Prologo

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Hanno chiamato il mio volo.
Finalmente.
Seduta accanto al finestrino guardo le luci sulla pista . Tra poco l'aereo si muoverà sempre più velocemente e loro finiranno con lo sparire . Mi stacco da terra insieme a lui e lascio qui tutto ciò che voglio, che devo cercare di dimenticare.
Chiudo gli occhi. Appoggio la testa sul sedile e sento il bisogno di respirare , profondamente.
San Francisco è un capitolo chiuso.
Non metterò più piede qui. Mai più.

Un mese fa non l'avrei mai neppure lontanamente immaginato.
C'era tutta la mia vita qui e credevo che ci sarebbe stato il mio futuro , si, il mio futuro , il mio lavoro , la mia famiglia, l'uomo che amavo.
Ma le cose spesso finiscono per essere diverse da come appaiono. E le opportunità si possono trasformare in tragiche circostanze.

Mio padre mi definiva un artista .
E chissà forse lo sono.
Dipingo. È la mia passione assoluta , la più grande tra le altre.
La fotografia , il cinema, i libri, la musica... la mia vita era piena di bellezza. Ci nuotavo dentro come immersa in un mare meraviglioso.

Avevo lavorato in diverse gallerie d'arte di San Francisco e alla fine in una di queste , quella di Mr. Stein, ero anche riuscita ad esporre alcuni lavori. Li avevo venduti... Stein credeva in me, mi diceva .
Mi sembrava che il mio sogno si stesse realizzando!

Uno dei miei quadri lo aveva comprato Dean... Dean Gilmore.
Aveva chiesto espressamente a Mr. Stein di incontrarmi. Aveva bisogno di ringraziarmi, aveva detto.

- La immaginavo... diversa , Julie, Miss Broocks...- disse tenendomi la mano in un formale saluto.
Avevo guardato quell'uomo bellissimo, elegante , raffinato e avevo pensato che non stesse parlando con me!
- Diversa ... diversa come?- chiesi.
- È così. ..giovane! -
Beh, in effetti avevo solo vent'anni.
- Non capisco....-
- Immaginavo una pittrice matura, data la maturità del suo lavoro...-
- Lei è un critico d'arte?-
- Solo un semplice appassionato... un piccolo collezionista d'arte... la considero un ottimo investimento -.
Quando ci congediamo gli porgo la mano e lui la bacia delicatamente. Un contatto sconvolgente ...
Non feci che pensarci per giorni ... e poi comincio' a capitare in galleria sempre più spesso... troppo spesso.
Si conquistò la mia fiducia con la classe che lo caratterizzava e quando mi invito' a cena fu naturale per me accettare.
Si conquistò il mio cuore con la stessa classe e mi travolse come un uragano, prendendosi tutto di me .
Completamente immersa nelle mie passioni avevo del tutto trascurato l'esistenza dell'altro sesso. Così lui fu' il mio primo uomo e anche l'unico.
Dieci anni ci separavano e così Dean mi educo' all'amore e al sesso. Lui aveva indubbiamente esperienza ...
Ero una ragazza fortunata, diceva mia madre.

- Dean ti ama! È un vero gentiluomo . Sei molto fortunata figlia mia! - i suoi occhi brillavano mentre mi diceva così e io quasi quasi ero più contenta per lei che per me stessa.
Mi ero innamorata di lui assolutamente, era il motivo per cui mi svegliavo al mattino e che ispirava ogni mio gesto.
Anche i colori sulla tela si stendevano pensando a lui e era diventato dannatamente facile realizzare lavori di grande qualità e fattura. Così ero cresciuta con lui, plasmata dalle sue splendide mani, che sapevano darmi carezze dolci e sensuali e che mi tenevano forte e mi accompagnavano giorno dopo giorno.
Erano passati quattro anni e la nostra relazione era una certezza per me, come la mia famiglia.

Ero andata a trovare dei parenti a Los Angeles questa primavera.
Qualche giorno per una specie di riunione di famiglia... pranzi, chiacchiere, barbecue... l'ultimo giorno leggo il giornale, così per ammazzare il tempo. Vago tra la cronaca mondana ed il mio occhio cade sulla foto di una famiglia felice .
Cavolo quanto somiglia a Dean questo tipo! ... leggo la didascalia e il mio cuore si ferma. Del tutto.

"Dean Gilmore e sua moglie Estelle con il loro primogenito Josh , nato appena un mese fa ...."

Non avevo parole, non riuscivo a formulare un pensiero logico... tutto era stato spazzato via , insieme a quattro anni della mia vita, quelli che mi aveva portato via, insieme a tutto il resto. Perché semplicemente continuando a leggere avevo scoperto che Dean ed Estelle, unica figlia di un ricco imprenditore californiano, erano sposati da otto anni e solo adesso erano riusciti ad avere un figlio. ..
Ed io non avevo mai sospettato nulla... ma del resto perché avrei dovuto? Era sempre stato tutto perfetto, mai una cosa fuori posto, mai ... Era stato veramente bravo.
E io ... mi sentivo una vera stupida.
Senza far trasparire nulla con i miei genitori, che lo adoravano, tagliai i ponti con tutto ciò che ci legava. Lasciai anche il lavoro alla galleria, tra la disperazione di Mr. Stein e di sua moglie Sarah.
Mi aveva cercato in ogni modo possibile, ma io non sapevo come affrontare lui, e del resto non riuscivo ad affrontare neppure me stessa. Ai miei avevo detto che non lo amavo più. Che non volevo più rivederlo. Avevano rispettato la mia scelta, non mi avevano mai chiesto più di tanto.

- Voglio che tu sia felice - aveva detto mio padre - fai ciò che ritieni giusto per te . Noi ci fidiamo di te... -

Già. Loro si fidavano di me... Se solo ci penso...
Ho pianto sulle loro tombe fino a ieri sera...
Ma quello è l'altro, forse il fondamentale motivo che mi ha spinto ad abbandonare la mia città , la sua straordinaria luce , la California, il sole e il suo calore per una New York fredda, caotica ed impersonale, almeno per me.
La troverò sommersa dalla neve , gelida... come sono io, adesso.

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