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I feel something so right
Doing the wrong thing.
I could lie, coudn't I, could lie
Everything that kills me
makes me feel alive

Uscii dal suo ufficio, ero triste.
Tremendamente triste.
Era giusto allontanarmi da lui, non saremmo mai potuti diventare qualcosa.
Passarono le lezioni ed io velocemente scappai dalla massa di ragazzi che circondava il mio liceo.
Andai al parco più vicino, volevo rilassarmi.

Presi dalla mia borsa un pacchetto di sigarette e ne accesi una.
Non fumavo spesso, quasi mai a dire il vero, ma avevo un pacchetto sempre a portata di mano.
Per quando ero stufa del mondo esterno e volevo allontanarmi un po' da tutti, o per quando semplicemente volevo stare da sola.
C'era da dire che fumare non mi faceva sentire meglio, ma mi sentivo più forte, meno fragile di quello che in realtà ero.

Era questo che mi ero creata:
un enorme maschera che mi faceva sembrare forte, menefreghista, grande mentre invece io ero tutto il contrario.

"Non dovresti fumare." mi girai, anche se sapevo perfettamente chi era a parlarmi.
Stefano.
"Nemmeno lei." indicai la sigaretta che aveva in mano.
Non pensavo fumasse.

"Tu" mi corresse "dammi del tu. E comunque io posso, ho 21 anni. Tu ne hai 17." sbuffai.
Ero sempre la piccola, la ragazza che non può fare decisioni da sola.
Ero sempre la stupida.

Non avevo voglia di controbattere, ero stanca, mi era stato perfino tolto il mio momento di tranquillità.
"Cosa vuoi? Perché mi hai baciata nel tuo ufficio? Perché mi segui ovunque vada?" avevo bisogno di risposte, e lui era l'unico che poteva darmele.

Alzò le spalle con menefreghismo "Non lo so, con te sto bene." disse per poi guardarmi negli occhi ed inspirare di nuovo la sua sigaretta "ti basta?".
Mimai un sì con la testa e buttai la mia sigaretta per terra, poi iniziai a camminare verso casa.

"Vai a casa?" mi stava seguendo, con passo veloce.
"Sì, ho fame." risposi distaccatamente.
"E se venissi a casa mia?" mi girai verso di lui. Per quanto volessi mettere fine a quel che stava succedendo con lui così da non ingigantire quello sbaglio che stavo facendo, la proposta mi allettava parecchio.

Mi strinse i fianchi e mi avvicinò lui, riuscivo a sentire il suo alito che sapeva di fumo e menta sul mio viso.
"Forse un altra volta Stefano, devo studiare molto per domani." finsi un sorriso.

Mi lasciò un bacio a stampo per poi andarsene lontano ed io cominciai a camminare verso casa mia.

Salvatore's POV
Forse ero stato troppo cattivo con Alice, forse non dovevo cambiarla di classe.
Insomma era abbastanza grande da capire che non poteva provarci con il suo professore.

Sentii la porta di casa aprirsi e così mi alzai dal divano.
"Ciao Sal." disse con fare acido mia sorella.
"Ehy Ali.
Ho una notizia, non dovrai cambiare classe." Non ne avevo ancora parlato con mamma, ma ero sicuro che me lo avrebbe lasciato fare.
Vidi l'espressione di Alice cambiare in un sorriso per poi abbracciarmi.

Era tanto che non mi abbracciava.
"Grazie Sal, grazie davvero." la strinsi ancora più forte. "Ordiniamo una pizza?" propose ed io annuii.

Ultimamente mamma si faceva vedere poco, era sempre al lavoro e quindi dovevamo arrangiarci.
Le pizze arrivarono dopo poco e noi andammo sul divano a mangiarle.

Alice's POV
Era sbagliato nei confronti di mio fratello pensare a Stefano quando lui si era fidato di me.
Eppure era quello che stavo facendo.

mh.
Mhmh.
Vado a sotterrarmi ciao.
Ig: matesitaly
Ig privato: hilablack

Math's Prof | Stefano LepriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora