Capitolo 13

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-Ecco, è un po di tempo ormai che l'ho capito, e credo sia arrivato il momento di dirtelo... Sto iniziando a provare qualcosa per te, qualcosa che va oltre la semplice amicizia. Credo che mi sto innamorando di te. E ti giuro, ho paura, paura di ferirti, paura di essere sbagliato, paura di tutto. Ho paura perché non so cosa vuol dire amare, non ho mai provato veramente questi sentimenti. È così tremendamente bello, ma così tremendamente difficile. So solo che stare con te mi renderebbe l'uomo più felice del mondo.-
OMMIODIO! Si era dichiarato! E lui pensava che non ricambiassi!?

-Alvaro, stare con te è l'unica cosa che mi renderebbe veramente felice. Ho paura anche io, ho avuto troppe delusioni. Ma so anche che tu sei diverso dagli altri, l'ho capito con da subito e è per questo che provo certe cose...-

-Quindi, piccola, ti andrebbe di provarci? Non voglio affrettare le cose, voglio solo dire, iniziamo a uscire seriamente, per capire se poi le cose potranno funzionare...-
-Si mi andrebbe, sarebbe fantastico...- ci guardammo per qualche istante negli occhi, poi lui si avvicinò a me e poggió le sue labbra sulle mie.
Proprio in quel momento, mi squillò il telefono. QUESTA È SFIGA. Era Giada.

Pronto?
Ohi, senti devi venire a casa. Tuo fratello è venuto a trovarci e dice che ti deve parlare.
Mi devo preoccupare!?
No, non credo, ma fai in fretta.

Perché mio fratello era venuto a Torino all'improvviso, senza neanche chiamare o avvisarmi!?
-Che succede?- mi chiese Alvaro, notando la mia faccia preoccupata.
-Sai mio fratello?- annuì -Ecco, è qui, a Torino.-
-Ti devo accompagnare a casa-
-Si grazie!-

Mi portó a casa. Davanti al portone, lo salutai con un abbraccio, non sapendo che fare. Ma lui mi strinse a sè, facendo combaciare perfettamente le nostre bocche. Un altro bacio, altre emozioni indescrivibili. Ogni volta con lui era così bello, perfetto.
Entrai in casa, dove trovai Giada parlare allegramente con Riccardo (My brother😌)
-Richiiiiii- esclamai appena lo vidi, saltandogli in braccio.
-Ehi sorellina come stai?- wow, era cresciuto tantissimo.
Era dall'estate che non lo vedevo e stava veramente diventando grande.
A gennaio avrebbe compiuto 15 anni, ormai non era più il mio piccolino. Anche se avevamo 5 anni e mezzo di differenza, eravamo sempre Stati Uniti, e quando mi ero trasferita qui a Torino, aveva sofferto molto.
-Benissimo, direi! Tu invece? Come mai qui?-
-È una storia strana. Diciamo che avevo intenzione di venire a trovarti perché mi mancavi troppo. E poi, ho deciso di cambiare scuola. Lì a Varese non mi trovavo bene, e nei dintorni non ci sono altre scuole come quella. Allora mamma e papà mi hanno detto che se proprio devo cambiare città per la scuola, di venire a Torino da te, così sanno che starei al sicuro e non da solo. Eh beh, non potevo dire no!-
-Cioè, vuoi dire che ti trasferisci qui!?-
-Se non dó fastidio...-
-Ma che fastidio solo che dovrai sopportarci... E non ti azzardare a portare troiette dentro casa mia chiaro!? Ahah, quando cambi definitivamente?-
-Finisco questa settimana è poi vengo qui. Sono già iscritti alla nuova scuola.-
-Beh, perfetto, così posso tenerti d'occhio...- lo guardai divertita.
-Ah sì, dimenticavo, sono stato preso nella primavera della Juve!-

*Angolo autrice*
Hello everybody! Sono riuscita a postare il nuovo capitolo. Domani se riesco ne pubblico un altro, ma non sono sicura.
Eeeee, boh sono troppo felice, perché ieri Alvaro ha segnato. Era dal 4 ottobre che non segnava e io sono scoppiata a piangere. Ha addirittura fatto una doppietta. Ho urlato tantissimo, credo che i miei vicini mi abbiamo sentita urlare e il problema è che sono interisti😂 *sfigatiiii🖕🏼*
Bacioni😌😘

Quien necesita drogas si existe tu sonrisa? ~Alvaro MorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora