Rap Rat

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Avete mai sentito di Atmosfear? Come molti altri giochi da tavolo degli anni '90, si vendeva con una videocassetta temporizzata col tuo gioco. Il personaggio che appariva nel filmato ti dava istruzioni sul da farsi mentre giocavi nel tempo reale. Essendo un fifone, rifiutai di giocarci quando la mamma ce lo portò. Mio fratello fu deluso del il fatto di non poter giocare a Atmosfear, ma mia madre aveva la soluzione. Portò Rap Rat.

Era una robetta fosca e a buon mercato adattato per i bambini della mia età. Giravi intorno al tavoliere, raccoglievi il formaggio e vinceva il giocatore che raggiunge il traguardo per primo. Ci sembrava abbastanza semplice e siccome ricordava Topo Trap (che noi non avevamo) non ci furono obiezioni. Inserimmo il filmato nel lettore VHS e preparammo il gioco. La prima parte del filmino era una semplice spiegazione delle regole e istruzioni su come funzionava il gioco.

Poi apparve Rap Rat in TV. Non era esattamente... Quello che ci saremmo aspettati. Mio fratello minore, che all'epoca aveva solo tre anni, corse immediatamente fuori dalla camera piangendo. Quel ratto non sembrava neanche un ratto. Le orecchie erano fin troppo grandi. Aveva una bocca foderata con due denti, l'interno della bocca sembrava perfino gonfio, arrossato. La parte più suggestiva della cosa, però, erano gli occhi. Erano grandi, vitrei, come quelli di un pesce.

Chiesi a mia madre, prima lamentandomi, poi implorandole, di spegnere il televisore. Improvvisamente Rap Rat gridò, lamentandosi e strillando, dicendo: "ASPETTA IL TUO TURNO!" con una mostruosa voce demoniaca a bassa tonalità che non era per niente come la sua tipica vocetta nasale odiosa. Sullo sfondo sentivamo la voce del narratore che diceva: "Lui è Rap Rat, e lui è il capo..." ripetute volte con un tono eccessivamente serio.

Il filmato era... Indescrivibile. Varie immagini apparivano sullo schermo in una rapida successione, sovratagliati con gli occhi inespressivi di Rap Rat. Le immagini mostrate erano le cose di cui avevo paura all'epoca: una persona che guardava sotto da un balcone, un calabrone che pungeva lentamente qualcuno nell'occhio, il primo piano estremo di una tarantola, una fossa piena di cobra brulicanti e una siringa insanguinata riempita di liquido verde. Spegnemmo il televisore e io corsi fuori urlando, sbattendo la porta della mia camera. A mia madre ci vollero venti minuti per convincermi che il video era finito e che non lo avrei mai e poi mai più visto. Ebbi incubi per tutta la settimana riguardanti Rap Rat.

Quella non fu l'ultima volta che vidi Rap Rat. Quando io e la mia fidanzata ci stavamo preparando ad andare a vivere insieme, trovai la scatola del gioco di Rap Rat con la videocassetta mentre sistemavo il mio armadietto. Il gioco era in perfette condizioni, apparte uno strato di polvere e sporcizia. Com'è strano... Ma mia madre non se n'era sbarazzata? E che ci faceva il gioco nella mia camera? Rilasciai un sussulto quando lo vidi e la mia ragazza entrò in camera chiedendo quale fosse il problema. Ansimando, le dissi: "Rap Rat!" Lei rise chiedendomi se era uno scherzo. Io scossi la testa, dicendole che non lo era. Lei non mi credeva. Non mi credeva nessuno. Decisi che l'unico modo di dimostrarle che le dicevo la verità era quello di mostrarle il filmato. Presi in prestito il lettore VHS dai vicini e feci partire il filmato per lei.

... Le immagini erano cambiate. Vidi un pagliaccio col naso rosso che esplodeva schizzando sangue sullo schermo, una donna seduta in una camera buia, un uomo che veniva costretto a raccogliere un pezzo di metallo bianco rovente e di tenerlo sulla sua mano tesa finché non diventava un rancio cuoioso. Sentivo lo stesso rumore graffiante che sentii da bambino amplificarsi diventando sempre più forte. Poi Rap Rat sbucò fuori e cominciò a torcere il proprio corpo e ad avere convulsioni, con le braccia che andavano di qua e di là. Non sembrava più un costume... Il feltro sembrava una pelliccia vera. La faccia non era di plastica, ma piuttosto una setola di spine con i denti. Gli occhi rivolti all'indietro improvvisamente tornarono giù: gli occhioni da pesce di Rap Rat mi fissarono, scrutando ogni mio movimento, ogni mia espressione. Poi sorrise ampiamente e indicò alla mia fidanzata distendendo un unica manina disumana.

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