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No. Non poteva farlo.

"Perchè? Insomma io mi trovo bene con Stefano, è bravo!" mentii, non sapevo come insegnasse, non lo ascoltavo mai.

Rise "Sicura che non stai dicendo tutto questo perchè ti piace e vuoi provarci con lui?" mi sentii colpita nel profondo, anche se quello che aveva detto era vero.
Gli lanciai uno schiaffo, e me ne andai in camera mia.

Finii i compiti per il giorno dopo e senza andare a cenare mi misi a letto.
Stavo per addormentarmi quando Salvatore entrò in camera mia, mi lasciò un bacio sulla guancia e senza parlare mi abbracciò.

"Ti voglio tanto bene, anche se non te lo dimostro." era Sal.
Pensava che stessi dormendo probabilmente, ma non era così.
Sorrisi.

Mi svegliai insieme alla mia sveglia, la luce mi annientò gli occhi e così li strizzai.
Cercai con il braccio Salvatore, ma probabilmente non c'era più.

Mi preparai velocemente, arrivai come sempre in ritardo a scuola, così che dovetti fare una corsa per le scale.

Entrai in classe e feci un sussulto perchè Stefano era già lì
"Ehm, buongiorno." dissi per poi catapultarmi al mio posto.
Probabilmente sarebbe stato il mio ultimo giorno in quella classe, ero triste.
Davvero davvero triste.

Stranamente ascoltai la lezione, anche se spesso mi perdevo nelle parole di Stefano, nel suo accento.

Finita la lezione Stefano mi prese da parte e mi disse che all'intervallo sarei dovuta andare nel suo ufficio.
Era una scuola grande, per cui ogni docente di ruolo aveva il proprio ufficio.

Ero confusa, non avevo nemmeno fatto niente di male nella lezione e dovevo andare nel suo ufficio.

Passai le lezioni a parlare con Gaia di cosa avremmo fatto ad Halloween, non le avevo ancora menzionato cosa era successo con Stefano e non lo avrei fatto.
La tenevo all'oscuro di quell'assurdo sbaglio che stavo facendo.

"Gaia, Alice spostatevi, state disturbando." Gridò con la sua voce da stronza la professoressa.
Le feci un cenno di sì con la testa ma poi continuai a parlare con Gaia.

La campanella dell'intervallo suonò, avrei potuto comprarmi un pacchetto di crackers ma non lo feci.
Si era formato come un mal di pancia da ansia che non mi faceva pensare ad altro.

Presi il mio cellulare, non dissi nulla a nessuno e andai nell'ufficio del mio professore.
Avevo davanti a me la porta con sopra scritto "Prof. Lepri", esitai ad aprirla, ma poi presi forza e lo feci.

"Buongiorno." vidi un sorriso formarsi sulla faccia di Stefano.
Stava giochicchiando con una penna, facendola dondolare tra le sue dita.
Io mi sedetti in una sedia rossa di fronte a lui.
"Buongiorno.
L'ho convocata qui perchè le sue professoresse mi hanno detto che l'anno scorso è stata promossa per miracolo, e che quindi..." non lo lasciai finire.

"E che quindi? Sono in quarta liceo, non penso che troverete una cura per il mio odio verso la scuola." dissi senza pensarci due volte.
"Ma se stesse attenta forse..." lo interruppi una seconda volta.
"Impossibile." risposi velocemente.
Lui sospirò.
"Okay, beh. Io ci ho provato." Abbassò lo sguardo.
"Ora mi scusi, ma è meglio che io vada, sta per suonare la campanella." dissi per poi alzarmi e andare verso la porta.

"Aspetta." corse verso di me.
Mi prese per i fianchi e iniziò a baciarmi.
Fui un attimo confusa ma poco dopo gli circondai il collo con le braccia, per poi tirargli leggermente i capelli, così da farlo gemere.
Mi portò verso il muro, quando mi ricordai che eravamo a scuola.
Lo allontanai da me, prendendo fiato e lui mugugnò.

"Sai cosa potrebbe succedere se ci scoprissero, giusto?" lo guardavo, con le mani sul suo petto per continuare ad allontanarlo da me.
"Sì e non m'interessa." ringhiò per poi cercare di baciarmi di nuovo.
"A me sì, tu perderesti il lavoro e io verrei cacciata dalla scuola penso. Quindi lasciami." non gli lasciai tempo di controbattere che uscii.

Ero costantemente in lotta con me stessa.
Una parte di me lo amava, amava i suoi capelli, i suoi occhi, i suoi occhiali, il suo accento e tutte quelle cose che lo facevano essere speciale.
Ma una parte ricordava che era sbagliato, totalmente sbagliato, quello che desideravo.

Sì, lo so. Fa cagare.
Penso che per pubblicare questo capitolo chiuderò gli occhi.
Avete il diritto di togliere il libro dalla biblioteca.
Ciao.
~Hila

Math's Prof | Stefano LepriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora