-Non scherzare, sai quanti incidenti ci sono in un solo anno?-
-Ma io non faccio parte di quelli, sono attento.-
-E mi dimostri che sei attento guardando di qua e di là? Nessuno è perfetto, Christopher.- il suo nome è un suono molto dolce che mi accarezza le labbra.
-Un punto per te Pich!- sorride soddisfatto della mia risposta. Alza leggermente il volume della musica e io chiudo gli occhi un pochino gli occhi perché mi bruciano.
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Un terribile disastro (SOSPESA)
ChickLitKatrine Smith ha solo 17 anni e solo Dio sa quante ne ha vissute. Trasferita a Jacksonville per motivi scolastici e soprattutto perché non sopportava più stare a casa, incontra una ragazza che le diventa amica, ma il problema appare quando, ad una f...