19. "I miss you."

1.7K 98 14
                                    


Mancavano cinque minuti alla fine dell'intervallo e dentro la mia testa tutto stava velocemente descrivendo i miei pensieri: parlavano di Camila.
Della nostra cosiddetta 'storia',di come l'avevo conosciuta e di come sarebbe finita se fosse stata già finita dopo quei brevi ma intensi giorni,se i sentimenti che provavo stando con lei non fossero più tornati indietro o se non fossero mai realmente esistiti;

Come potevo saperlo?

Decisi di alzarmi e di uscire dalla classe per entrare dentro il bagno delle ragazze,il luogo dove la mia anima incontrò la sua per la prima volta.

I ricordi impastavano ancora la mia mente mentre in quel bagno crollai,quel giorno.
I ricordi della mia cicatrice,dell'operazione e degli occhi di mia madre quando riaprii gli occhi finalmente dopo giorni.

Entrai in bagno ed era vuoto;
Mi guardai allo specchio e davanti a me vidi l' immagine di una ragazza che non assomigliava per niente a quella di quel giorno.
La ragazza che usavo essere quando ancora il mio cuore non apparteneva a nessuno,quando i miei problemi riuscivano comunque a non far trasparire nulla nel mio volto.
Invece Camila suscitava una strana reazione in me: riusciva a prendermi così tanto che il mio volto era colorato dai suoi gesti,da un suo sorriso,da un suo ignorarmi,ed era percepibile alla vista,lo era molto;
Ma non era un problema,lei non era mai stata uno dei problemi che non mi fanno dormire la notte,lei era l'antidoto dei miei problemi,in grado di rendermi fragile ma sicura,di farmi riacquistare tutte le forze necessarie per amarla il più completamente possibile,non avrei voluto lasciare che nessuno al mondo l'avesse amata quanto avevo in mente di fare io,era in grado di farmi sentire amata come nessuno aveva mai fatto.
Lei era tutto questo,dal primo momento in cui la vidi.

Mi posizionai lì,davanti a quello specchio,aspettando solo che la campanella suonasse e di dover ritornare in aula;

Lasciai scorrere l'acqua del lavandino bagnandomi le dita e massaggiandomi il palmo della mano,con gli occhi abbassati,la luce era bianca,illuminava dall'alto e faceva ombra sopra tutta la lunghezza del lavandino e dell'acqua che scorreva tra le mie mani sulla mia pelle.

Lo scorrere dell'acqua riusciva a rendere meno comprensibili i miei pensieri.

"Era il 15 novembre 2015 ed eri nella strada del quartiere di fianco alla scuola.."

Una voce proveniente da un bagno alle mie spalle parlò e io riconobbi subito a chi apparteneva quella voce.

Restai impietrita di fronte allo specchio,mentre i miei occhi scrutavano dallo specchio la porta del bagno più infondo aprirsi e i rumori dei passi avvicinarsi.

"Ed era notte,tarda notte,forse le tre o le quattro.."

Deglutii due volte prima di guardare il volto della ragazza alle mie spalle dallo specchio.
Non credevo alle sue parole,non sapevo come avesse intenzione di continuare..
Lei sorrise e guardò in direzione del mio fianco.

Sentii le sue mani accarezzarmelo da dietro e toccare tutta l'esile lunghezza della ferita chiusa che al solo tatto mi sembrò aperta e i ricordi di tutto l'immenso dolore provato ancora custodito dentro il mio cuore riaffiorare,senza contegno.
Guardai verso il basso,si aggiunse a questo la sua presenza che era talmente pungente per me,ma allo stesso tempo un tuffo di piacere al cuore,che non seppi come fare.

"Guardami Lauren,so del dolore che hai passato.." la sua voce divenne seria e chiara.

Mi girai verso di lei lentamente

L'altra soglia dell'amore (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora