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"And nothing else matters now,
you're not here
So where are you?
I've been calling you
I'm missing you"

Mangiammo la pizza, parlando e ridendo.
Era da tanto che non avevo un contatto civile con mio fratello e tutto ciò mi piaceva.
Ad un certo punto mi arrivò un messaggio.

Da Stefano:
Sicura di non voler venire qui? Immagina: io e te a guardare un film, abbracciati, mentre ci baciamo...

Era più dolce del solito.
Me ne ero accorta solo in quell'istante.
Era estremamente bipolare.

A Stefano:
Devo ricordarti che sei il mio professore?

Non ero sicura di inviare quel messaggio, ma poi presi forza e premetti 'invio', stando attenta che Sal non vedesse cosa stavo facendo.

Da Stefano:
Puoi dimenticarti una cazzo di volta di questo e provare a seguire i tuoi sentimenti?

Forse aveva ragione, forse ero io che non volevo accettare il fatto che mi fossi innamorata di lui.
"Cosa c'è Ali? Sei improvvisamente pensierosa." disse Salvatore accarezzandomi la guancia.
Spensi il cellulare frettolosamente.

"Oh, niente." sorrisi falsamente "mi sono solo ricordata che domani ho la verifica di arte e forse è meglio che vado a studiare." mi alzai per poi salutarlo.

Salii in camera mia e studiai un po'.
In realtà non studiavo da ormai 2 anni, ma ci provavo almeno.

Solo mio padre riusciva farmi stare appiccicata ai libri, in quel momento ricordai di quelle giornate sul suo letto quando avevo litigato con Sal e lui mi prendeva sulle sue ginocchia per raccontarmi l'Illiade, l'Odissea e tutte quelle cose che lo affascinavano.
E da piccola bambina quale ero, affascinavano anche me.

Io sognavo di diventare come lui, fino a quando ai miei 15 anni lui morì in un incidente stradale.

Non aveva fatto nulla per morire, era la persona che lo meritava di meno al mondo e più volte avevo desiderato ci fossi io in quella macchina al posto suo.
Da quel giorno non riuscii più a studiare, ogni cosa mi ricordava lui.

Scossi la testa per allontanare quei pensieri quando mi ricordai di Stefano.
Decisi di scrivergli.

A Stefano:
Okay, hai vinto.
Passi a prendermi?

Avevo voglia di pensare ad altro.
Di pensare a lui.

Stefano arrivò dopo una decina di minuti, così io dissi a Salvatore che andavo a studiare da Gaia, per poi scendere dalle scale.
"Hey." sorrise lui.
Indossava una felpa con scritto MATES, la indossava spesso anche mio fratello.
Gli stava davvero bene.

Lo salutai e lui mi strinse a se.
Prese la mia mano e iniziammo a camminare.
Arrivammo a casa sua in pochi minuti, era un palazzo con tanti appartamenti.
Entrammo nel suo.

Era molto ordinato, si entrava in un salotto con delle librerie, un divano e una tv, poi c'era una cucina e due altre stanze.
Mi fece entrare in una di queste due.
Spiccava agli occhi una postazione da gaming, simile a quella di mio fratello.
Poi c'era un letto e un armadio.

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Eravamo seduti sul divano da un oretta.
Spesso Stefano si fermava a guardarmi, per poi dirmi che ero bellissima.
A volte venivo presa dai sensi di colpa, dal mio subconscio che mi pregava di fermare quell'assurda cavolata.
Ma mi ero ripromessa di non ascoltarlo e così avrei fatto, almeno per quella giornata.

Mi avvicinò il viso al suo per baciarmi, aspettavo quel momento da quando ero entrata nella sua casa.
Aprofondii il bacio fino a quando lui staccò le mie labbra dalle sue e iniziò a baciarmi il collo.
Iniziò a succhiare insistentemente nello stesso punto, fino a lasciare un livido rosso sulla mia pelle candida.

Continuammo a baciarci fino a che non sentimmo una porta aprirsi.

Ma quanto posso scrivere male?
QUANTO.
Poi sono anche stanca quindi mele.
Vivibi.
ig: matesitaly

Math's Prof | Stefano LepriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora