Solo nel campo di grano

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Era tardi, dannatamente tardi!

Sarebbe dovuto rientrare un'ora prima, ma il suo pisolino in riva al laghetto era durato più del dovuto ed ora il sole era calato.

Odiava dover passare per i campi quando non c'era il sole.

Lavorava nei campi di grano tutto il giorno, ma la notte quelle immense distese di spighe gli davano i brividi. E poi, nella zona erano sparite diverse persone in tre mesi e lui era rimasto solo! Ed infine c'era quel dannato spaventapasseri che era la cosa più inquietante che avesse mai visto.

Non era normale, sembrava quasi una persona imbalsamata.

Il proprietario del ranch lo teneva lì proprio per il suo spiccato realismo.

I contadini locali che lavoravano nel ranch da più tempo non si avvicinavano mai a quel manichino. Imponevano ai più giovani o ai novellini provenienti da altre città di occuparsi delle zone di campo vicine allo spaventapasseri.

Gli 'anziani' dicevano che il luogo di origine di quel coso orripilante era carico di malocchio, per questo se ne tenevano alla larga persino di giorno.

'Ecco', pensò il contadino, 'Ho una paura matta di quel coso ed ora devo passargli accanto ed al buio per giunta!'

Indagando in paese, aveva scoperto che la donna che aveva venduto lo spaventapasseri al Capo era stata additata come strega. La donna era stata assassinata alcune settimane dopo la vendita del manichino e le impronte insanguinate dell'assassino, unica prova trovata, si perdevano proprio in mezzo a quel campo.

Ecco lo spaventapasseri, poteva scorgerlo ad una ventina di metri da lui. Probabilmente quel coso era stato l'unico a vedere l'assassino della sua costruttrice. C'era qualcosa di strano, però, nello spaventapasseri. Era come se qualcuno lo stesse scuotendo!

Il contadino si avvicinò per vedere meglio, ma inciampò in un'attrezzo di lavoro. Qualche stupido novellino doveva averlo lasciato lì!

Quando il ragazzo si alzò lo spaventapasseri non c'era più.

Chi era l'imbecille che voleva rubare quel coso orribile?

Una risata risuonò nel campo. Era una strana risata, era come se fosse stata prodotta da una bocca mezza chiusa.

Il contadino deglutì. Ecco cosa capitava ad attardarsi nei campi in periodacci come quello!

Una strana ombra gli sfrecciò davanti. Il ragazzo si fermò. Qualcuno gli passò alle spalle sfiorandogli un braccio. Il contadino si voltò. Come facevano a non fare rumore fra le spighe?

Qualcuno lo spinse da dietro, ma lui riuscì a restare in piedi.

Il cuore del contadino batteva all'impazzata. C'era talmente tanto silenzio nei campi che persino in paese avrebbero potuto sentire il pulsare di quel cuore impazzito.

Un'altra ombra corse verso il contadino e lo spinse nuovamente riuscendo a farlo cadere. Era buio, ma il ragazzo riuscì lo stesso a vedere il suo aggressore.

Quel pazzo aveva la bocca mezza cucita e mezza aperta in un ghigno che avrebbe fatto impallidire persino il più malvagio dei demoni. Aveva degli occhi vitrei ed inespressivi che lo fissavano senza mai chiudersi.

Quegli stessi occhi che lo fissarono inespressivi mentre il loro proprietario gli spezzava le braccia, con le quali cercava di allontanarlo da sé.

Quegli occhi inespressivi che lo fissavano mentre il loro proprietario gli strappava la camicia con mani insolitamente dure e fredde.

Quegli stessi occhi che lo fissarono inespressivi mentre il loro proprietario dilaniava il suo petto.

Quegli occhi inespressivi che gli parve di riconoscere mentre il loro proprietario gli fracassava la cassa toracica.

Che fossero gli occhi...? L'ultimo suo pensiero fu portato via dalla morte.

'Non mi hai reso perfetto' pensò l'assassino mentre cuciva il suo nuovo trofeo sotto la giacca che era riuscito nuovamente a non sporcare.

'Non mi hai dato ciò che volevo, vecchia strega!' pensò l'assassino mentre tornava al suo luogo di vedetta nascondendo le sue tracce.

'Ma stai certa che un giorno avrò preso tanti cuori da non aver più bisogno di quello che non mi hai dato' pensò lo spaventapasseri rilegandosi al palo sopra il quale vegliava di giorno.

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