1. "I'm Lauren."

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Come ogni mattina,aspettai Noami davanti all'entrata di scuola.

Fuori faceva freddo,nonostante la primavera stesse per arrivare e le giornate si stessero facendo più calde giorno dopo giorno,le gambe mi tremavano ogni mattina e le dita diventavano rosse dal freddo.

"Ehi Lauren!" disturbarono i miei pensieri le squillanti voci dei ragazzi della squadra di Basket della scuola che mi passarono di fianco,sorridendo.

Osservai a lungo i borsoni che dovevano portarsi dietro ogni giorno,sembravano davvero pesanti,d'altronde era la squadra vincitrice della coppa regionale dello scorso anno,dovevano allenarsi duramente per raggiungere lo stesso risultato anche quest'anno.
Li salutai e sorrisi a Josh,il capitano della squadra,aveva un debole per me da sempre.

Mi accesi una sigaretta,quando avevo 13 anni i ragazzi della mia scuola mi portarono in discoteca e mi insegnarono ad aspirare,da allora non ho più smesso di fumare.
Non perché non ci riesca,so fin troppo bene che fa male e che non dovrei ma,se non ho una ragione per tornare indietro e smettere, perché non farlo più?

Il gruppo delle ragazze di ginnastica e le cheerleader arrivarono,le ultime si misero in cerchio integrandomi bene tra loro e mi raccontarono un po' di cose,loro sapevano che fumavo,mi avevano sempre vista farlo,non si sentivano a disagio sebbene nessuna delle presenti attualmente fumasse.

"Allora Lauren come stai?
Come è andata la vacanza?"
Mi chiesero sorridendo.

In questo liceo le cheerleader non sono come in tutte le altre scuole,presumo,o almeno come descrivono nei film.
Qua ti sorridono nei corridoi,ti incitano a partecipare alle attività extra scolastiche,ti danno consigli,si preoccupano per te e ti vogliono davvero bene.
Sono come una grande famiglia.
Questo è il motivo per cui mi manca passare le mie giornate ad allenarmi con loro.

"È andata piuttosto bene,grazie ragazze!"

Ripensandoci,era andata grandiosamente,saltare un'intera settimana di scuola e passarla nella dolce pianura centrale irlandese,circondata solo da natura viva.

"Mi ha fatto molto riflettere,sono stata a contatto con persone bellissime ed il paesaggio era spettacolare!
Voi ragazze?
Sofia come va la gamba?
Qualche novità qua a scuola?" chiesi a loro,curiosa.

Dopotutto mi interessava davvero.

"È quasi guarita del tutto,il medico ha detto che tra due settimane posso iniziare ad allenarmi,non è fantastico?"

"Si lo è" risposi a Sofia

"È arrivata una nuova compagna,è in terza,ma non l'abbiamo ancora vista,dubito che riusciremmo a riconoscere un nuovo volto tra la folla,ci sono così tante persone a scuola!"

Risposi con una risata,avevano ragione,la nostra scuola era affollatissima e accorgersi di un nuovo studente era praticamente impossibile.
Ci salutammo e loro entrarono a scuola.

"Noami,finalmente!" scorsi il suo volto tra la folla che entrava,mi aveva fatto aspettare un bel po',ora era ora di entrare e subire sei ore di completo schifo,come ogni giorno.

"Lauren! Bentornata!" rispose lei,i suoi capelli mori liscissimi erano sempre impeccabili,ci incamminammo ed entrammo,le mie mani si scongelarono piano piano.

La prima ora avevo storia,la mia aula era in fondo al corridoio,Noami era nella mia stessa classe di storia,andammo insieme parlando del più e del meno,dei suoi genitori,della festa di sabato...
"Lauren sei bellissima!" dietro di me,saranno state una decina o quindicina di ragazzine,suppongo fossero di prima,mi toccó la spalla una di loro per farmi girare.
"Oh,ragazze,siete carinissime!
Vi ringrazio tanto!"
Ero abituata a questo genere di situazione.
A scuola tutti credevano fossi una specie di superstar.
La più amata da tutti,con tutti i ragazzi che le corrono dietro,con le migliori migliori amiche,quella che invitavano tutti alle feste,e non posso smentire nulla,era proprio vero,e faceva piacere,tanto piacere.
Insomma,a chi non farebbe piacere?
Eppure non ero felice.

L'ora di storia passò in fretta,dovetti cambiare ancora classe,toccava a letteratura.

La professoressa di letteratura era davvero stronza nei miei confronti.
La cosa peggiorava ad ogni lezione.
Ma non me la prendevo mai,non posso piacere a tutti
La lezione iniziò e lei cominciò ad introdurre un nuovo poeta,tutto normale.

Improvvisamente i miei pensieri iniziarono a diventare sempre più pesanti,seguendo i ricordi che mi ero ben promessa di non seguire mai.
Ma loro erano proprio lì,e correvano veloci.
Più veloci.
Sempre più veloci.
Iniziai a far fatica a respirare,mi alzai dal banco e con un filo di voce chiesi "posso uscire?",la professoressa vide che non stavo bene e mi diede il consenso.

Uscii dall'aula correndo nel corridoio,entrai in un bagno,velocemente chiusi la porta e mi sedetti per terra.
I respiri si facevano più pesanti e l'unico sentimento che riuscivo a provare era la paura.
Avevo paura.
E iniziai a piangere.
Piansi forte,le lacrime uscivano da sole,avevo così freddo e non riuscivo a far nient'altro che piangere.

Qualcuno bussò alla porta,feci come se non avessi sentito,continuava a bussare ma io non riuscivo ad alzarmi né a parlare.
Bussò sempre più forte finché non si decise a parlare
"Io..io ora apro"
Alzò la maniglia ed aprì la porta.
Una ragazza rimase immobile davanti a me,tenni lo sguardo rivolto verso il basso dalla vergogna,non sapevo chi fosse,non sapevo perché aveva aperto la porta,non sapevo cosa voleva fare,non sopportavo che qualcuno mi vedesse piangere.

"Oddio,ti porto fuori da qui" prese il mio braccio e se lo mise intorno alla sua spalla,ero affascinata dalla sua voce graffiata ma dolce,mi alzò e mi fece sedere sul pavimento del bagno davanti agli specchi,per fortuna non c'era nessuno.
Mi sedetti e il mio sguardo incrociò il suo,in quell'istante smisi di singhiozzare.
Aveva il viso più bello di qualunque altra ragazza che aveva percorso questi corridoi.
Mi guardò e dopo un po' si morsicò il labbro
"Hai freddo?"
"Si" risposi
"Posso?"
Si tolse la felpa e me la appoggiò sulle spalle.
"Ti era mai capitato prima?"
"No" la riguardai
I suoi occhi erano marrone cioccolato e i suoi capelli erano lunghi,bruni scuro.
Profumava di buono.
Adoro le persone che profumano di buono,profumava di ammorbidente e lucida labbra.
Vide che la stavo guardando così iniziai a parlucchiare,per rendere il tutto meno imbarazzante.
"Io sono Lauren"

"che bel nome!" subito mi rispose la ragazza dalla voce graffiata,terribilmente carina.

"Io sono Camila".

L'altra soglia dell'amore (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora