Capitolo12

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Capitolo12





Al funerale c'erano almeno duecento persone, tutte strette in una piccola radura vicino a un ruscello. Liam si guardò ancora intorno. Non era stato a molti funerali, ma tutti quelli in cui era presente, si erano svolti in chiesa.
Adesso invece si ritrovava in piedi affianco a Louis, con un vestito di Zayn decisamente troppo grande a dosso. Zayn era di fronte a lui. Non riusciva neanche a fissarlo da quando, poche ore prima, lo aveva... ecco... lo aveva... baciato. La morbidezza era ancora impressa sulle sue labbra come un tatuaggio...
Il corpo di Rylei giaceva su una barca di legno al centro del prato. La bocca era stata ricucita in occasione della cerimonia, ma i segni dello scempio che aveva subito erano ancora evidenti.
Liam scosse la testa, tentando di cacciare quell'immagine della sua testa. Ma il sangue e la morte di quella sera erano ancora impressi nella sua mente, quasi come se fossero scritti con l'inchiostro indelebile.
Sussultò quando Gemma al suo fianco gli strinse la mano.
- Come stai?
- Bene credo- bisbigliò Liam, tentando di tenere gli occhi fissi sul prete e non sul corpo del povero ragazzo.
- Non ti preoccupare hanno quasi finito- disse lei, sistemandosi una ciocca di capelli corvini. - Credo che fra un po' metteranno la barca nel fiume.
Liam si limitò semplicemente ad annuire. Lì era tutto così diverso, che ormai si era abituato a tenersi le sue domande per sè. Doveva semplicemente accettarlo.
- Senti dopo, vai da Zayn- mormorò, continuando a sistemarsi i capelli e raccogliendoli in uno chignon alto. Era davvero bellissima, vestita in quel modo così elegante... Anche se si trattava di un funerale. - Non guardare nessuno, non fermare nessuno, non parlare con nessuno.
- E se Louis...
- Se Louis, no- disse fredda Gemma. Sembrava quasi sua madre con quel tono. Sua madre, pensò. Da quanto tempo non la vedeva, si chiese. - Lui non deve sapere nulla, finchè non ne avremo la certezza. Ok?
Liam la fissò. Non aveva mai nascosto niente a Louis.
- Ok?- chiese di nuovo l'incantatrice, fissandolo con sguardo sempre più serio.
Annuì e tornò a seguire il prete.
Quattro persone afferrarono la barca con delicatezza, come se custodisse qualcosa di molto fragile; fragile come la vita di quel ragazzo...
Misero la barca sul bordo del ruscello e la lasciarono andare. L'acqua la trasportò lentamente, facendola volteggiare a ritmo delle piccole onde.
Liam si ritrovò a fissare tutti i presenti, squadrandoli uno per uno. Chi piangeva, chi si teneva i capelli, chi nascondeva il volto fra le mani. E poi c'erano i due genitori di Rylei, che fissavano la barca con espressione dura e labbra serrate. Si vedeva lontano chilometri che stavano trattenendo le lacrime; ne avevano già cacciate troppe...
La barca si girò ancora un paio di volte prima di sparire nel tiepido buio del bosco. Nessuno osò seguirla. Nessuno osò urlare il nome del ragazzo. Probabilmente ciò simboleggiava l'addio al morto...

