Capitolo 6- Ultimatum:

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Giungemmo alla piscina comunale di Londra, ma non c'era nessuno ad aspettarci.

-So che questo non è un buon momento, ma volevo sapere se avevi cambiato idea riguardo al lavorare con me.- mi disse Sherlock, guardandosi attorno.

-Perché sei cosi ossessionato dal voler lavorare con me?- domandai, con la mano sulla pistola in caso servisse.

Mi rivolse uno sguardo.- Mi eccita.- rispose secco.

Feci un sorrisino soddisfatto, fin che lui non si avvicinò, mi prese le guancie e mi baciò sulle labbra.

Non avrei mai dimenticato quel bacio: il suo era un sapore di fragole, semplice, ma anche di altre cose complicate che non riuscii a percepire.

Tutto ciò mi fece venire la pelle d'oca.

Subito dopo, si udirono dei passi.

Era John.

Sospirai di sollievo.- John, che ci fai qui?- gli chiesi.

-Sei un grande amico e sfidante, Sherlock, sono molto contento che tu esista.- disse John, mentre si apriva il cappotto e scopriva dell'esplosivo legato alla sua vita.

Non sapevo che cosa stesse dicendo, fin che non apparve una seconda persona: James Moriarty.

-Ma che bella coppietta che siete.- commentò, riferendosi a me e Sherlock.

Non lo vedevo da mesi, eppure lui non era cambiato.

-Ho potuto assaggiare il sapore di Helena, mio caro Sherlock.- esclamò, leccandosi il dito: è per questo che lo avevo lasciato, perché era strano, troppo. –E credimi: è la dea del sesso.-

Non avevo idea di cosa fare e non sapevo le intenzioni di James: mio fratello aveva un mucchio di esplosivo addosso e se avessi fatto un passo falso, chissà cosa sarebbe successo.

-Lo conosci?- domandò John, piuttosto confuso.

-Si, era il suo amante.- intuì Sherlock che improvvisamente prese la pistola dalla mia tasca puntandola contro James.

L'altro prese ad urlare come una femminuccia.- Ma che paura!- esclamò.

In realtà non aveva paura, anzi, aveva un sorrisetto malvagio sulle labbra.

Ma perché? Mi chiesi.

Spostai lo sguardo sul corpo di Sherlock e vidi una lucina rossa che si spostava su di lui: dei sicari ci stavano puntando le armi contro.

-Lo avevo previsto, non preoccuparti.- mi sussurrò Sherlock, che poi posò la mira della pistola su John.

Voleva far esplodere la bomba, così saremmo morti tutti e anche James.

-Sei impazzito?- gli sussurrai.

Voltò leggermente gli occhi su di me.- Almeno ti ho dato il bacio che volevo darti.- mi disse.

Era quasi romantico.

Ci fu un momento di silenzio, fin che a James non squillò il telefono.

-Che c'è?! Ne sei sicuro?! Se mi stai mentendo, ti ucciderò, lo sai?- disse al telefono, girovagando tranquillamente per la piscina.

Mi dava su i nervi.

-A quanto pare ho degli impegni da sbrigare.- ci disse sorridendo.- Ci vediamo.- infine, fece l'occhiolino e se ne andò.

Le lucine rosse scomparvero e il ticchettio della bomba, cessò.

Sospirai di sollievo e abbracciai mio fratello.

***

Rimboccai le coperte a John come facevamo da piccoli, anche se io ero la minore.

Non potevo credere che avevo rischiato di perderlo.

Eppure Sherlock era così tranquillo.

-E' stato eccitante no?- domandò, con un sorriso sulle labbra.

Lo guardai malissimo.- No. Mio fratello ha rischiato di saltare in aria.- risposi secca.

-Rischi del mestiere.-

Scossi la testa piuttosto scocciata e mi misi il giubbotto per uscire.

-Helena..- mi chiamò mentre mi avviavo alla porta.- Ho davvero bisogno di te.- sussurrò.

Quelle parole mi fecero venire i brividi e mi voltai a guardarlo.-Ripetilo.-

Si avvicinò a me, dedicandomi uno sguardo profondo.- Ho bisogno di te.-

Alla fine, mi lasciai andare: gli prese le guancie e lo baciai sulle labbra con passione.

Lui mi spinse in camera da letto e in pochi secondi mi spogliò.

Sentii la pelle d'oca per tutto il corpo: mi stava baciando il collo e sentivo la sua morbida lingua su di me.

Il suo fisico non era un gran che, era piatto e snello.

Ma dopotutto non era né un uomo che mangiava tanto, ne un uomo che andava in palestra.

Mi interessava tutt'altro di lui: la mente aperta, gli occhi azzurri...il suo essere Sherlock Holmes.

Ero piuttosto sicura che fosse vergine, ma le sue spinte erano forti e profonde dentro di me, il che faceva capire che era solamente sesso.

Non mi disturbava affatto.

E...beh...dopo un appagante e lungo orgasmo, non ricordavo più niente del resto della serata.

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Elementare, Miss. Watson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora