4. "She wants him."

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Il tragitto in macchina fu molto lungo,i miei sentimenti si stavano piano piano ricostruendo e io ero pronta a godermi la serata con Camila

"Eccoci" disse la ragazza sorridendo

Entrammo con l'auto nel parcheggio del locale,qualsiasi esso fosse
Uscii dall'auto e riuscii a vedere solo un giardinetto,il parcheggio era pieno di macchine parcheggiate e morivo dalla voglia di sapere dove mi stesse portando Camila.

L'insegna diceva "Water paradise",la lessi ma non domandai nulla a lei,che stava camminando di fianco a me,e mi sorrideva,si vedeva che era emozionata tanto quanto lo ero io.

Il passo di Camila era morbido,elegante,le sue gambe si muovevano in perfetti movimenti e i suoi capelli ondeggiavano a destra e a sinistra seguendo i suoi passi.

La guardai e capii che quella sera volevo sapere più su di lei,volevo parlarle e volevo che fosse una bella serata,volevo che mi facesse incantare con le sue parole e lo volevo tanto,perché in qualche modo mi sentivo legata a lei,nonostante ci fossimo conosciute il giorno prima,nonostante nessuna delle due si fosse ancora aperta con l'altra e viceversa,nonostante questo,il tempo ci avrebbe aiutato,eppure sentivo qualcosa dentro il mio stomaco lacerarsi in sua presenza.

Da fuori sembrava un normale locale,proprio come quello nella via di casa mia: i muri erano in pietra e marmo,di fianco alla porta d'ingresso c'erano dei larghi mobiletti di legno con sopra delle piante tropicali esposte con rigoroso ordine,proprio quando stavamo per entrare Camila mi prese la mano.
Guardò le nostre mani unite e un piccolo sorriso le spuntò dal lato della bocca,stava pensando a qualcosa,ma non sapevo se era il caso di indagare,così non dissi nulla,stava solo pensando a qualcos'altro,può capitare di distrarsi quando un pensiero è più importante di una persona,in questo caso di me,pensai.

Stava per dirmi qualcosa quando sentii il suono di una suoneria,proveniva dalla sua borsa.

Prese il suo telefono,mi guardò "scusami devo rispondere,aspettami qui" concluse sorridendo.

Aspettai cinque minuti seduta sopra una panca di marmo davanti all'entrata,fuori si stava bene,c'era un lieve vento che rendeva più emozionante l'attesa ma lei non era ancora tornata e non sapevo se fosse successo qualcosa,così mi alzai e andai verso la siepe,dove lei si era prima diretta.

"Camila" la ragazza era dietro la siepe,girata verso il tramonto che era nella sua fase finale,tutte le luci stavano piano piano scomparendo.

Pensavo lo stesse guardando,così mi misi di fianco a lei e poggiai una mano sul suo fianco,per poi posare il mio sguardo sul suo

Aveva le lacrime che le scendevano ma nonostante questo restava lì a guardare l'orizzonte mentre ogni luce si spegneva,finché anche il buio più profondo si dissolveva,io restai lì a guardarla.

"Camila,ti voglio bene" pensavo di fare la cosa giusta,la guardai preoccupata,era la prima volta che glielo dicevo.

"No" mi rispose lei "è impossibile..tu neanche mi conosci" guardò verso il basso,io tolsi la mano da lei e con quella spostai i capelli che grazie al vento continuavano a spostarsi e ad arrivarmi sopra le palpebre.

"È quello che sento" risposi alle sue parole,con tutta la più vasta sincerità di cui potevo aver bisogno

"Non so perché stai piangendo,vorrei poterti aiutare" conclusi

Lei scoppiò in un pianto ancora più freddo e distaccato
E io rimasi congelata davanti a lei mentre il mio cuore diventava ghiaccio e i miei occhi bagnati.

Andai da lei e la portai a sedere nella panchina del parcheggio,ci sedemmo e misi il mio braccio accanto alla sua spalla,così da poter avere almeno un minimo contatto
Iniziai a pensare che lei non volesse il mio aiuto,dopo quello che mi aveva detto,quasi come se non fossi abbastanza per darle il mio aiuto,non la conoscevo,è vero.
Ma come persona ci tenevo,mi faceva uno strano effetto ma questo era ancora un mistero.

Così aspettai che si calmasse mentre ogni mio arto assorbiva violentemente la tristezza e la paura,ora capii come si sentii quando in bagno mi aiutò,era vero che era preoccupata anche se non mi conosceva,lei mi aiutò e ci riuscì,da lì cominciò tutto,perciò io dovevo fare esattamente quello che aveva fatto lei a me.

Spostai il mio braccio e la strinsi a me,avvicinandola delicatamente,lei mi strinse le braccia,ricambiando
Mi sentii meglio ma il mio cuore continuava a provare qualcosa che non riuscivo a riconoscere.

"Mi ha chiamato Ally" mi disse sussurando,smise di piangere "era andata alla partita di football.." io seguivo il suo sguardo e la ascoltavo,annuendo e aspettando che andasse avanti
"Ha visto Tyler baciarsi con una ragazza.." il suo sguardo ritornò cupo e triste e l'unica domanda alla quale avevo paura di rispondere era "chi è Tyler?"

"Il mio fidanzato"

Il mio cuore insieme alla mia anima era vuoto,non c'era più,so che non batteva più.
I miei occhi da lucidi diventarono colmi di acqua che piano piano scendeva tra le fessure dell'interno occhio,con una mano mi assicurai di non farle notare,mentre cercavo di farmene una ragione,la mia presa legata a lei diventava meno stretta.

Eravamo due cuori seduti su una panchina fredda,lei era distrutta per la persona che amava e io ero distrutta per un motivo che non conoscevo.

Ma io non ero così,non lo sono mai stata.

Mi feci coraggio,dovevamo uscirne prima o poi,guardai il cellulare

21:21

Espressi il mio desiderio. La guardai negli occhi "Mi dispiace Camila,sto male per te" presi un respiro,il suo sguardo si spostò sulle mie iridi "se entriamo potrai parlarmene tutta la sera,potrai sfogarti con me quanto vorrai,io sono qua" conclusi,appena vidi un sorriso cominciare a crescere sul suo volto sorrisi,una lacrima mi scese e lei se ne accorse,ma non disse niente.

"Abbiamo perso l'ordinazione,la tavola era disponibile entro le 21,ora l'avranno ceduta ad altri" mi riferì,il suo tono sembrava ritornare normale "che ne dici se andiamo a prendere una pizza e la mangiamo a casa mia?" mi sorrise

"Io dico che sarebbe perfetto" ricambiai quel sorriso

"Scusami ancora per tutto,davvero scusami,volevo che fosse una bella serata.." disse dispiaciuta mentre le sue labbra diventavano sempre più graffiate dai denti

"Ehi,va tutto bene,possiamo recuperare" le sorrisi ancora,cercando tutta la positività che in quel momento non possedevo,cercando di fingere di averla

"Sei un amore" si avvicinò e mi diede due bacioni sulla guancia mentre le sue braccia si unirono in un abbraccio laterale stringendomi forte.

Sapevo che non valeva la pena credere alle sue parole,Tyler era il suo amore,non io.

Io ero solo una povera ragazza,in un parcheggio a chiedermi perché ero là e perché ero con lei,l'unica luce in quella notte buia.

L'altra soglia dell'amore (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora