Capitolo tredici

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Si sveglia intorpidito, la schiena gli fa male e gli occhi sono stanchi. Il letto è vuoto, al suo fianco non c'è più Louis che riposa e questo aggrava ancora di più la sua situazione. Si strofina un occhio, si stira e si riscopre sudato. O per lo meno la schiena, che era appiccicata alla sua maglietta. Da un occhiata all'altra parte del letto e scopre una stanza ampia, pulita da cima a fondo, pareti chiare e mobili coordinati tra di loro. Quasi gli gira la testa, e ancora deve alzarsi. Una porta poi si apre, e Louis esce da essa.

Ha addosso un accappatoio bianco e uno spazzolino in bocca. Lo sta sfregando, quando smette, notando Harry sveglio.

Quello era, decisamente, wow. Alla fine ce l'aveva fatta, si trovava davvero a casa di Louis, in Florida. Avrebbe forse esaltato, invece si tira su con i gomiti, e assottiglia lo sguardo per la luce che colpisce i suoi occhi verdi.

<<Ti sei svegliato>> annuncia Louis. Cammina verso il mobile e tira fuori dei vestiti.

<<Sì>> gracchia Harry, ha decisamente bisogno di un caffè. Effettivamente erano due notti che non dormiva, prima di ritrovarsi finalmente accanto a Louis. Aveva passato delle ore strazianti, l'ansia del viaggio, ed ora sentiva che tutta quella tensione si era riversata su di lui distruggendolo fisicamente. Maledizione.

<<Mio padre non c'è, se vuoi andare giù e mangiare qualcosa, fa pure.>>

Gli da le spalle, perché sta di nuovo tornando in bagno, ma Harry lo blocca.

<<Tu non fai colazione?>>

Louis si volta e lo guarda come se fosse un pazzo <<è quasi l'una, Harry>>. Non dice nient'altro, prima di chiudere la porta. Merda.

Aveva seriamente dormito così a lungo? Ma non doveva essere Louis a risvegliarsi rintronato per via dell'alcool? Non era giusto, certe cose proprio non le capiva. Decide di tirarsi su, se pur con l'umore e la voglia sotto i piedi, e tira fuori il cellulare dai suoi jeans. Doppia merda. Sua madre l'aveva cercato giusto un pò di volte.

La chiama immediatamente.

<<Mamma?>> intanto si avvicina alla finestra e guarda fuori. Il giardino che hanno dietro la casa è enorme, fantastico, ricchissimo.

<<Harry! Finalmente! Stavo uscendo pazza!>> dall'altra parte del telefono sua mamma urla, ed effettivamente ha giusto una minima parte di ragione.

<<Ieri sera ti avevo scritto che ero arrivato>> brontola, sbadigliando poi ancora.

<<Certo, all'aeroporto, ma dopo? Non ti ho fatto volare fino laggiù per prendermi dei colpi.>>

Sospira.

<<Hai ragione, mi sono dimenticato.>>

Questa volta è lei a sospirare.

<<Dove sei? Sei riuscito a trovare casa sua?>>

Harry si volta, osserva il suo zaino a terra accanto alla scrivania. <<Sì, sono in camera sua.>>

<<Oh, bene. L'hai trovato sveglio?>>

Ecco, Harry eviterebbe volentieri la parte in cui, sì, l'ha trovato sveglio ma allo stesso tempo anche altrettanto ubriaco.

<<Sì, stava tornando a casa.>>

Anne sembra essere più tranquilla.

<<Suo papà cosa dice che sei lì? Puoi restare?>> il padre, giusto. E chi ci aveva pensato fino a quel momento?

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