9. La rosa rossa

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Mi alzo sentendo grida fuori dalla stanza, nel soggiorno. Guardo l'orologio che segna le 5 e un quarto di pomeriggio. Chi potrebbe essere?
Mi alzo piano piano e abbasso la maglietta di Christopher che ho addosso: ora mi arriva fino a sopra le ginocchia. Abbiamo dormito tutto il pomeriggio insieme, ed è stato magnifico.

Sta litigando con una ragazza. Non conosco la voce. Sento i passi di qualcuno dietro la porta. Io rimango in piedi e la porta si apre:
-Ah bene, ecco la troia! Cioè tra tutte le ragazze che ci sono, hai scelto questa... questa qui.- indica verso di me.
-Senti Sophie, stai rompendo i coglioni. Che cosa non capisci? Non sono affari tuoi, devi smetterla.- fa una pausa e comincia a muoversi per la stanza facendo avanti e indietro:
-Che poi... che cazzo te ne frega?!- la ragazza dai capelli ricci e biondi guarda me cercando di sfidarmi con lo sguardo, ma non ci sto al suo gioco, perciò prendo i vestiti che avevo quando sono arrivata qui e vado in bagno a cambiarmi. Idiota, lui è ancora fidanzato. Oddio, che cosa hai fatto?!
-Ora se ne sta pure andando! Che scarsa!- chiudo la porta alle mie spalle e sento Christopher parlare con lei, mandandola a fanculo e cercando di allontanarla. Sono usciti dalla stanza. Esco dal bagno e metto le sarpe. Christopher entra pochi secondi dopo nella stanza:
-Pich, dove cavolo stai andando?- chiede preoccupato.
-Sarebbe meglio se me ne andassi. Devo ancora studiare. Domani c'ho due compiti.-
-Pich non mentire. So che è per colpa di Sophie, ma non dovresti preoccuparti, sul serio. Io con lei... non avevo una relazione seria.-
-Sì, okay, ma a quanto pare per lei era qualcosa di serio.- incrocio le braccia e lo guardo stupita aspettando una risposta.
-Sì, però...-
-Christopher, il però non deve esistere, okay?! Se dovesse sucedere qualcosa e ci metteremo insieme non voglio svegliarmi con tutte le tue ex ragazze alla porta.- lui rimane incantato e mi sorride.
-Che bello.-
-Ma mi stai prendendo per il culo?!- sto diventando impaziente. O è cretino o ha bisogno di un pò di aria.
-Pensi sempre al futuro?- mi guarda con uno sguardo intenso.
-Cosa?!-
-Niente, sei bellissima quando ti arrabbi.- si avvicina a me e mi bacia sulla fronte; cerco di spingerlo, ma non ce la faccio, mi stringe a lui fortemente. -Quindi rimani?-
Lo guardo. Sì, lo so. Anche io vorrei rimanere, ma non voglio far preoccupare Susan.
-No, Christopher. Vado a casa.-
-Va bene, Regina Drammatica. Ti accompagno.-
-Hai visto il mio cellulare?-
-Sì, è nel soggiorno; comunque prima...prima che arrivasse Sophie aveva chiamato Susan, le avevo detto che sei da me.- annuisco ed esco dalla stanza. Vado nel soggiorno, prendo il cellulare e comincio a leggere tutti i messaggi che mi ha lasciato Susan:

Kat dove sei?

Sul serio dove sei mi sto preoccupando.

Kaaaaaaaaaat

Ah, bello. La mia migliore amica mi ha abbandonato per tutta la giornata.

Kat sbrigati a venire a casa che sto morendo dalla noia.

Povera Susan, sicuramente Ian se n'è andato.
- Oddio, hai visto come piove?!- sento la voce di Christopher dietro di me.
-Io sinceramente non ti porto da nessuna parte.- lo sta facendo apposta e mi da sui nervi.
-Vado da sola. Non c'è bisogno del tuo aiuto. Dammi le chiavi.-
-Pich, non vai da nessuna parte. Piove fortissimo e puoi essere pure l'autista più brava del mondo, non ti lascio andare da nessuna parte.- guardo il vetro immenso. Le gocce d'acqua scivolano sulla superficie liscia. Ti danno un'impressione molto rilassante. Torno con lo sguardo su Christopher. Ha ragione non posso guidare in queste condizioni.
Mi siedo sul divano e guardo il paesaggio. Le gocce di pioggia colpiscono la finestra e riempiono la stanza silenziosa. Le luci della città illuminano la stanza buia. È bello qui; ed è ancor più bello sapere che sono nella stessa stanza con la persona che amo, la persona che mi ha fatto perdere la testa in solo 72 ore, la persona che solo dopo 72 ore mi ha fatto arrabbiare. Sussulto al suono del pianoforte. Mi alzo e avanzo nel buio fino ad avvicinarmi al pianoforte. Tocco la superficie liscia e fredda facendo scivolare il dito. Esce una melodia dolce e raffinata, una canzone molto romantica. Mi avvicino a lui e mi siedo sul sedile del pianoforte. Non so nulla sui pianoforti e tanto o meno sulla musica.
-Sai suonare, Pich?- mi guarda negli occhi e nonostante il buio, riesco a vedere i suoi occhi azzurri-grigi.
-No, non so suonare. È Ludwig van Beethoven, Per Elisa, vero?-
-Sì... La bambina ha fatto i compiti, eh. Ti piace?- gli rispondo un pò intimidita dicendogli di sì, poiché intorno a noi c'è un'aria molto romantica, sembra che tutto sia una storia, sembra che siamo nell'ottocento.
-Mia nonna suonava il pianoforte: quando ero piccolina, mi faceva suonare. Dire che suonavo era una grande parola. Semplicemente premevo tasti a caso.-
-Suppongo che non ci sia più.-
-Già. Mi manca tantissimo, poiché ho vissuto quasi sempre con lei. Ricordo che ogni volta che mia madre mi sgridava andavo da lei e mi consolava. Mi diceva che mia madre non lo faceva, perché voleva vedermi piangere, ma perché mi voleva bene e non voleva vedermi ferita. Christopher, non capisco perché la vita sia così ingiusta. Non capisco, perché le persone a cui tieni di più se ne devono andare. E poi dicono che non viviamo in un mondo di merda.- Christopher si ferma, mi alza le mani e me le bacia.
-Il mondo non è di merda, Pich. Sono le persone che lo rendono così.-
-Dunque, visto che stasera rimarrai da me, dovrò cucinare, giusto?- si alza e va ad accendere le luci.
-Vuoi cucinare tu?- chiedo stupita. Beh, probabilmente sa cucinare dato che abita da solo.
-Sì, so cucinare. Mi ha imparato un pò di tutto mia madre, ovviamente prima che mi trasferissi da solo.-
-È da tanto?-
-È da due anni che abito da solo, poiché i miei genitori hanno divorziato. Non volevo abitare né con mia madre né con mio padre.-
-Mi dispiace.- va in cucina e io lo seguo.
-A me no. Mio padre la tradiva. Quando l'avevo scoperto, la prima cosa che ho fatto è stata quella di prenderlo a pugni. Non avevo intenzioni di lasciarlo così, perché sapevo che mia madre sarebbe uscita pazza ed è una donna molto fragile, dolce e innocente... come te.- Ecco qui. Per questo si comporta così con te e ci tiene. Gli piaci. Sua madre e te siete uguali. Dentro di te vede quella persona che ha fatto di tutto per crescerlo e curarlo dal primo giorno che è comparso. Si è affezionato.
Prende una padella e la mette sul fornello, mentre io mi siedo sulla sedia del minibar. Il minibar è costituito da un tavolo alto e molto moderno e rimango stupita dal fatto che ci siano tantissimi drink interi. È un ragazzo serio, a quanto pare. O no?!
-Invece i miei fratelli...- fa una pausa, mentre versa dell'olio nella padella e fa riscaldare dell'acqua in un'altra pentola.
-Hai fratelli?- lo guardo divertita, poiché è comico e nello stesso tempo molto concentrato su quello che sta facendo.
-Sì, Zack e Derick. Zack è più grande di me di quattro anni e va all'università; invece... Derick ha la mia età.-
-Aspetta, siete gemelli?- chiedo confusa. Esistono due Christopher uguali?
-No...- ride, avvicinandosi a me -...i miei genitori l'hanno adottato. Ha origini afro-americane. Non penso che ci somigliamo tanto, eh.-
-Che bello.- si avvicina ancora e mi bacia sulla fronte.
-Sì, pensa che con lui vado d'accordissimo. È un tipo che socializza molto. Abbiamo gli stessi gusti, quindi penso che gli piacerai tantissimo, invece mio fratello Zack può sembrare molto antipatico. È molto più maturo di noi.- Aspetta cosa significa "gli piacerai tantissimo"? Non dirmi che ha intenzioni di presentarti alla sua famiglia. Calmo boy. Rallentiamo un pochino.
-E Derick non abita qui?- mette il sugo nella padella e comincia a tagliare il bacon.
-Perché? La bambina vuole anche l'altro gemello? Non riesco a saziarti, Signorina Pich?- continua a mescolare con un cucchiaio di legno il sugo. Posa il cucchiaio e si avvia verso di me con uno sguardo sensuale e si abbassa pogiandosi con le mani ai bordi del tavolino del minibar, dietro la mia schiena, coprendomi tutta e attaccandosi con il naso al mio.
-Quindi Signorina?- incontro i suoi occhi che mi fanno bollire il sangue nelle vene.
-Io... semplicemente avevo chiesto. Non ho bisogno di due gemelli.- Lo guardo, gli sorrido e gli sfioro le labbra, sussurandogli che deve finire di cucinare. Si allontana indietreggiando.
-Pich, vai a cambiarti. Prendi qualche mia maglietta o felpa per stare più comoda. Io finisco qui. Posso mettere il pepe, vero?-
-Sì, sì. Hai bisogno di aiuto?-
-No, bambina. Vai e cambiati.- viene e mi bacia sulla guancia
-Non so tu, ma io sinceramente non mi sazio di te.-
Nemmeno io. Solo per quello che ti ho conosciuto, rimarrei qui con te a trascorrere il resto della mia vita. Mi rendi speciale, così come nessun altro lo ha mai fatto.
Scendo dalla sedia e mi dirigo verso la stanza di Christopher. Entro nella stanza, vado ad alzare la serranda e mi metto a fare il letto. Dopo tutto quello che è successo pomeriggio con la sua ex ragazza, non siamo più ritornati a dormire. Prendo il suo iPod, collego le cuffie e metto della musica.

Un terribile disastro (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora