Capitolo 5

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"Avevo capito che eravamo senza cibo" sorride lui.

"Si da il caso, caro ragazzo, che il mio frigo sia pieno di ingredienti e che io sia un'ottima cuoca" mostro un sorrisetto fiero incrociando le braccia.

"Oddio morirò avvelenato" si fine preoccupato, con un'espressione talmente buffa da farmi scoppiare a ridere.

Gli mostro dove si trova il bagno, gli do un asciugamano pulito, il phon e lo invito a sentirsi a casa propria. Appena chiude la porta mi fiondo in cucina e metto a bollire l'acqua. Batto le uova e prego qualunque dio si trovi lassù di impedirmi di fare casini. Non oggi Lena, almeno per una volta non bruciare nulla. Sorprendentemente la salsa ha un aspetto ottimo. Quando sto per scolare la pasta, Alessio mi raggiunge.

Ha i capelli completamente spettinati, gli coprono un po' i suoi bellissimi occhi. Si appoggia allo stipite della porta della cucina, le braccia conserte, e mi osserva. Odio sentirmi osservata, mi mette ansia e mi fa sentire giudicata. Ma lo lascio fare, con lui sono tranquilla. Salto la pasta in padella e quando spengo il fuoco mi giro e urlo "Voilà!!". Alessio mi guarda un attimo sorpreso per poi scoppiare a ridere, e io con lui.

"Forza, altrimenti si fredderà e moriremo di fame!" riesco a dire tra una risata e l'altra.

"Quanto sei melodrammatica Lena". Scoppio a ridere nuovamente.

Mi aiuta ad apparecchiare e a servire nei piatti. Assaggio la pasta. Stavolta gli dei mi hanno aiutato, non è salata, non è scotta e non è schifosa. È cibo, sono quasi le 15, e solo per questo è buonissimo. Svuotiamo la pentola in pochi minuti, quasi non parliamo per quanta fame abbiamo.

Dopo mangiato, Alessio si offre di lavare i piatti. Vedo che però il suo sguardo è incerto e capisco che non ha mai lavato i piatti in vita sua. Sorrido e declino l'offerta, chiedendogli di mettere un po' di musica mentre carico la lavastoviglie. Gli indico il cassetto dei cd e lui si china per sceglierli. Li osserva attentamente per qualche minuto finché non ne sceglie uno. Lo inserisce nel lettore e lo riconosco dalle prime note: Bad Blood dei Bastille. Ha buoni gusti il ragazzo.

Sorrido e continuo a lavare i piatti canticchiando sottovoce. Intanto Alessio si è buttato sul divano e guarda il telefono mentre tiene il ritmo di "Pompeii" con il piede. Metto l'ultimo piatto nella lavastoviglie, aggiungo il detersivo e l'avvio. Lo raggiungo senza fare rumore e poi urlo "Bu!". Alza lentamente lo sguardo e mi osserva come se fossi pazza, probabilmente lo sono, ma questo ragazzo tira fuori la parte più spontanea e stupida di me.

"Pazzesco, nemmeno il miglior horror sulla piazza mette più paura del tuo 'Bu', giuro" cerca di restare serio. Io sorrido beffarda e rispondo "Eh, lo so, faccio questo effetto alle persone". È troppo per lui. Mi afferra per i polsi e mi butta sul divano cominciando a farmi il solletico. Io mi dimeno e scalcio, per poco non lo becco là sotto. Ridiamo come due cretini e poi ci fermiamo per riprendere fiato.

Il primo a parlare è Alessio: "E ora che si fa?". Bella domanda amico.

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