Zayn stava parlando con Gemma quando Liam lo raggiunse. Entrambi avevano il volto abbastanza preoccupato, e questo non fece che spaventare Liam. Era da stamattina che lo fissavano così.
- Pronto?- chiese Gemma, sciogliendosi lo chignon e levandosi il velo dal viso.
Liam annuì, non riuscendo ancora a posare lo sguardo su Zayn. Sapeva che gli occhi di giada dell'alpha stavano percorrendo il suo corpo, ma preferì non pensarci. Il ricordo di ciò che era accaduto poco fa lo fece rabbrividire.
- Allora...
- Zayn Malik, Gemma Styles e il neoaggiunto Liam Payne- tuonò una voce profonda e tagliente alle loro spalle. Tutti e tre si voltarono di scatto.
- E lei è?- chiese Zayn con la sua solita strafottenza. Quella fu l'unica volta in cui a Liam non diedero fastidio i suoi modi di fare. Non sapeva perchè, ma quell'uomo con lo smocking e i capelli così biondi, incuteva davvero timore.
- Detective Wales- disse dando il suo biglietto da visita a Zayn. - Sto seguendo il caso del povero Rylei.
- Credevo che per quello ci fosse il corpo di guardia del palazzo- ribattè Gemma, incrociando le braccia sul petto. - Da quando c'è la polizia a Inen Spirit?
Il detective strinse le labbra, infastidito dalla domanda. Non sembrava un tipo molto paziente, pensò Liam.
- Da quando voi guardie siete state decimate...
Liam sentì la mano di Zayn afferrare di scatto la sua. La pelle rugosa avvolse completamente quella liscia e candida del castano, causando una scarica di brividi in tutto il suo corpo. In quella posizione, mano nella mano, poteva percepire tutta la rabbia contenuta nel corpo del pakistano.
Gemma sorrise. - Non sapevo che gli esseri umani fossero ammessi a entrare nella città.
- Un essere umano qualunque, no... Ma un immune si...- spiegò il poliziotto. La fronte gli si increspò sotto la spinta del sorriso di plastica che fece. Sembrava quasi una statua, pensò Liam. - Ad ogni modo non siamo qui per discutere di questo. Dopodomani vi invito a recarvi tutti al palazzo, dovremmo investigare- Un ghigno maligno si dipinse sulle sue labbra, come se avesse già risolto il caso da sè. - Riuscirò a scoprire cosa è accaduto ieri notte, fidatevi.
Detto questo, girò sui tacchi e se ne andò. Liam rimase a fissare le sue possenti spalle per un tempo lunghissimo, prima che il detective uscisse dalla sua visuale.
- È stato... Inquietante- borbottò Gemma, sistemandosi ancora una volta i capelli. Sembrava quasi un tic nervoso.
Liam si girò a fissarla, continuando a tenere la mano stretta in quella di Zayn. - Già...
Zayn guardò le loro mani intrecciate e sbiancò, quasi come se se ne fosse accorto solo in quel momento. Interruppè immediatamente il contatto, facendo voltare Liam verso di lui. Sorrise quando notò il rossore sulle sue guance. Era adorabile.
- Mi deludi Gemma- disse, guardando la ragazza. Le spostò una ciocca dalla fronte, con fare provocatorio. - Da quanto noi abbiamo paura degli immuni?
- Cosa sono gli immuni?
La voce di Liam apparve quasi estranea in quella situazione. Vedere Zayn che toccava i capelli a Gemma lo aveva, come dire... Ecco... Infastidito.
- Gli immuni sono coloro in cui il potere non ha attecchito- spiegò Gemma, sottraendosi al tocco di Zayn. Aveva perfettamente interpretato i suoi pensieri, e no, non sarebbe stata uno dei suoi mezzi ancora una volta. - In pratica, figli di creature magiche, ma senza poteri.
- Inutili, insomma- concluse Zayn.
Gemma alzò gli occhi al cielo. Zayn era sempre stato una persona molto pratica, che guardava sempre ai vantaggi e agli svantaggi di qualcosa... E dato che gli immuni non avevano poteri e non potevano svolgere alcun lavoro, nella sua testa non servivano a niente.
- Adesso, andiamo non perdiamo altro tempo- scattò il pakistano, cominciando a camminare di nuovo. Quel detective non doveva proprio interromperli, gli aveva fatto perdere moltissimo tempo.
Gemma si accigliò. - Voi andate, io vi raggiungo subito...
- Che cosa?- scattó Zayn, più arrabbiato che sorpreso in realtà.
La ragazza deglutì. - Si, io devo fare una... cosa...
- Ti ricordo che tu hai proposto di fare questa cosa.
- Si e mi dispiace ma non potrò essere presente- sbuffò Gemma. Fu in quel momento che nei suoi occhi, Liam rivide per un attimo il barlume che animava quelli del fratello. - Ascoltami bene adesso, Zayn...
Il pakistano la fissò annuendo. Quella situazione sembrava davvero seccarlo.
- Vai nel corridoio in fondo alla rampa di scale sulla destra, percorrilo fino a metà. Li dovrebbe esserci una porta, aprila e troverai un altro corridoio. Non guardare nessuno, non fissare nessuno, non parlare con nessuno. È la quarta porta sulla destra...- sputò fuori, tutto d'un fiato. Sembrava quasi il navigatore che sua madre di Liam metteva in macchina ogni volta che dovevano andare a mare. Purtroppo non avere il senso dell'orientamento era una cosa di famiglia...
- Chiaro Zayn?
- Cristallino- sorrise il moro.
Salutarono Gemma e si diressero velocemente verso la strada. Zayn era più avanti di qualche passo e camminava con un'andatura talmente veloce, che Liam doveva correre per stare al suo passo.
Si fermarono solo quando raggiunsero una moto nero acceso, con un piccolo stemma simile a una V sul fianco. Liam era sicuro di aver già visto quel simbolo.
- Sali- ordinò Zayn, porgendogli un casco.
- Cosa?
- Hai capito benissimo- ribattè il moro, accendendo il motore.
Liam lo guardò stupito. Non pensava che fosse un tipo da moto. - Oh no... Io non salgo.
- Senti Payne- sentire il suo cognome sputato da quelle labbra lo fece rabbrividire. Era molto meglio quando pronunciava il suo nome. - O sali, o ti porto di peso. Scegli tu.
Liam sbuffò, guardandosi istintivamente intorno. Che cosa direbbe sua madre se lo vedesse in questo momento? Karen era sempre stata molto severa in quanto alle moto.
- Allora?
Il castano lo fissò confuso. Salire su quella moto significava trasgredire per la prima volta a una regola su cui sua madre era sempre stata molto chiara. Non poteva, non doveva farlo...
Liam afferrò il casco e montò sul sedile.

Il palazzo dove andarono era lo stesso dove pochi giorni prima, Liam e sua madre avevano ricevuto quella specie di processo. Sua madre. Chissà come stava, si chiese Liam. Non la vedeva da troppo tempo.
Entrarono nell'edificio, camminando velocemente sul pavimento di marmo. Migliaia di persone si muovevano intorno a loro, ma Liam riusciva benissimo a scorgere le ampie spalle di Zayn.
Non si erano quasi rivolti la parola da quando erano al funerale. Zayn aveva borbottato qualcosa durante il viaggio in moto, qualcosa che Liam non aveva capito. Ma aveva preferito non chiedere, non sicuro che Zayn si stesse riferendo a lui.
E poi... Era troppo concentrato a tastare i pettorali del moro per accorgersene.
Seguirono perfettamente le indicazioni di Gemma, attraversando quei corridoi buii e freddi. Liam sentì qualche brivido corrergli lungo la schiena, mentre fissava quelle pareti rigide e lucenti. Era quasi come se avesse già visto quel posto...
Zayn ridacchiò quando gli si avvicinò per timore di perdersi. Quel palazzo sembrava davvero un vero e proprio labirinto.
- Hai paura?- gli chiese Zayn, fermando tutt'a un tratto il suo passo felpato e veloce. I ciuffi corvini gli caddero sulla fronte, quando guardó il castano stringersi verso la parete.
- No...
Sorrise beffardo. - Allora perchè ti comporti come se stessi andando incontro alla morte?
Liam decise di non rispondergli, odiava davvero questo lato del suo carattere. Così riprese semplicemente a camminare.
Arrvarono davanti alla porta, dopo una decina di minuti di cammino. Quei corridoi erano davvero più lunghi di quanto Liam potesse immaginare. C'era davvero una labirinto là sotto.
- Apri!- ordinò Zayn, dopo pochi secondi.
- Cosa?- chiese Liam stupito. Fino ad adesso aveva fatto tutto lui, perchè adesso voleva che prendesse iniziativa.
- Apri!
- No, apri tu! Non ho la più pallida idea di cosa ci sia là dietro.
Il moro fece spallucce. - Ah siamo nella stessa situazione, amico.
- Ma sei tu quello esperto, no?
Zayn lo fissò fermo per alcuni secondi. - Ma che significa? Apri quella dannata porta!
- No, apri tu, Zayn!
- No...
La porta si aprì prima che Zayn potesse terminare la frase, e ne uscì una donna dai lunghi capelli neri, illuminati qua e là da piccole ciocche rosse. Bellissima.
- Mamma!
- Zayn e tu cosa ci fai qui?


Spazio Autrice

Ok, non uccidetemi...

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