4

4.4K 278 76
                                    

Mangiammo e la serata passò velocemente chiacchierando e guardando un film tutti assieme.

Poi gli amici di Sal andarono via.
"Ho visto come guardavi Stefano. Smettila, lui non ti considera." disse Salvatore con voce distaccata.

Oh, in camera mia sembrava dire il contrario.

"Mi sa che ti sei sbagliato fratello, io non ho guardato nessuno." Gli sorrisi con fare provocatorio.

Per quanto non volessi ammetterlo, Stefano mi incuriosiva parecchio, volevo conoscerlo meglio.

Mi scambiò un occhiataccia e andò in camera sua.
Notai che aveva lasciato il suo cellulare sul tavolo, cosí lo presi e guardai fra i contatti.

Il mio scopo era trovare il numero di Stefano.
L'aveva chiamato St3pny, nessuna faccina, niente. Che tristezza.
Feci una foto allo schermo del cellulare di mio fratello con il numero e lo bloccai.

Andai nella mia stanza e dopo poco mi addormentai.

*il giorno dopo*

"Oh andiamo scrivigli!" mi incitò Gaia mentre eravamo nel pullman.
"E cosa gli scrivo? Ciao sono la tua alunna e mi piaci?" feci una risatina isterica.
Gaia alzò le spalle e io decisi di non scrivergli.

Arrivai davanti a scuola, Gaia era già entrata, io invece restavo davanti a quell'edificio.
Sarei voluta scappare, scappare da tutto, non avevo voglia di passare una giornata in quello schifo.
Fu quel che feci.

Cominciai a correre, senza una meta precisa, avevo solo bisogno di essere un po' più libera.
Corsi per circa 300 metri quando una mano mi prese il braccio.
il mio professore.

"Dovresti essere in classe, ora." affermò guardando il suo orologio.
"Non... non volevo tornare lí." dissi girando lo sguardo. "E lei..?".
"Oggi è il mio giorno libero, mi trovavo qui per caso.".
L'aria di fece pesante, restammo in silenzio, un silenzio assordante e lungo, fino a quando Stefano non lo spezzò.

"Uhm... Ti va se facciamo un giro?" Disse timidamente.
'Strano.' pensai. Di solito tutti si apprestavano a ricordarmi quanto fossi sbagliata, quanto ogni cosa che facessi fosse tremendamente ingiusta. In più era il mio professore, motivo in più per ricordarmi che dovevo andarci a scuola.

Ma lui era diverso, forse lui era realmente diverso.

Girammo per Milano, parlando.
Mi raccontò che lui era nato a Firenze, ma si era trasferito a Milano per il lavoro che gli era stato offerto, e per fare video di miglior qualità.
Gli raccontai io della mia regolare vita da studentessa, che stranamente però lo incuriosiva parecchio.

Con lui mi sentivo di parlare con una persona vera, una persona che non aveva bisogno di giudicarmi per sentirsi felice.
E questa era una cosa che non provavo da molto.

Mi accompagnò fino a casa.
"Grazie della passeggiata.." Dissi sorridendo "non dirai a Sal che ho saltato scuola, vero?".
Lui sospirò. "Starò zitto, ma promettimi di non farlo spesso.".
Non risposi, conoscevo i miei limiti, non era lui a dirmi cosa fare.

Mi lasciò un bacio sulla guancia e se ne andò.
Lo guardai mentre si allontanava, diventava sempre più piccolo, sempre più distante.

Lalala 🌸
Non avevo per nulla idee, scusate, potete pure trucidarmi.
Ora sono stanca quindi vado a dormire ciao.
Se siete dei bravi castori (?) leggete la storia di _CarlyWhite_
notte.
~Hila

Math's Prof | Stefano LepriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora