6. "Don't leave me."

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Chiusi gli occhi e gli riaprii,ripresi a respirare appena Camila riprese a parlare.

"E come ti fanno divertire i tuoi amici?" mi domandò,con le mani appoggiate sul volante

"Sai come funziona alle feste no?.."
Risposi,scherzandoci su

Come se fosse una cosa da niente,come se non ci pensassi mai

"Mh,si ma ci sono molti tipi di feste" rispose dolcemente,accennando uno sguardo

"Quelle in cui sono invitata sono abbastanza dure.." non sapevo come dirglielo,davvero non lo sapevo

"Cosa intendi?" chiese

"Le persone fanno cose esagerate" la guardai,lei guardava la strada,ascoltando la mia voce,il mio tono diveniva sempre più serio,volevo farle capire che la questione era seria.

Volevo che mi aiutasse ad uscirne.
Stavo urlando dentro di me,stavo buttando giù ogni parete,volevo che lei lo sapesse "compresa io" sussurrai,guardando verso il basso.

Nell'istante in cui pronunciai quelle parole eravamo appena giunte al parcheggio di casa sua e Camila aveva appena ripreso in mano le chiavi,io non persi l'occasione di aprire la porta e fuggire da quello che era uno dei discorsi che più mi spaventava raccontare.

Dopo di me anche lei uscì dall'auto,il suo corpo non traspariva emozioni.

Eppure era così bella.

Rivolevo la Camila sorridente,piena di vita.
Anche se non sapevo se fosse mai esistita,non sapevo chi fosse la vera lei.

"Accomodati,io vado un attimo in bagno" mi disse entrando in quella casa calda e piena di colori.

"Va bene" rimasi ferma guardandola andare via.

Mi sedei sul divano,indossavo un vestito a maniche lunghe di cotone,era color porpora,attillato e mi arrivava fino a sopra il ginocchio.
Era uno dei preferiti di Noami,glielo prestavo a volte per andare alle feste.

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Iniziai a preoccuparmi,era entrata in bagno da un sacco di minuti e non era ancora tornata.

"Camila!" la chiamai

Non rispose.

Pensai al peggio così decisi di cercare il bagno.

Mi alzai dal divano e percorsi il corridoio velocemente, senza pensieri bussai alla prima porta che trovai ,ma nessuno fiatò.
Così la aprii ed entrai,non trovandoci nessuno,era una stanza da letto con un letto matrimoniale e un tappeto bianco all'interno,le pareti erano celesti e la osservai mentre una mano toccó la mia spalla e mi fece girare dalla sua parte

"Cosa ci fai qui?" mi guardò le gambe scoperte e il vestito che,come diceva Noami,le risaltava,sorrise e mi guardò intensamente nelle iridi.

"Io..io ti stavo cercand.."

Non riuscii a completare la frase che mi prese la mano e mi portò davanti al divano,senza fiatare.

Si mise davanti a me "Io mi chiamo Camila Cabello" mi pose la sua mano "ricominciamo?"

"Io sono Lauren Jauregui" gliela strinsi e lei la fissò,posò il suo sguardo sui miei occhi,ancora una volta,e si morse le labbra,guardò ancora la mano e,dopo avermi fatto sedere ed essersi seduta cominciò  ad accarezzarmela dolcemente.

Io mi sentii benissimo.

Le sue mani strinsero le mie,le sue pupille si restrinsero e una lacrima le uscì dall'occhio.

Io non capii più niente,stava piangendo ancora per Tyler?
Che altri motivi avrebbe dovuto avere?
Io quando ero con lei non pensavo a nient' altro,perché?

"Sei speciale" lasciando le mie mani mi strinse a se in un abbraccio talmente forte che mi fece sdraiare sul divano.

Volevo crederle.
Era la cosa più bella che avessi mai provato,lei mi stava stringendo forte ed eravamo sdraiate in quel divano così comodo.

Potevo sentire il suo profumo,potevo stringerla più forte a me,potevo sentirla mia.

"Anche tu Camila" le sussurrai all'orecchio.

"Lauren ti prego non lasciarmi"

Che bel modo di iniziare la nostra serata.

L'altra soglia dell'amore (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora