Capitolo 2 : Il collezionista

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Andava su e giù per la stanza, in attesa .
Nodi inestricabili nella mente, nel cuore.
Si era fatto prendere. Si era fatto catturare. Poi niente, nulla, un vuoto inspiegabile e mal tollerato.
Sarebbe andato avanti comunque . Aveva la sua vita .
Le sue passioni, grandi passioni.

La pagina della cronaca mondana di San Francisco parlava di un evento straordinario, nel taglio centrale.
L'esposizione alla Galleria Stein in cui un ispiration contest aveva coinvolto il panorama degli artisti emergenti presenti in città e nel territorio circostante. Ma la cosa che lo attirò irresistibilmente fu di certo il quadro scelto per fare da oggetto di ispirazione :
La Tempesta di Neve di William Turner!
Un dipinto magnifico di straordinaria fattura e di grande spessore intellettuale . Un capolavoro indiscusso... Stein sapeva indubbiamente come coinvolgere gli ambienti culturali di San Francisco. ..

Quel quadro sarebbe stato suo.
Insana passione la sua , di quelle che ciò che desideri devi averlo ad ogni costo.
Con le donne non funzionava però. .. non per lui almeno.
Ma per il momento andava bene così.
La sua vera passione, il suo vero tarlo era la volontà di possedere.
Ed era assolutamente sicuro di volere quel quadro. Lei lo avrebbe amato... ma lei non c'era. Era rimasto solo ad amare.

Averlo ad ogni costo... sapeva a chi rivolgersi . Sapeva come fare .

- Cercami ... trovami Adam - una telefonata in cui l'interlocutore di là dal microfono del suo cellulare vedeva con gli occhi realtà molto diverse dalle sue. Ma aveva i contatti che gli servivano .
- Quando lo trovi digli di venire nel mio appartamento di San Francisco. Ho un lavoro per lui. Digli che sarà pagato bene, molto bene, e che si procuri un aiuto. -
Risposte sintetiche, monosillabi dall'altra parte. Neanche un saluto, solo la certezza che quanto richiesto sarebbe stato fatto.

A metà settimana aveva fatto il suo solito giro d'affari, e nel pomeriggio avrebbe incontrato Adam. Aveva lavorato per lui già altre volte. Era sempre stato perfetto, impeccabile, tutto era andato liscio e lui aveva ottenuto ciò che desiderava. Peccato che i suoi desideri appagati dovessero rimanere ben nascosti.
Ma andava benissimo anche così.

Uno squillo sul telefono. Era arrivato.
Apre la porta . L'uomo entra nell'appartamento. I loro sguardi si incrociano.
Adam sa cosa gli sarà chiesto di fare.
Adam vive così. Non gli dispiace. È bravo a fare ciò che fa.
Il migliore, quello che non prenderanno mai. Mai.

- Immagino tu sappia perché ti ho fatto cercare

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- Immagino tu sappia perché ti ho fatto cercare. Devo avere un quadro. Devi organizzarti per farmi avere questo quadro. -
Gli porge l'articolo del giornale. La Tempesta è lì in bella mostra.
- Qui ci sono tutte le informazioni che mi sono procurato su tempi e modi dell'esposizione . Tutto quello che potrai usare per raggiungere il mio obiettivo. Averlo. Quel quadro deve essere mio. -

Adam si sofferma a guardare l'opera, legge le informazioni .

- Sa che non sarà facile in queste condizioni agire come di solito, vero ? -
- So che posso fidarmi di te. Troverai il modo.-
- Non è questo il punto. Forse saremo costretti ad agire durante l'inaugurazione. .. ci sarà parecchia gente. Non sarà il solito lavoretto. .. Questo non è un furto... non posso assicurare che tutto vada liscio... troppe variabili, non sono abituato a lavorare così. -
- Sono certo che troverai la maniera giusta. Quel quadro deve essere mio. Deve. essere. mio. -
- Stavolta costerà di più, molto di più. .. il prezzo è in relazione ai pericoli che dovremmo correre. Spero ne sia consapevole- .
- Non è importante . Ti pagherò ciò che chiedi. Sai che lo faccio sempre - .
- Quanto tempo ho per organizzare tutto? -
- L'inaugurazione è il primo venerdì di gennaio. Vedi tu. Sai come tenermi informato. Ci rivedremo-.
- Di certo-.
La porta si era richiusa alle sue spalle.
Adam avrebbe sicuramente fatto ciò che gli aveva chiesto.
Si sarebbe organizzato , avrebbe risolto.

Non lo aveva più contattato. Ma poteva fidarsi. Non avrebbe fallito. Non era mai successo.

Il giorno X era infine arrivato. Fremeva ...
Avrebbe potuto recarsi personalmente all'evento, ma non c'era motivo di esporsi. Meglio aspettare, anche se l'attesa snervante lo stava uccidendo.
Era tornato a San Francisco. Avrebbe aspettato nel suo appartamento. Adam lo avrebbe raggiunto a lavoro compiuto.
E lui avrebbe avuto ciò che voleva .

Le ore passavano troppo lente. Troppo.
I notiziari davano sempre le stesse notizie... il nuovo anno appena iniziato, le festività appena concluse, le previsioni del tempo... l'economia in ripresa...
Poi un flash di cronaca. La notizia di un plateale furto di opere d'arte presso la Galleria Stein , in pieno centro ... Numerosi spari e si parlava addirittura di due persone uccise...

Inchiodato sulla poltrona del suo salotto davanti ad una spettacolare visione della città su cui era scesa una notte fredda e pungente, era solo e sgomento.
Non avrebbe voluto tutto questo . Non avrebbe voluto, ma qualcosa doveva essere andato storto.
Adam non aveva mai usato le armi . Non era il suo stile. Non avrebbe mai ucciso, mai se non fosse stato minacciato. Ma non poteva essere stato lui....

Il buio sempre più fitto nella città punteggiata di luci...
Uno squillo sul telefono. Quanto aveva aspettato nel buio, tra quelle mura...Ma finalmente era arrivato.

Adam era entrato, nell'azzurro dei suoi occhi un ombra che non aveva mai visto.

- Che diavolo vi è saltato in mente?!? Cosa accidenti non ha funzionato? -
- Le avevo detto che c'erano troppe variabili, ma non era calcolata una cosa del genere... Phil era su di giri, non ha controllato le sue azioni ed io ero troppo concentrato sull'obiettivo... non doveva scapparci il morto...-
- I morti! - aveva urlato.
- Si! I morti! E sono sconvolto quanto lei , ma è successo ed ora bisogna provvedere a far sparire Phil dallo Stato. Gli faccia avere la sua parte e aspettiamo che le acque si calmino. Io so cosa fare per quanto mi riguarda. Qui c'è quello che voleva. Mi paghi e per un pò non si faccia sentire. Per un bel pò. Non voglio avere altri problemi. - Aveva parlato d'un fiato Adam. Era stato chiaro.

Gli porse il quadro tanto voluto, il prezzo... comunque troppo alto. Due vite . Innocenti.
Adam tenne la custodia . Dentro c'era il quadro di quella ragazza bellissima... la rivedeva riflessa nei suoi occhi , terrorizzata, stravolta dal dolore per la perdita dei genitori .

Tra le mura della sua casa il quadro di lei aveva trovato un posto. Dal suo letto lo avrebbe guardato ancora ed ancora l'avrebbe rivista. Le aveva portato via qualcosa, ma lei si era tenuta molto di più. Quegli occhi gli avevano rubato l'anima.

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