Eravamo arrivati, ma non vedevo niente di familiare intorno a me.
-Alvaro, ma dove siamo?-
-Ecco, vedi questo posto per me è come una seconda casa, qui a Torino, ogni volta che ho voglia di riflettere, di stare solo, o anche ho solo voglia di tirare qualche calcio al pallone vengo qui. Non avevo mai parlato a nessuno di questo posto. Però mi sentivo di dovertelo dire, perché tu sei la persona più importante per me, dopo mia mamma e mia sorella. Volevo confidarti questo piccolo segreto, tutto qua. Poi, come ti ho detto prima, avevo voglia di uscire con te, e allora ho fatto coincidere le due cose, portandoti qui, questa sera.- mi scese una lacrima.
-Wow, Alvaro grazie! Veramente grazie! Ma cosa c'è qua in giro?-
-Beh, non c'è molto, c'è questo grande giardino, è più in fondo, non so se vedi, c'è un capannone. Poi invece dall'altra parte c'è un grande albero. Sai mi piace tantissimo sdraiarmici sotto.- Poi si avvicinò a me, prese la mia mano stringendola forte nella sua, facendo incrociare le nostre dita, incominciando a camminare. A quel gesto, una scossa di brividi invase il mio corpo. Cosa mi succedeva? Alvaro, perché mi facevi sempre quest'effetto?
-Dove mi porti?- dissi riprendendomi dallo stupore.
-Andiamo al capannone, è là la sorpresa!- ero stupita. Non pensavo che questo ragazzo potesse fare tanto per me.Arrivammo al capannone. Era enorme.
-Ora chiudi gli occhi!- mi disse entusiasta.
-Oddio Alvaro, che paura!- ero un po' nervosa. Molto nervosa. Troppo nervosa.
-Zitta e chiudi gli occhi- seguii l'ordine. Lui mise una mano sui miei occhi per evitare che guardassi e mi portò con sè, non so dove.
Dopo poco mi tolse la mano dagli occhi.
-Aprili ora!- mi incitó lui con una voce tremendamente sexy. Respira, Elisabetta.
Aprii gli occhi. Il cuore iniziò a battermi nel petto, spalancai la bocca è l'unica cosa che riuscii a dire fu un semplice "Wow", con voce strozzata.
Davanti a me avevo un tavolo apparecchiato per due, veramente molto elegante, illuminato soltanto dalla luce di qualche candela. Intorno al tavolo erano sparsi tantissimi petali di rose rosse e poi nient'altro. Il resto della stanza era vuoto. C'era un buonissimo profumo di candela al pompelmo (sì, sono strana, ma lo amo troppo). Glie l'avevo sempre detto che amavo quell'odore. E lui aveva fatto tutto questo.
Poi c'ero io, in mezzo alla stanza, che tremavo e piangevo. E lui, che cazzo, era bellissimo. In quel momento, le note di "Stitches" di Shawn Mendes si propagarono nella stanza.
Il mio miglior amico si girò verso di me e mi disse:
-Quieres bailar conmigo, princesa?- Oh cazzo, si!
-Si, mi héroe.-Ballammo per tutta la durata della canzone. Beh mica male per essere un calciatore!
Quando le note smisero di rimbombare nella stanza, gli chiesi: -Ma tu... Tu hai fatto tutto questo per me?-
-Si, princesa, e lo farei altre mille volte.-
Gli misi le braccia al collo e lo abbracciai.
-Grazie, veramente grazie! - continuavo a ripeterglielo.
-Ohi, piccola, basta dire grazie!- rise e io lo seguii.
-Dai mangiamo che si raffredda tutto quello che ho preparato!- WHAT!? Lui aveva cucinato? Impossibile.
-Cioè, scusa, tu, Alvaro Morata, hai cucinato? Vuoi dirmi che ti sei messo ai fornelli?-
-Si cioè, più o meno... Diciamo che Maxi mi ha dato qualche dritta...- Ah ecco, Maxi era un genio in cucina. Sarà tutto squisito!
-Wow, non sapevo potessi essere così tenero, mi stupisci Morata- disse, prendendolo in giro
-Beh, è l'effetto dell'amore, Coletto!-*angolo autrice*
Is it too late now to say sorry!?
Scusateeeeeeee, dovevo postare tipo 3 giorni fa, ma non ho avuto tempo.
Almeno questo capitolo è molto dolciosoooo😏
Nel prossimo vedremo l'evolversi della serata, eheh😌
Bacioni😘
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Quien necesita drogas si existe tu sonrisa? ~Alvaro Morata
FanfictionElisabetta e Alvaro sono migliori amici, ma le confessioni di una notte cambieranno le loro vite, per sempre. *-Che tipo di ragazzi ti piacciono?- -Quelli alti, dagli occhi scuri e i capelli neri, con un accento non italiano... E, a te che ragazze...